La domenica, in estate, nella Barcellona interna, non c’è nessuno. Solo io che esco da lavoro in bici. E il sole che mi ricorda la sua picchiettante presenza per tutto il tragitto verso casa. Pedalo felice scendendo calle Rocafort e incrociando il Parallelo, dove di umani non si scorge presenza, mentre di auto sì. E allora mi penetra le narici quel conosciuto odore di catrame squagliato che ricorda tanto le mie estati a Milano, dove però il plus era che le scarpe rimanevano incollate all’asfalto.
Pedalo e mi dico che bello sto andando veloce verso casa, così torno presto, mi infilo il costume e vado in spiaggia. Già mi vedo lí, e me lo ripeto tipo mantra, cercando di non respirare la nafta e il catrame squagliato. Quando arrivo nei pressi della Rambla, ecco i primi esemplari di specie umana. Turisti che non so perché amano fare le vasche ramblesche incuranti dei 40º che picchiano sulla testa, famigliole con ombrellone sotto l’ascella che aspettano l’autobus, io che li supero mantenendo costante la velocità di pedalata.
Finalmente, schivando un gruppo di francesi che cerca di spuntare il prezzo più basso per uno selfie sticker di plastica e una retata della polizia che arresta venti venditori con il fagotto sulle spalle, arrivo in zona spiaggia. Cioè a casa mia. E qui lo scenario apocalittico, l’umanità tutta. L’avenida Joan de Borbò assaltata da turisti in ciabatte e costume, che sembriamo di fronte al negozio di Abercrombie quando regala i vestiti a chi va a fare shopping in intimo.
Si accende improvvisa la consapevolezza, la lampadina di costernazione, l’errore che si concretizza ai miei occhi.
Nella fretta di tornare a casa ho dimenticato il dettaglio fondamentale che nessuna persona residente a Barcellona e possessore di targhetta Bicing dovrebbe MAI dimenticare. Il primo comandamento.
NON USERAI IL BICING PER TORNARE A CASA NEI FINE SETTIMANA D’ESTATE.
Perché non esistono parcheggi Bicing liberi in zona spiaggia nei fine settimana d’estate.
E tutti i tuoi piani non esisteranno più.
E il tuo conto Bicing inizierà ad accumulare minuti extra, dopo che sarà scaduta la mezz’ora gratis e i dieci minuti aggiuntivi causa parcheggio pieno.
E non riuscirai a commuovere per telefono il centralinista del servizio Bicing chiedendogli di bloccare il tuo conto, un’eccezione, non posso tornare a casa, per favore, per favoooore. Una pietra di centralinista.
Ed eviterai di mandare a quel paese la suddetta pietra quando ti dirà che l’unico parcheggio libero si trova sotto alla statua di Colombo.
Sí, proprio lí dove sei passata pedalando 15 minuti fa sognando un bikini imminente e la sabbia fra le dita.
E poi ci tornerai, da Colombo. Sul punto di piangere. Sotto un sole da 40º. Con le scarpe da tennis semi sciolte. Il telefono di guardia che inizia a squillare.
Un’ora e mezza persa fra tornare col Bicing all’unico parcheggio libero e poi camminare a piedi fino a casa. Schivando gli stessi turisti di prima, appiccicaticci come te ma con il bikini addosso, mortacci loro.
No, ma è bello vivere a Barcellona d’estate.
Oh mamma!!! Hai la fortuna di abitare vicino al mare (se ho capito bene) ma la “sfortuna” di non poter sfruttare la cosa in pieno!!
Secondo i giorni, sí è esattamente come dici tu. Adoro vivere qui, di fronte al mare, solo che a volte d’estate può essere un po’ faticoso 🙂
Che beffa! Potevi portarti la bici in acqua mentre facevi il bagno 😀
Spero per te che non ci sia caldo come qui in Italia… ci si scioglie all’ombra!
Ahahaha bella idea! Pure qui ci si squaglia, non c’è scampo…
non ho capito. non c’è posto per lasciare la bici? e che cos’è una tessera bicing?
È la bici pubblica, paghi un abbonamento annuale e puoi prendere le bicing in qualsiasi zona della cittá e lasciarle da qualsiasi altra parte in cui ci sia un parcheggio libero. E vicino a casa mia, d’estate, nel fine settimana i parcheggi bicing diventano merce preziosa perché tutti scendono in spiaggia.
La bellezza del post è il climax discendente, partendo da una situazione quasi idilliaca e per altro raccontata veramente benissimo e il finale alla Paperino (poveraccia!).
Ho sorriso (perchè non si può dire che abbia riso della tua sfiga) immaginando la tua scena.
Grazie! 🙂 ma ridi pure, non mi offendo, a volte sono proprio sfiggy! 😀