Flashback

flashback in quarantena - genova nervi

Ieri pomeriggio ero in terrazza a prendere aria. Ho sollevato lo sguardo e il cielo era di quell’azzurro barcellonese, senza nuvole, la bandiera catalana del vicino ne pitturava un quadratino di ditate gialle e rosse.
E d’improvviso è successo di nuovo. Ho avuto un flashback.

Ho sbattuto le palpebre e sentito il cuore trasportarsi in una spiaggia della costa ligure, forse era Quinto al Mare, forse era Nervi, qualche km più in là. Non saprei dirlo con precisione.
Ma in quel frammento infinitesimale di tempo mi sono sentita di nuovo lì, con il Mediterraneo di fronte, le case quasi a pelo d’acqua, il profumo di frittura.
C’ero davvero.

È durato un niente e non è la prima volta che mi succede, da quando è iniziato tutto.
Cercando di descrivere la sensazione al Guerriero ho usato l’espressione ricordo nitido che attraversa il cuore, ma non è abbastanza.
È quasi una sensazione tattile.

Le altre volte mii è successo con materializzazioni della spiaggia di Portu Maga o di altri posti in Sardegna che considero casa.

Sono incline a queste micro-esperienze sensoriali.

Le ho sperimentate già diversi anni fa, nei momenti difficili passati lontani dai miei affetti, emigrata con tanta voglia di tornare sull’Isola al suono di “ma chi me l’ha fatto fare”.
In quel periodo erano flashback uditivi: sentivo il campanello di casa dei miei, o mia madre urlare “Alice!” dal piano di sotto. Li sentivo chiari nelle orecchie, nano-frammenti di suoni che mi mancavano e tornavano a reclamarmi.

Ora mi succede con i paesaggi.

Li chiamano flashback intensi da stress post-traumatico.

E anche se la parola trauma è una di quelle che spesso associamo a situazioni di estrema gravità, ho scoperto che non si tratta di un’esagerazione.

La medicina definisce disturbo post-traumatico da stress una condizione psichiatrica cronica che si manifesta in persone che hanno subito un’esperienza traumatica come un grave incidente, un attacco terroristico, un’aggressione fisica. Ma anche, come in questo caso, l’avvento di una pandemia globale che ci ha colti alla sprovvista.

Leggevo un’intervista che Luana Marques ha rilasciato alla CNBC: lei è una psicologa clinica e professoressa associata nel dipartimento di psichiatria della Harvard Medical School, e pure presidente della Anxiety and Depression Association of America.

Nell’intervista dice che è normale avere una risposta emotiva intensa a una minaccia significativa o a un fatto traumatico come un’epidemia che frena da un giorno all’altro le nostre vita. In genere i sintomi tendono a ridursi naturalmente nel tempo.

Ora, i miei flashback sono per fortuna positivi, e non hanno alcun impatto negativo sulla mia vita quotidiana. Lasciano solo un retrogusto amaro di nostalgia, in una forma molto più intensa, e che solo ora ricollego a quegli anni milanesi di richiami sonori.

“When we think about traumatic events, it’s not just what the event is, it’s really your interpretation and what the event causes for you.”

Luana Marques

Quanto dureranno?

Barcellona, dal prossimo lunedì 25 maggio, dovrebbe entrare in fase 1.

La fase 1 che abbiamo tanto atteso e che dovrebbe permetterci di passeggiare più a lungo, prendere un caffé con altre persone fuori dal nostro nucleo familiare, andare al museo o uscire dalla città per riposare occhi e piedi su un bosco, una spiaggia, una collina senza palazzi davanti.

Il però grande come una casa è che il governo catalano ha deciso che il confine per i movimenti delle persone durante la fase 1 coinciderà con quello delle regioni sanitarie, e non delle province.

Barcellona fa regione sanitaria a sé.
Il che significa che la nostra fase 1 dovrà svolgersi entro i confini cittadini. Fino a data da destinarsi.
Stamattina ho letto che potremmo andare avanti così fino a 6 luglio (ma di questi tempi cosa sono le date se non entità effimere che evaporano tra le parole decidiamo-all-ultimomomento?).

Per cui, cari amici flashback, sospetto che avremo ancora un bel mazzo di tempo per stare insieme.


Foto: Nervi, ritratta da Francesca Petringa su Unsplash

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