Vita di barrio a Barcellona: osservazioni semplici fra Sant Andreu e La Sagrera

vita di barrio a barcellona

Istantanee di vita di barrio a Barcellona, che ho scritto ieri sera mentre sedevo su una panchina ma che poi ho dimenticato di pubblicare. Lo faccio ora, in modalità asincrona.

Nella mia procrastinazione continua, anche oggi ho inanellato una serie di “ora esco“, salvo poi rimanere di fronte al pc fino alle sei.

Ma alle sei, diciamo sei e un quarto, ho chiuso lo schermo, mi sono infilata le scarpe da tennis rosse, la giacca gialla, e mi sono messa a camminare.

Per evitare il chiasso di Avenida Meridiana, che spacca la città verticalmente in due, sono rimasta nell’interno del distretto in cui abito ora, Sant Andreu.

Dal mio barrio, Sant Andreu (lo stesso nome del distretto), ho camminato dritta fino a che la zona cambia di nome e inizia il barrio de La Sagrera. Mi fermo in una piazza che mi piace molto, Plaça de Masadas, che a quest’ora è piena di bambini con pattini e tricicli, mentre i genitori sorseggiano una caña ai tavolini del bar.

C’è una bambina che sta facendo dei disegni enormi sul selciato coi gessetti colorati. Si sporca le mani, se le strofina l’una sull’altra, le dita celesti e la polvere di gesso che si incastra fra le unghie.

L’immancabile panchina dei vecchietti, popolata da ultra settantenni con il bastone e il cappellino con la visiera, qui si trova in un angolo della piazza. Ma c’è, come sempre. E loro stanno fermi con il bastone fra le gambe a osservare i bambini che gli rotolano davanti facendo capriole.

Io invece sono qui senza motivo. Per sbollire, forse.
Perché esco troppo poco, durante le mie giornate lavorative.
Perché il lavoro da casa è molto figo ma per mia natura non riesco a staccare se prima non ho finito quello che devo finire.
E lotto costantemente con me stessa fra un “lavora un po’ meno, esci, c’è il sole” e “ancora un ticket e poi basta”.
Praticamente la rivisitazione de una ultima y nos vamos, solo che in spagnolo si usa per l’ultima birra.

Comunque ci sono riuscita, chiudendo tutto a un’ora rispettabile. E sono in questa piazza Masadas in una panchina sotto l’albero, da sola.

Non ho un bambino da controllare mentre sfreccia sul monociclo, non ho un cane da portare a spasso, mi sono pure dimenticata il libro a casa, nella fretta di respirare aria pomeridiana.

Ma mi piace stare qui a osservare questa vita barcellonese; qualcuno si spingerebbe a definirla la vita della Barcellona autentica, come se quello che succede in centro fosse solo fiction.
Io preferisco dire che Barcellona è anche questo, una città che in periferia non muore, ma che mantiene le sue dinamiche vitali, allegre.

Barcellona è un grande barrio, e chi la vive con una toccata e fuga magari questo aspetto non riuscirà a coglierlo.
Sappiatelo: se venite da queste parti, prendete la metro, allontanatevi di qualche fermata dal centro, cercate una piazza di un barrio qualunque e ditemi se non ho ragione.

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La foto di copertina non rappresenta esattamente la piazza di cui parlo, perché non ho scattato nessuna foto mentre scrivevo. Ma sono tre scorci del barrio: una delle stradine vicino a casa mia, i murales del centro culturale La Nau Bostik e una veduta di Glóries dal Pont del Traball Digne, a La Sagrera.

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9 risposte a “Vita di barrio a Barcellona: osservazioni semplici fra Sant Andreu e La Sagrera”

  1. L’idea comune è che il lavoro da casa lasci più libertà ma alla fine si finisce per non staccarsene.Non ho esperienza in merito ma dalla lettura del tuo post ne ho una piccola conferma.Mi sembra che la vita lì scorra un po’ come qui da noi:i vecchietti sulle panchine,i bimbi in piazza che giocano sotto lo sguardo delle mamme.Mi piace scoprire le città dal punto di vista di chi ci vive e ne conosce gli angoli e le zone meno frequentate dai turisti.

    1. Si Simo, è uno stile di vita molto mediterraneo, direi 🙂
      E sul lavoro da casa, confermo confermo confermo!
      Un abbraccio!

  2. A Barcellona ho lasciato il cuore…
    È bella sempre!!

    1. Vero! 🙂

  3. È quello che mi ha fatto innamorare del barrio di grácia a non…..bambini che giocano ,mamme sedute ai tavoli…..
    Anche se adesso sta cambiando troppo…

    1. Ti do ragione Elisa, ci sono quartieri che ancora resistono…ma i cambiamenti in ambito urbano/immobiliare sono evidenti e stanno creando problemi a molte persone 🙁

  4. Esattamente quello che abbiamo sperimentato noi nel weekend di Pasqua a Barcellona…ci siamo fermati ad un parco di Sarrià ed è stato rigenerante per adulti e bambini!

    1. Siii i parchi di barrio poi sono tanto carini!

    2. I parchi di barrio di Barcellona poi sono proprio bellini 🙂

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