Per una settimana circa la mia scatola di fiammiferi è rimasta in balia degli scatoloni. O tu o noi, sembravano dirmi ogni mattina al risveglio. A far loro compagnia, due backpack da 22 litri che stanno in piedi da soli dopo aver mangiato i miei vestiti primaverili e quelli che il Guerriero aveva lasciato nel mio armadio. Di nuovo degli scatoloni, anche se stavolta riempiti con animo diverso, senza lacrime di separazione – ecco, forse solo qualche mio luccicone all’idea di lasciare Barcellona. Avevo già raccontato quanto per me sia difficile lasciare…eppure dietro di me ho una lista di “lasciati” che si allunga sempre di più. Case, lavoro, persone. È masochismo? O è la necessità di cambiamento che la vince su tutto?
Ieri pomeriggio, comunque, ho lasciato i miei scatoloni. Li ho portati in una casa tutta per loro, quella che qui chiamano trastero e letteralmente si traduce con ripostiglio. Pagare per un ripostiglio in un’altra zona della città, era una di quelle cose che in passato mi sembrava insensata. E siccome ho imparato che ogni volta che dico “mai”, poi mi ritrovo a dovermi contraddire, ecco che qualche mese fa, complici gli spostamenti del Guerriero e la necessità di parcheggiare da qualche parte i suoi mobili preferiti (che ovviamente non potevano stare dentro la mia scatola), è arrivato il trastero. Cubico e all’occhio del comune mortale infinitesimamante piccolo; all’occhio di un esperto di traslochi portoricano, un paradiso del tetris dove il tuo soggiorno inscatolato si incastra così bene che viene da chiedersi se non sia quella la sua sistemazione naturale, invece che sparso dentro casa.
A questo tetris di cartone, si è aggiunta la mia scatola di fiammiferi. Ringrazio la divinità delle abitazioni per il giorno in cui ho scelto di andare a vivere in un appartamento ammobiliato.
La prima parte del trasloco l’ho fatta in solitaria.
Contavo sull’aiuto di un’amica che però alla fine non è riuscita ad accompagnarmi. Dopo essermi pianta un po’ addosso per la mia triste sorte, e aver per lo meno espulso quel groppo di tristezza che mi attanagliava la gola, mi sono data una botta di autostima da “Ce la posso fare!” e mi sono diretta al trastero in bus.
Le tenebre dei corridoi dove sono allineati circa 800 ripostigli, erano una delle mie preoccupazioni.
Non sono proprio un’amante dei luoghi bui: i corridoi di un trastero sono una via di mezzo fra un cimitero e una prigione, un susseguirsi di loculi gialli chiusi con il lucchetto, le luci al neon che si accendono con un tac al passaggio umano.
Ma ero talmente concentrata a trascinare il mio carrello pieno di scatole che tutto è stato più facile del previsto: magicamente non mi sono rotta la schiena come temevo e nel giro di poco è arrivata la mia salvatrice, l’amica con la macchina, che appena uscita dal lavoro è venuta in mio soccorso.
La fase 2 prevedeva sgombrare la mia scatola di fiammiferi dal resto dei suoi ingombranti ospiti.
Passato il pericolo di caduta durante il trasporto dei libri giù per i quattro piani di scale strette, tutto è filato liscio. Nel giro di due ore la mia scatola di fiammiferi era già tetrizzata nel trastero [nuovo scioglilingua…] e abbiamo festeggiato con birra e lauta cena carnivora.
Quindi anche questa è fatta, e mi sono scrollata dal groppone il trasloco nº 13 della mia vita. Si accettano scommesse su quando arriverà il momento in cui potrò dire sul serio “mai più traslochi“!
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Info pratica, che a qualcuno può sempre servire:
Il ripostiglio in cui ho sistemato le mie cose è questo: Ohmybox
Ma in città ce ne sono molti altri, in diversi quartieri.
Il prezzo minimo per un ripostiglio cubico 1mq si aggira sui 39 € al mese, ma meglio chiedere di persona, perché le soluzioni che propongono sono diverse e il prezzo varia in base alla posizione del ripostiglio (livello pavimento, piano alto o centrale…).
Ciao Giulia, mi piace molto leggere queste esperienze! Senza contare che, questo preciso post, lo vedo come il mio specchio. Anch’io sto traslocando, in procinto di andar via dall’Italia. Nel mio caso mancano anche un paio di mesi di soggiorno dai miei prima di partire, giusto per sistemare qualcosina. Ma vedere le scatole a giro per casa, fare le pulizie per far trovare l’appartamento pulito come lo avevo trovato etc, mi fa ricordare che tutto è molto più vicino di quanto non sembri!
Esatto, i preparativi di un trasloco si mangiano il tempo…e gli scatoloni si impadroniscono dell’appartamento 🙂 ci stiamo proprio incrociando cara Claudia!
E’ vero! Comunque, credevo costassero molto di più i box di cui parli… in fin dei conti non è tanto sconveniente, chiaramente se uno ha bisogno! A presto e buon trasloco!!
Ciao Giulia, volevo chiederti una cosa. E’ vero che in Spagna non ammettono cani sui treni?
Ciao Claudia, onestamente non lo so…mi sembra strano eh. Però ho fatto una piccola ricerca sul sito delle ferrovie spagnole, guarda questa pagina: http://www.renfe.com/viajeros/info/animales.html – non mi sembra ci siano grandi restrizioni!
Ciao Giulia, grazie mille per il link! Ho chiesto perché una mia amica che è stata in Spagna mi ha dato questa informazione ma, ho ritenuto che tu appunto potessi sapere qualcosa in più. Il link che mi hai inviato è utilissimo, iniziato a leggere grazie!
Ciao Giulia, ma la roba stipata nel trastero prima o poi ti seguirà oppure messa all’asta come nelle becere trasmissioni americane?
La mia speranza è che mi segua, da sola, in autonomia, con vita propria. Che si organizzi e si traslochi da sola 😛
Ma ovviamente sto delirando…Quindi prima o poi andrò a riprenderla. Niente asta, ma se ti interessa qualcosa fammi sapere! 😀