In un caldo sabato di primavera, mentre a Milano si gozzoviglia fra designers, spritz e hipsters al Fuori Salone, da questa parte del Mediterraneo kilometri di coda segnalano l’apertura del Salón del Comic, il salone internazionale del fumetto, edizione numero 33. Oddio, ora che lo scrivo mi rendo conto che questo evento ha la mia età, che bello no? Anche perché è stata la mia prima volta.
Armata di macchina fotografica e biglietto comprato online (pensando ingenuamente che sarebbe servito a evitare la coda), sono entrata alla Fiera di Plaza Espanya insieme a una vichinga e a una non meglio identificata guerriera dello spazio.
Sono una frana nel riconoscere i personaggi interpretati dai Cosplay, la mia conoscenza si limita ai manga trasformati in cartoni animati e trasmessi alla tv negli anni ’80 e ’90. Fino a Sailor Moon ci arrivo, insomma.
Avevo in mente uno stand preciso e volevo arrivarci in fretta, per poter conoscere due illustratrici che seguo molto e le cui illustrazioni ho usato spesso come abbinamento ai post qui nel blog, Sara Fratini e Agustina Guerrero.
Prima di riuscire a trovare lo stand in cui le due artiste stavano dipingendo un murale in diretta e firmando i loro rispettivi libri, ho dovuto schivare diversi personaggi fra cui questa famiglia spaziale che solo ora, vedendo in diretta la foto mentre scrivo, identifico come i Cavalieri Grigi (Cabelleros Grises): aggiungo il link di wikipedia nel caso in cui qualcuno volesse colmare la propria ignoranza in materia.
Quante cose si imparano scattando foto eh.
Finalmente arrivo al padiglione 2 e allo stand del gruppo editoriale Penguin Random House, dove trovo Sara all’opera su un murale ispirato al suo nuovo libro La Buena Vida. Meno male, perché pensavo di essere in ritardo per colpa della lunga coda all’entrata!
E mentre ammiro i dettagli del disegno di Sara, compro il suo libro e quello di Agustina, e vado a parlare con quest’ultima. Con un sorriso e un simpatico accento argentino, Agustina mi accoglie al suo banchetto e scrive una dedica a me a e al blog sul frontespizio del suo Diario de una Volátil, che ha da poco un seguito, La Volátil Mamma Mia!, il racconto della sua recente gravidanza.
Anche Sara è molto disponibile a scambiare due chiacchiere mentre mi scrive una dedica sul suo libro: mi racconta che vive in Calabria, ad Amantea, perché lì è curatrice (insieme a Giulio Vita) di un festival di cinema indipendente, La Guarimba e di un progetto itinerante legato al festival, la Scuola delle Scimmie. Mi fa sorridere e allo stesso tempo mi sembra molto ammirevole la scelta di questa giovane artista venezuelana (di origini italiane) che ha fatto la scelta controcorrente – rispetto a molti di noi, italiani all’estero – di lasciare Madrid per andare a vivere in Calabria.
Con i miei due piccoli trofei nello zaino, passo il resto del pomeriggio a girare fra gli stand, leggere fumetti e fare code per mettere qualcosa sotto i denti. Mi sono trattenuta fino al primo pomeriggio per seguire anche l’incontro con Milo Manara, che presentava il suo nuovo libro dedicato a Caravaggio: un incontro interessante ma breve con l’autore, un pilastro dell’illustrazione italiana e internazionale, che sembrava andare un po’ di fretta oggi. Peccato.
Tornata a casa, schivando il sole cocente e le urla dei bambini provenienti dalla spiaggia affollata, ho sfogliato questi due libri delicati e che raccontano un mondo tutto al femminile, con l’occhio scanzonato e romantico di due trentenni come me.
Come prima volta a un salone del fumetto non mi posso proprio lamentare.