Le calçotadas in Catalogna e il detto che se non ti lecchi le dita…

mangiare calçots in catalogna

Queste domeniche invernali molto soleggiate, dai pomeriggi tiepidi e le ombre freddine, mi ricordano uno dei miei momenti preferiti degli inverni catalani: le calçotadas.
Prima di spiegarvi cosa sono, anticipo che vi devono piacere le cipolle. E leccarvi le dita dopo mangiato.
Si? Bene, solo per questo potremmo andare molto d’accordo.
Le calçotadas sono delle occasioni conviviali in cui ci si riunisce a mangiare calçots, una qualità di cipolle lunghe tipiche della regione intorno a Tarragona: per la precisione, il paese “patria” dei calçots è Valls, e ogni anno verso fine gennaio viene festeggiata l’apertura della stagione dei calçots in Catalogna con una grande festa popolare per le strade del paese. Ci si arriva comodamente in treno, direttamente dalla stazione di Sants. La macchina meglio lasciarla a casa, parcheggiare è un delirio.

Se passate in Catalogna da gennaio a marzo, sicuramente troverete modo di fare una calçotada da qualche parte. Le mie preferite sono quelle popolari, organizzate per esempio dal comitato di un quartiere di Barcellona o in uno dei tanti paesini catalani. Ma troverete calçotadas organizzate da agriturismi e ristoranti, anche se in quest’ultimo caso si rischia di perdere il lato casereccio dell’evento. Ovviamente se avete amici che hanno un barbecue in terrazza o vivono in campagna, basta comprare i mazzi di calçots al mercato e si organizza una mangiatona in casa.

calçots alla brace

 

Gli ingredienti fondamentali di una calçotada in Catalogna

Ogni calçotada che si rispetti deve  includere degli elementi fondamentali: una brace in cui arrostire i calçots, la salsa romesco in cui intingerli, e la salsiccia arrosto. Di solito si paga un ticket di partecipazione che dà diritto ad avere un vassoio con una ventina di calçots avvolti in carta di giornale, la salsiccia (o una variante vegetariana), pane, pomodoro, un frutto e vino (o altra bibita se volete evitare gli alcolici): il prezzo del ticket varia in base a chi organizza all’evento.
Quelli a cui ho partecipato in passato sia a Barcellona che a Valls o in altri paesini, costano dagli 8 ai 10 €.

Spesso fa parte del kit anche il bavaglio da appendere al collo, che risulta molto utile visto che è difficile mangiare i calçots senza sporcarsi di salsa romesco.
Da notare: questa salsa che può causare dipendenza, non solo sta benissimo con i calçots, ma anche con la carne. È una salsa rossiccia, che combina genialmente ingredienti molto semplici: un peperone, pomodori, aglio, mandorle e pane duro. Se la volete provare in casa, la ricetta originale di Valls è questa.

Come si mangiano i calçots? Senza vergogna.

Ma dicevamo, è difficile mangiare i calçots senza sporcarsi. Sì perché una volta ricevuto il vassoio, ci si accomoda al tavolo – di solito le calçotadas popolari si organizzano in lunghe tavolate comuni – e si inizia a mangiare…con le mani! Facile capire come sia uno dei miei eventi preferiti. Datemi cibo, possibilità di mangiarlo in compagnia, sporcandomi le mani e senza preoccuparmi troppo della forma, e sono una donna felice.

calçotada in catalogna - come si mangiano i calçots

 

Oltretutto si tratta di eventi in cui è molto facile fare amicizia, che sia alla coda per ritirare il vassoio o con i vicini di posto, è difficile riuscire a fare una calçotada senza scambiare quattro chiacchiere con gli sconosciuti.

La festa della calçotada di Valls vale la pena se riuscite ad arrivare abbastanza presto, ed è carina perché ci sono i mercatini, gli stand in cui si preparano chili di salsa romesco al mortaio, le grigliate in vari punti del paese. Ma come ogni evento “famoso” attrae anche tantissime persone, quindi può essere più complicato trovare un posto in cui mangiare, e anche quando si trova bisogna farlo in piedi o seduti per terra.
Io preferisco di gran lunga le calçotadas di quartiere o dei paesini, quelle che servono a raccogliere fondi per il barrio…cose così, alla mano, con la gente del posto che si riunisce per un momento speciale.

E poi, a chiusura della giornata, volete mettere il ritorno a casa la sera, in treno, con la punta del naso bruciata dal sole, le mani lavate alla bell’e meglio che odorano ancora di cipolla e salsa?
E che dire del cappotto che si impregna di odore di fumo e cipolla?
Piccoli momenti romantici [e come mi rende melanconica e romantica la domenica sera…lo sapete, no?]

—♥︎—

Avete mai partecipato a una calçotada?
Siete rimasti folgorati come me dai sapori e dal puzzo di cipolla e fumo, oppure non fa per voi?

—♥︎—

Per saperne di più sul folclore catalano:

Giocare con il fuoco: strane abitudini catalane

Feste natalizie a Barcellona: fra bastonate, torrone e omini che fanno la cacca in mezzo al presepe

 

2 risposte a “Le calçotadas in Catalogna e il detto che se non ti lecchi le dita…”

  1. Ecco, tra le mie mille allergie ci sono anche le mandorle… dopo aver letto il post che mi era praticamente già venuta fame, ci sono rimasta malissimo!

    1. Nuuu, magari le puoi sostituire con qualche altra frutta secca sgranocchiosa. Non so cosa ne penserebbero i puristi della salsa romesco, ma chissene! 🙂

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