Con il tempo contato – quello che non ho visto di Barcellona

fotografando barcellona con il tempo contato

Chissà per quale momento dell’evoluzione umana, siamo diventati così portati alla procrastinazione e spesso abbiamo la tendenza a metterci in moto solo quando abbiamo il tempo contato. Esempio. Avete presente quella sensazione del “ma sì, lo posso fare domani” e poi non lo fate mai? Succede molto spesso con le città. Andate a vivere in una città nuova, tutti entusiasti delle mille opportunità che vi si aprono davanti, mostre, spettacoli, musei, gite fuori porta. Una lista infinita di attività che idealmente impegneranno tutti i vostri fine settimana. Invece poi la routine si instaura anche nel nuovo, il lavoro, gli amici, i fine settimana in compagnia senza una meta precisa, quelli un po’ più solitari e con poca motivazione per mettere il naso fuori casa…

Insomma, arriva il momento in cui dovete/decidete di lasciare la città che vi entusiasmava tanto (non importa se sono passati sei mesi o tre anni o tredici) e vi rendete conto che la lista di “cose da vedere e da fare a…” è lungi dall’essere completata. Come è possibile? È in questo momento che entra in gioco il meccanismo perverso del “in quest’ultimo mese in città devo fare TUTTO“.

Il TUTTO nel mio caso sarebbe impossibile da realizzare in un mese. E poi mi conosco, so che darò precedenza agli amici e ai fine settimana senza meta precisa, che alla fine si rivelano sempre i più belli. Come quelli delle prime giornate di primavera, in cui si organizzano i primi pic-nic in terrazza e ai quali arrivo pensando “rimarrò soltanto un’oretta”: e invece da una diventano 6 o 7 ore, perché arriva sempre gente nuova, i discorsi si intrecciano, il vino rosso scioglie la lingua, il sole arrossa il naso e la finiamo a guardare il tramonto ballando le hit degli anni ’90.

Quindi ho deciso di fare auto-terapia, e mettere direttamente nero su bianco la lista di quello che avevo in mente di fare a Barcellona e non ho (ancora) mai fatto:

  • salire ai bunker del Carmel (el Mirador del Turó de la Rovira) a vedere il tramonto
  • andare al Parco Labirinto di Horta
  • entrare in Casa Milá e alla Pedrera, che fa molto must del turista a Barcellona e proprio per questo sono sempre super affollate e il biglietto di entrata è abbastanza caro
  • andare a vedere una partita del Barça al Camp Nou
  • fare il percorso Barcellona sotterranea e vedere le stazioni fantasma della metro
  • andare al bar Macondo, di cui avevo letto appena arrivata e ora non so nemmeno se esiste più
  • mangiare il pesce a La Paradeta, la fila all’entrata mi scoraggia sempre
  • partecipare a un’escursione in mare con i pescatori della Barceloneta
  • andare ai vermut musicali della domenica a La Floresta
  • andare a conoscere il progetto di Can Masdeu
  • fare colazione tardiva in una locanda di pesce fritto di Barceloneta (ce l’ho individuata, con il suo portone marrone, devo solo trovare l’orario giusto)
  • partecipare a una grigliata a La Caseta del Migdia
barcellona dal montjuic
Eixample e Sagrada Familia viste dalla collina del Montjuic

Sono le prime 12 attività che mi sono venute in mente. Non parliamo di tutte le mostre che mi sono persa per un soffio per colpa della procrastinazione o dei posti poco lontani da Barcellona in cui ho sempre desiderato ritornare o vedere per la prima volta…senza successo.

Vero che dall’altra parte ci sono anche tutti quei luoghi e attività che ho amato e disfrutado tantissimo. Ma non si sa mai che mettendo questa lista per iscritto non riesca a completare ancora qualche pezzettino di to-do-list prima di andare via…

9 risposte a “Con il tempo contato – quello che non ho visto di Barcellona”

  1. Anche io prima di andarmene avevo fatto una lista simile alla tua. E ancora ho i rimorsi pensa un po!! Ma quindi vai via?? A presto!! Paola

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Confido nel fatto che se anche non finisco tutta la lista, Barcellona rimane a portata di mano…e ospiterà ancora per un po’ molte delle mie cose! Ci vediamo presto :))

  2. Rimpianti, non rimorsi….

  3. Proprio per non avere rimpianti, io ho sempre cercato di vedere il piu possibile di Sydney e questo mi aiuta decisamente a sentirmi sempre in sintonia con la citta’! Spero proprio che tu riesca a completare tutti i punti sulla lista!

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Grazie Claudia! Nel corso di questi tre anni e mezzo ho cercato di fare lo stesso, credo non ci sia mai stata finora città con la quale sia stata più in sintonia 🙂 …e nonostante questo, la lista non è ancora finita!

  4. Conosco bene quella lista, ne ho fatta una anche io la prima (e forse pure la seconda) volta che ho lasciato Barcellona. Alla fine non sono mai riuscita a completarla, lasciando spazio invece a uscite improvvisate o pomeriggi solitari che forse sono stati ancora meglio.
    Nel mio caso è andata bene così, mi ha dato la scusa per tornare e rimanere di nuovo.
    In bocca al lupo con la tua lista!

    P.S. Il tramonto al Bunker del Carmel cerca di non perdertelo, è meraviglioso 😉

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Secondo me è così che ci si innamora di Barcellona, facendosi trasportare dalle uscite improvvisate o le passeggiate solitarie. È una città che se la vedi da turista, sì, ha tante cose belle da vedere, ma non so perché…rimane una certa distanza da cartolina. Evitare invece tutte le zone più turistiche e vivere giorno per giorno gli angoli più quotidiani, ti fa innamorare 🙂

  5. Mi è successa la stessa cosa a New Orleans e Londra; non sono riuscita a finire le mie liste, però almeno ho imparato a non rimandare più. Adesso, nonostante viva in un’isola lunga appena 50 km, cerco di vedere il più possibile e scoprire nuovi angoli ogni settimana. Non sia mai che un giorno (anche se spero di no) la debba lasciare e non abbia finito quella lista immaginaria!….Allora, in bocca al lupo per questa tua nuova avventura!!

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Crepi il lupo Alice! Alla fine è anche un po’ forzato cercare di fare tutto per forza…in questi anni alla fine ho sempre preferito farmi trasportare dagli eventi e dalle ispirazioni…quindi la to do list rimane come monito, per quando mi capiterà di tornare a Barcellona, ma non ho rimpianti perché sono cosciente di averla vissuta nel migliore dei modi 🙂

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