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Ieri, prima di dormire, io e il Guerriero ci siamo visti una puntata di Españoles en el Mundo su YouTube. Si tratta di un programma in cui spagnoli emigrati in giro per il mondo raccontano la loro vita in un Paese straniero: uno dei pochi programmi che guardavo nella tv spagnola, altrimenti ben più scarna di quella italiana. La puntata che ho visto ieri era ambientata in Sicilia: da Palermo, Messina, Ragusa, Modica e Agrigento, gli spagnoli raccontavano ai loro connazionali le virtù (e i vizi) della loro nuova vita sull’isola.
Vedendolo mi è tornata in mente l’unica volta che sono stata in Sicilia, diversi anni fa: era un viaggio di lavoro, qualche giorno a Catania con un gruppo di colleghi. Mi aveva affascinato tantissimo, ed era stato inevitabile fare un confronto con la mia, di Isola.
Perché i sardi non considerano la Sicilia come meta di vacanze?
Per qualche strano motivo, Sardegna e Sicilia si ignorano abbastanza. Cioè, noi sardi siamo sempre pronti a confrontarci con il “continente”, a parlare dei “continentali” facendone un bel mazzetto omogeneo che fa implicito riferimento a tutti gli italiani da Roma in su. I napoletani vengono nominati a parte, quindi di solito non fra i “continentali”. Nessuna menzione speciale per gli abitanti delle altre regioni del Sud. Nessuna particolare considerazione circa la Sicilia.
Ho l’impressione che, vivendo in un’isola così lontana dalla terraferma, ci riteniamo gli unici grandi isolani d’Italia. Che la Sicilia è a uno spunto dallo stivale, quindi tanto isolani non devono esserlo. E questo spiegherebbe perché, per un sardo, andare in vacanza in Sicilia è una scelta ai limiti della bizzarria.
Perché dovrei fare le vacanze in Sicilia se in Sardegna il mare è già così bello? – mi è capitato di sentire diverse volte.
Con poche idee per la testa, se non le informazioni di base e i “sentito dire”, avevo invece scoperto che la Sicilia è un posto incantevole, dove varrebbe veramente la pena fare delle lunghe vacanze.
Catania mi era sembrata di una bellezza folgorante, con le sue enormi piazze eleganti, il mare e l’Etna dalla punta imbiancata. Poteva avere un’aria di Cagliari, ma c’era molto di più, un segreto che in pochi giorni di permanenza ero riuscita a percepire ma non a interpretare del tutto. Ricordandolo ora, credo fosse quel suo piglio barocco, che la rende opulenta ma anche raggiungibile, inframmezzata dai colori dei mercati cittadini.
Ma il punto su cui avevo deciso che il paragone con la Sardegna non poteva reggere, era il cibo. Ommiodio, il cibo siciliano. Ok, in Sardegna stiamo sempre a vantarci dei culurgiones e del procceddu, ma aprire il menu di un ristorante tipico siciliano è un incipit del paradiso gastronomico.
Mi ero innamorata, nell’ordine del mio arrivo in città:
- gli arancini comprati in un panificio di periferia, ricchi, pesanti, ripieni di un sugo di carne che ancora sbavo al pensiero
- la pasta alla norma, con le melanzane fritte ma leggere, il sugo speziato e la ricotta salata a scaglie grandi
- la pasta con le sarde, quelle fresche, appena pescate da un pescatore di Aci Trezza (sì, quella dei Malavoglia) che dalla barca le portava, con il resto del bottino, direttamente al ristorante
- le sarde al beccafico, e qui sono capitolata: dorate al forno con un composto di pan grattato, uva sultanina, aglio e pinoli, è un mix di ingredienti che ancora mi sogno
- la cassata, delizia gustata alle undici di sera in una pasticceria nei pressi di piazza dell’Università
Niente a che vedere insomma, con la tradizione gastronomica sarda – buona, per carità – ma sulla cui varietà avrei un po’ da ridire.
Rimpiango di non aver avuto modo di passare un periodo al mare, per valutare in prima persona.
Ma già ho una lista di posti che, a prescindere dalle spiagge, non vedo l’ora di visitare: Palermo e la sua colorata vita quotidiana, Modica, Siracusa, i templi di Agrigento…
Chi di voi è siciliano o conosce abbastanza bene la Sicilia? Come convincereste un sardo a muoversi dalla sua Isola e visitare la vostra?
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Per i sardi che già stanno pensando a fare una capatina per vedere come si vive da isolani siciliani, gli spostamenti sono più facili del previsto, poche scuse: www.traghettiper-sicilia.it/prenota-traghetti-sicilia.html
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In pratica, i sardi ritengono che ci sia ancora il regno delle due sicilie, di cui la prima e vera Sicilia è da considerarsi parte integrante dell’Africa! 😉
Anche per me la Sicilia è sconosciuta, ma è sicuramente in alto nella to-do list!
😀 bella interpretazione storica!
Da sarda non posso non commentare subito: sono stata in Sicilia 4 volte e ci tornerei altre 40. Sono anche andata ad agosto, esperienza da non ripetere (il clima sardo è più tollerabile-ventilato-fresco).
Sicuramente la Sicilia non può interessare un sardo per il mare: non riesco ancora a convincermi che il nostro non sia più bello (lasciando perdere le isole, che niente hanno da invidiare al mare sardo), lungo la costa il nostro mare vince.
La Sicilia va visitata per la sua bellezza a 360 gradi: storia architettura gente e sicuramente CIBO!!! I siciliani sono gente di mare, i sardi sono pastori; i sardi sono parchi, i siciliani sono sfarzosi: questo emerge dalla gastronomia e non solo.
W la Sicilia per le vacanze !!! (ma in bassa stagione)
Cibo, focalizziamoci sul cibo, Pitticca! Solo quello vale il viaggio 😀
E poi tutto il resto che dici, storia e archeologia…che io ancora mi devo godere con calma.
E ora che me lo dici, in bassa stagione.
Ciao a tutti e grazie per l’apprezzamento verso la mia Sicilia. In compenso io (purtroppo, devo dire purtroppo) non ho ancora visitato la vostra bella terra, ma mi riprometto di farlo prima o poi. Inoltre, siccome si fa riferimento al mare e alle coste, sia la Sicilia che come immagino la Sardegna, immagino possano offrire paesaggi mozzafiato, tanto quanto le zone più conosciute. Ciao da Palermo, Alessandro.