Fra i tanti eventi memorabili del 2017, gran parte dei quali non ho riportato su questo blog, includerei giusto per chiudere in bellezza una mia nuova “prima volta”: la prima volta che ho passato un Natale lontana dalla mia famiglia in Sardegna.
Ci sono voluti ben 34 anni e altrettanti Natali di fronte al caminetto, ma questo 35˚Natale è andato così: io, il Guerriero, sua sorella, i due nipoti e la nostra amica Sus nel nostro nuovo appartamento a Barcellona.
Uno dei Natali più felici che abbia passato in vita mia, senza nulla togliere alla Sardegna.
Da quando ho iniziato a vivere a Barcellona, nel 2012, mi sto godendo per la prima volta e giorno per giorno le festività in tinta catalana, di cui avevo finora solo avuto degli assaggi.
La stellata in questo periodo viene un pelino eclissata dalle illuminazioni natalizie in grande stile, quindi il giallo non risalta tanto. Prevalgono decisamente il rosso, immancabile, e il bianco. E siccome il comitato del barrio di Sant Andreu, dove ora viviamo, ama fare le cose in grande, abbiamo pure una stella azzurra agganciata al balcone.
Le feste Natalizie a Barcellona vengono prese molto sul serio…
L’Ayuntamiento organizza ogni anno una comunicazione a tema, con una sezione ad hoc del sito web ufficiale della città : Nadal 2017
Questo sito è il punto di riferimento per rimanere al corrente di tutti gli eventi che si organizzano a tema natalizio: ci trovate il calendario di tutti i mercatini natalizi e delle millemila attività organizzate per i bambini, il programma degli eventi divisi per distretto, le istruzioni per la raccolta dei giocattoli usati da dare in beneficenza fino a quelle per il riciclo degli alberi di Natale, alla fine delle feste.
Senza dimenticare lo spazio per le ricette.
Fra tutte le curiosità da scoprire in questo sito, e ovviamente passeggiando per la città , mi hanno piacevolmente colpita due iniziative del Comune di Barcellona:
La campagna per regalare giochi non sessisti
Con il motto Les joguines no tenen sexe. Tothom pot jugar (I giochi non hanno genere, tutti ci possono giocare), l’Ayuntamiento di Barcellona promuove il regalo di giochi non stereotipati per bambini e bambine e invita a dare valore al potenziale del gioco nello sviluppo dei bambini, che siano maschi o femmine.
Qui la pagina dell’iniziativa.
La carta da regalo…in regalo
Il concetto di barrio è quello su cui si fonda l’atmosfera speciale di questa città , quando la si vuole esplorare sotto la sua cappa iper-turistica. Chi vive a Barcellona sa quanto sia fondamentale mantenere viva la vita del barrio, includendo anche il commercio: e che periodo migliore del Natale per farlo!
Quest’anno l’Ayuntamiento ha fatto montare dei chioschetti in legno dove i regali comprati nei negozi del barrio verranno impacchettati gratis e con carta regalo solidale prodotta da alcune cooperative sociali.
Qui la pagina con il video della campagna e i link delle cooperative coinvolte.
[Come fai poi a non innamorarti di questa città , mi chiedo…]
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Uscendo poi dall’ambito istituzionale, anche le tradizioni natalizie catalane mi regalano sempre grandi sorrisi. E pure molte domande, eh.
CagatÃos, Caganers e la fissazione per tutto ciò che è caga-qualcosa
Se pensate che anche i bambini catalani attendano con ansia l’arrivo di Babbo Natale o Gesù Bambino, siete proprio sulla strada sbagliata.
Il re del giorno di Natale è lui, il tronco d’albero con la coperta addosso: il TÃo de Nadal, meglio conosciuto come CagatÃo.
Cosa succede: il giorno dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre, mentre nel resto dei Paesi che festeggiano il Natale si preparano i calendari dell’Avvento, in Catalogna (ma anche in Aragona) si inizia a dar da mangiare al TÃo de Nadal.
Questo personaggio mitologico viene introdotto nelle case catalane, amorevolmente coperto perché non soffra il freddo e nutrito ogni notte, prima che gli umani vadano a dormire.
Il giorno di Natale, ai bambini che lo hanno accudito con tanto affetto viene messo fra le mani un bastone di legno e li si incita a prendere a bastonate il TÃo de Nadal affinché defechi i regali in mezzo al salotto.
Mentre lo si riempie di botte gli si canta però una canzone, per alleviare il dolore e velocizzare la defecazione.
La canzone, in una delle sue numerose versioni, recita così:
Tronc de Nadal, caga // Tronco di Natale, caga
TÃo no caguis arengades // TÃo, non cagare aringhe
que són salades // che sono salate
caga torrons // caga torroni
que són més bons // che sono più buoni
Caga tió // Caga, tÃo
ametlles i torró // mandorle e torrone
si no vols cagar // se non li vuoi cagare
et donaré un cop de bastó // ti darò un colpo di bastone
Caga tió! // Caga, tÃo!
Come vedete, non solo il concetto catalano di linguaggio educato è un po’ diverso dal nostro (ma questo vale un po’ in tutta la Spagna), ma la domanda sorge spontanea: perché far violenza sul povero tÃo per fargli cagare i regali? Lo avrebbe fatto comunque, visto tutto quello che mangia fra l’8 dicembre e il 24…
E qui un video della scena, nel caso vi sia venuto il dubbio che me lo stia inventando:
Se l’incitamento alla defecazione del tronco è il perno su cui ruota il giorno di Natale nelle case catalane, anche il presepe catalano ci tiene a ricordare quanto sia importante questa funzione fisiologica per l’umanità .
Ogni presepe catalano che si rispetti ha infatti, in un posto nascosto rispetto alla rappresentazione della Natività , anche il personaggio porta fortuna per eccellenza: il Caganer, l’omino in vesti catalane, camicia bianca e berretta rossa, che fa la cacca solitamente dietro a un cespuglio.
La connessione logica è che le sue feci fertilizzano la terra rappresentando quindi la prosperità e il buon raccolto. Io, che sulle tradizioni non sono schizzinosa, l’ho regalato al presepe della mia famiglia: male di sicuro non farà .
Se poi l’anno prossimo sarete di passaggio in piazza della Cattedrale a Barcellona entro il 24 dicembre, durante la Fira de Santa Llúcia, potrete apprezzare la figura del caganer in tutte le sua accezioni più moderne, ovvero con il volto di personaggi famosi: trovate sia gli intramontabili che quelli che hanno caratterizzato l’anno in corso.
E per chiudere con sontuosità , i Re Magi
La Spagna in generale fa le cose in grande per chiudere il periodo festivo.
Mentre in Italia ci immalinconiamo con l’Epifania che tutte le feste ci porta via, da queste parti si lascia tutto in mano ai Re Magi.
Che mica arrivano con una scopa calandosi di nascosto per il camino. Ci mancherebbe, sono dei veri re, loro, e si palesano senza vergogna fra le strade delle città spagnole la sera del 5 gennaio, invitando i bambini ad andare a dormire presto per avere il tempo di consegnare i regali in tutte le case.
Naturalmente fanno la loro apparizione anche a Barcellona, in coda a una grandiosa sfilata che poco ha che invidiare alle scenografie del Circ du Soleil.
Acrobati, canzoni, giochi di luce, caramelle lanciate alla folla, non manca niente. Nemmeno gli sponsor, ehm.
L’attesa dei Re Magi è in ogni caso sentitissima anche nei giorni che precedono il 6 gennaio.
È a loro che i bambini catalani inviano la letterina, la vera lista dei regali desiderati, visto che il CagatÃo ha spazio nello stomaco soprattutto per oggetti di piccole dimensioni…
E intorno alla letterina per los Reyes ruotano anche molte attività in giro per la città .
Il barrio di Sant Andreu per esempio ha montato una vera e propria Fabbrica dei Re d’Oriente, dove lavorano alacremente gli aiutanti dei Re, una sorta di elfi moderni che seduti alle loro scrivanie raccolgono e spediscono le letterine dei bambini.
Dopo i bei giochi di luce nel piazzale all’aria aperta, i bambini possono entrare nella sala delle scatole: pile e pile di scatoloni di cartone che gli elfi stanno etichettando e che contengono i regali richiesti nelle letterine.
Se passate da queste parti, questo spettacolo itinerante viene messo in scena fino al 4 gennaio dentro il recinto dell’antica fabbrica di filamenti Fabra i Coats, che ora è adibita a centro civico (una vera figata, da visitare in ogni epoca dell’anno, per inciso).
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E voi come state passando le feste quest’anno? Avete optato per il sempreverde Natale in famiglia oppure vi siete lanciati alla scoperta di nuove tradizioni?
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Per saperne di più su altre tradizioni catalane, leggi anche:
Le calçotadas in Catalogna e il detto che se non ti lecchi le dita…
Meraviglioso il CagatÃo!Io che sono di Alghero la canzone mi sa che me la rivendo in loco!
Potresti lanciare un nuovo business natalizio di successo! Oltretutto sta cosa di prendere il tronco a bastonate sembra sia un’azione catartica 😀
Mi hai convinta!
Un post memorabile, e dire che qui sono così schizzinosi che non avrebbero mai adottato una canzone e una tradizione simile!
Ma pure in Italia difficilmente attaccherebbe, ce li vedi i bambini italiani rompere il buonismo natalizio per prendere a mazzate il tronco?! 😀
Mi piace questa tradizione del Caga Tio 😀
A parte questo, io ancora oggi quando passo il Natale lontana dalla Sicilia mi intristisco…quest’anno fortunatamente siamo riusciti ad andare (ma oggi difatti ci è toccato lavorare).
Sono i duri compromessi dell’emigrante 🙂 Buon inizio d’anno!
Meraviglioso! Non conoscevo questa tradizione, e’ proprio carina! Buon Natale e buon anno in ritardo.
Buon anno nuovo anche a te, cara! 🙂