Preparativi per un divorzio: come ci si sente a divorziare a 30 anni

Divorzio: sempre dritti

Ci siamo, è arrivato il culmine della stagione, sono sicura che ve ne siete accorti anche voi. Siamo in quell’epoca dell’anno in cui le homepage Facebook si popolano di trentenni in abito da sposa, memorabilia di addii al nubilato, scenari da favola in cui gli sposi hanno detto sì, coppie che escono dalla chiesa mentre chili di riso gli si fiondano in testa: immagini che tutti, almeno una volta, abbiamo avuto fra le foto scorrevoli nelle nostre socievoli pagine.

C’è stata un’epoca in cui quella sposa sorridente ero io, un’epoca in cui anche il mio profilo Facebook conteneva un album con le foto del mio matrimonio, prontamente cancellato quando sono entrata nel club delle donne che divorziano a 30 anni. I classici scheletri nell’armadio, esatto. A mia discolpa (se può servire) adduco il fatto di non aver mai usato come immagine del profilo una foto di quel giorno lì.

E comunque, mentre le mie coetanee fanno l’ultima prova vestito o postano foto della loro migliore amica che indossa la fascia I’m the bride! e il cerchietto da addio al nubilato (con annessi falli di plastica), io che faccio? Approfitto della nuova legge e preparo le carte per il mio divorzio breve.

Mi sento un po’ fuori tempo, lo riconosco. Una sensazione simile a quella di quando a 16 anni le tue amiche si ingegnavano per poter ballare tutta la notte in discoteca mentre tu facevi di tutto per non addormentarti, stesa sul letto, smaniosa di terminare la lettura di “Cent’anni di solitudine“.
O forse è il contrario e in realtà sono andata avanti troppo in fretta: la mia vita sentimentale come in una versione al femminile di Benjamin Button che inizia con una relazione decennale, segue con un matrimonio che non resiste alla stanchezza e poi finalmente spazia verso la sperimentazione e la ricerca delle farfalle nello stomaco. Proprio quando gran parte delle altre trentenni sono concentrate a scegliere l’agognata chiesetta di campagna in cui gli invitati le ammireranno unirsi per sempre con l’uomo della loro vita, trovato dopo una lunga serie di avventure ed errori sentimentali da ventenni.

Insomma, è un periodo un po’ così, in cui si stanno chiudendo molte pagine, il libro dei trent’anni inizia a farsi piuttosto interessante ma la mente ritorna anche alle scelte dei venti.
E quindi fra le tante cose da scrivere, i progetti da iniziare, i corsi da seguire, nella to do list dell’estate 2015 c’è anche la voce “divorziare a 30 anni e qualcosa“.

Avrei preferito un “organizzare il prossimo viaggio”, ma tant’è. Una cosa per volta.

—⭐︎—

Se ti interessa saperne di più, leggi anche questi articoli:

Giustamente lo chiamano divorzio breve
Le cose da non dire a un’amica che divorzia
La separazione la dettano gli scatoloni, non il divorzio breve

43 risposte a “Preparativi per un divorzio: come ci si sente a divorziare a 30 anni”

  1. Fa male anche scriverlo, vero?
    Quasi 4 anni fa, esattamente in questi giorni,
    la trenetenne in questione ero io.
    C’è anche nella mia lista: preparare docu divorzio.
    E nonostante l’ineluttabilitá della scelta (che farei purtroppo ancora – non si sopravvive in un matrimonio fallito) fa male.
    Inutile.
    E quelle foto sono uno schiaffo non da poco.
    Complimenti. Bel blog.

    1. Grazie Nazaria, fa meno male del primo step della separazione, a essere sincera. Però ecco, piacere non fa, occuparsi di questa to do list.
      Sono contenta che ti piaccia il blog e che possiamo condividere delle esperienze comuni 🙂

      1. Ne convengo. Ma prendere atto di una cosa crea sempre dolore. Anzi adesso c’è una sorta di residuo, uno strascico. È così. Doveva (almeno nel mio caso) andare così, ma è e rimane comunque un momento buio.
        Il tuo blog è bellissimo. Condividere lo sarà altrettanto.

  2. Invece bello potersi liberare anche legalmente di un errore, poter tornare libere anche da quel punto du vista. E comunque, i trent’anni sono molto meglio per l’amore o anche solo il sesso, dei venti: e le farfalle nello stomaco vengono anche a sessanta, quindi, che ci frega? A me le sposine fanno sostanzialmente pena.

    1. Bella Spersa, ormai lo so che so di te posso contare per un consiglio che mi rimette dritta 🙂
      Devo dire che avevo notato che i 30 sono meglio per amore e sesso, mica lo nego. Mi sento decisamente più a posto che di quando ero nei 20. Mi rimane solo il pensiero di essermi persa qualcosa nel decennio precedente.

      1. Quello pure a me, ma possiamo recuperare adesso!

        1. Ok quindi ti unisci a me e famigliacomponibile in una notte di bagordi a Barcellona? Altre idee di recupero?

          1. Cazzo volentieri!!

          2. Io qui sto, divano letto incluso 🙂

          3. Pure io!

          4. Chiaro!

  3. abbiamo la stessa lista, la stessa (presumo) età e, credo, la stessa (comunque) amarezza

  4. Quanto mi ci ritrovo in questo tuo scritto… a me sono passati gli anni senza nemmeno accorgermene… separata fisicamente a gennaio 2009, consensualmente e legalmente a gennaio 2012 e divorziata…. non ancora. all’epoca avrei dovuto aspettare i 3 anni dalla separazione per poter chiedere il divorzio e non sai quanto mi rodeva, ora, l’anno scorso ho contattato il mio ex per chiedergli se conosceva un avvocato che a prezzo stracciato ci avrebbe aiutato (visto che per il divorzio è necessario a contrario della separazione dove ho fatto tutto io…), ma non si è fatto più sentire :D.. tipico!
    Passiamo alle notizie importanti…. ieri ho fatto il TRANSFER…. aiutoooooo!!!! cosa devo fare ora? riposo assoluto no e va bene, vita normale e va bene, ma sono in panico!

    1. Beh cara, continua a cercarlo però! Mica puoi lasciare tutto così nel silenzio no?
      Ora passo nel tuo blog a leggere il resoconto del gran giorno!

      1. Non ho ancora finito di scrivere del grande giorno….. più tardi lo troverai sicuramente… ora ho solo tanta paura… speriamo che vada tutto come deve andare….

  5. Triste…un poco triste…ma tu mi sembri un leone, per cui…forza ne hai da vendere.

    1. Sono un leone in senso zodiacale, questo sì. A volte leonessa quando mi girano. E che la forza sia con me! Grazie 🙂

  6. chiudere quella pagina è necessario, indispensabile. Fa parte di te, ma è meglio relegare tutto in un angolino. Hai già fatto tesoro di quell’esperienza, ora si tratta solo di mettere il punto alla fine di quella frase.
    E il prossimo viaggio non tarderà troppo ad essere organizzato.

    1. Vero Stefano, grazie del tuo pensiero. Spero di essere convocata presto per mettere il punto e chiudere il capitolo!

      1. Io di anni ne ho quasi 33…e 2 mesi fa ho lasciato la casa di mio marito perché sostanzialmente non ero felice…da sempre mi accompagna un senso di angoscia, di inquietudine a cui non ho mai saputo (o voluto) dare un significato…fino al giorno in cui mi sono detta: “non so cosa,ma voglio altro”. E si..ti senti vecchia, molti dei miei coetanei sono già al secondo figlio..e io sono ancora qui..a chiedermi se faccio bene a buttare tutto all’aria..terrorizzata all’idea di non trovare mai l’amore che sogno, di non avere molto tempo per concepire un figlio…ditemi ragazze…è passato qualche anno..ce la si fa?

        1. Ce la si fa, Valentina. Anche se ora sembra caderti tutto addosso. Un pezzetto alla volta, e ti ricostruirai come desideri 🙂 Forza!

  7. stessa parabola, con la felice differenza che nel mio caso, essendo io molto allergica ai matrimoni da sempre, si trattò di sola convivenza, senza foto o documenti di cui occuparmi. Stesso dolore però e stesso senso di fallimento. Al contempo, l’unica cazzo di scelta della mia vita di cui vado fiera. (Quelli che credono che chi convive non pensi al “per sempre” sono guarda caso le stesse sposine che mi fanno pena).

    1. Ho sempre avuto un debole per le donne così cazzute…

      1. Stefano, ho come l’impressione che su questo blog ne stiano passando diverse, di donne cazzute 🙂

        1. assolutamente sì, in primis chi possiede il blog!

          1. 😉 a mali estremi…

    2. La separazione è difficile sempre, qualsiasi sia il contesto, e “l’illusione del per sempre” si instaura anche senza qualcuno che offici la cerimonia. Ti confesso però che mi sarei sentita più a mio agio se non ci fosse stato un contratto di mezzo e il dover coinvolgere altre persone a sancire legalmente la scelta di lasciarci. La tua allergia ai matrimoni è stata molto utile e ti ha salvato qualche rogna 😉

      1. sicuramente è più facile, e soprattutto più breve! Però anche una convivenza coinvolge persone e famiglie e contratti (per dirne uno, quello di affitto. Oppure quello di lavoro, visto che io interruppi pure quello). Mia madre poi voleva chiamare un esorcista e ancora oggi, ti assicuro, quando il discorso cade sul passato scende un imbarazzo assurdo. C’ho la lettera scarlatta.

        1. ahahaha che tua madre e mia madre conoscessero lo stesso esorcista?!? perché anche con me ci hanno tentato 😀 la lettera scarlatta ci fa un baffo, cara. Ma si può?!?!

  8. […] 30 e qualcosa, “Preparativi per un divorzio”: C’è stata un’epoca in cui quella sposa sorridente ero io, un’epoca in cui anche il mio profilo Facebook conteneva un album con le foto del mio matrimonio, prontamente cancellato quando le cose hanno iniziato a girare male. I classici scheletri nell’armadio, esatto. A mia discolpa (se può servire) adduco il fatto di non aver mai usato come immagine del profilo una foto di quel giorno lì. […]

  9. Beh ragazzi, che bello tornare a casa la sera e leggere tutti questi bei messaggi, grazie per il supporto! 🙂

  10. Grazie cara, allora presto facciamo una festa blogghera delle neo divorziate?! 😉

    1. Volentieri! Cin!

  11. Io non credo nel matrimonio, e devo dire nemmeno nel per sempre. Però, per fortuna, le sposine non mi fanno pena, mi lasciano nella serena indifferenza, per fortuna viviamo anche la vita sentimentale, che è comunque una sovrastruttura umana, ciascuno come meglio crede.

    1. Ci mancherebbe ‘povna, ognuno fa le sue scelte in base ai propri valori. Io sono stata sposa in un’epoca in cui al per sempre manco ci pensavo concretamente. Mi sono sposata credendo nel presente e nella gioia di quel tempo lì, con la disarmante convinzione che quello che veniva dopo sarebbe potuto andato solo bene. A conti fatti, sono stata una grande ingenua. Però è stato tutto una grande esperienza di vita.

      1. Ma infatti, è esattamente il motivo per il quale dico che dire (perdona il bisticcio) che le sposine mi fanno pena non mi piace. Ognuno fa quello che si sente, e per quanto mi riguarda mi considero sentimentalmente abbastanza risolta di mio da non provare pena per le scelte sentimentali del mio prossimo, per quanto simili o viceversa distanti dal mio modo attuale di sentire possano essere! 😀

        1. sono d’accordo 🙂

  12. ne ho 29 (ancora per poco), ma sono molto più consapevole, sicura di me stessa, intraprendete e, perchè no, pure più bella di quando di anni ne avevo 20.
    E le scelte fatte durante quel decennio, un po’ si “pagano” effettivamente.
    Per fortuna ho avuto un buon esempio, tanto che ho sempre scelto di non far mai girare la mia vita e i miei sogni attorno a un uomo. Prima ci son io, poi il resto. Sarà anche egoistico, ma ha funzionato… se non avessi pensato così, forse anche io oggi sarei tra quelle spose vestite di bianco sulle bacheche dei miei amici di facebook.

    Che dire, sicuramente quello che hai passato è stato orribile e difficile, ma accidenti, hai cambiato vita, hai intrapreso un’avventura che in pochi a 30 anni si permettono di fare. Rischiare, cambiare e partire. Sarà che un po’ la vita ti ci porta e ti ci costringe a certe scelte, ma tant’è, ce in molti non lo fanno.
    Forse i documenti per il divorzio ti aiuteranno a liberarti di ultime piccole zavorre, e ti sentirai ancora più libera di prima.

    un abbraccio

    1. Grazie Elly, effettivamente la separazione per quanto difficile ha anche poi avuto delle conseguenze che hanno cambiato in meglio la mia vita, quindi se dovessi fare un bilancio globale, è stata decisamente la scelta giusta. Grazie per il tuo commento, avere cura di se stessi prima che degli altri è una delle cose che ho imparato con gioia a fare in questo nuovo decennio 🙂

  13. mi piace il tuo blog. grazie per la condivisione. per me storia simile (convivenza, non matrimonio). ti abbraccio e mi iscrivo come follower.

    1. Grazie Caterina, benvenuta! 🙂

  14. Commento un’altra volta qui, mi sto proprio appassionando al tuo blog!
    Ho 27 anni, non mi sono mai sposata ma, paradossalmente, è come se avessi divorziato… Sono stata per cinque anni con un ragazzo e quando avevo 22 anni ho deciso di interrompere bruscamente la storia perché mi sono innamorata di un altro. Sì, lui è stato male, e no, io non avevo la testa per capire che lui soffriva. Forse anche per la giovane età — forse a questa età non rifarei le cose come le feci allora — ho sottovaluto molto l’impatto che le mie azioni avrebbero avuto su di lui.
    Non c’era una vera e propria convivenza tra noi, lui però, dato che io vivevo già da sola, passava molto tempo a casa mia per non stare con i suoi genitori, con i quali non aveva un buon rapporto. Insomma, quando l’ho lasciato è stata la catastrofe.
    Tutti i “nostri” amici sono diventati “suoi”, a parte uno (davvero! Uno di numero).
    Lui ha sostanzialmente costruito la sua “nuova” identità intorno al fatto che ha subito un immenso torto da parte mia, e ancora oggi, dopo sei anni, non mi saluta se mi incontra per strada, tanto per farti capire.
    Non so neanche io quanto questa storia mi abbia cambiato. Sicuramente tanto, e per certi versi immagino che non sarò mai più quella che ero prima perché il suo comportamento mi ha profondamente deluso. Gli ho anche scritto una lettera, tempo dopo, chiedendogli scusa e cercando di farlo riflettere sul fatto che era grottesco non salutarsi nemmeno, dopo tutto il tempo passato insieme.
    Niente, non c’è stato niente da fare.
    A tutt’oggi, in cui io ho decisamente una mia vita, non credo di essere mai riuscita a superare il trauma di non avere più amici e vita sociale di punto in bianco, per aver lasciato il mio ex. Dentro di me è rimasta una tristezza che non riesco a mandare via. Spesso è pensato di cambiare città, ma non ho i mezzi per farlo perché sto ancora studiando. Ma a volte penso: cavolo, parlo quattro lingue, ho una laurea e sto per prendere la seconda… Possibile che io sia solo questa grande tristezza, questo fardello… Possibile che io sia tutta qui, che la mia vita, dentro di me, sarà sostanzialmente sempre ferma a quel momento di sei anni fa?
    Mi sono fatta nuovi amici, ho anche cambiato università… Ma nel profondo, c’è una parte di me che è profondamente inespressa.

    S

    1. Ciao Serena, sono contenta che il mio blog ti stia piacendo 🙂
      Mi spiace molto per l’esperienza che hai avuto; purtroppo lasciare è sempre molto difficile, soprattutto per la solitudine che ne consegue. Chi viene lasciato ha molte più probabilità di essere visto come la parte debole della coppia, e quindi attirare la benevolenza degli “amici”. È successo anche a me, per fortuna con persone che non reputavo fondamentali per la mia serenità. Certamente tu NON sei solo quel fardello di tristezza, ci mancherebbe! Non lasciare che quell’evento passato definisca chi sei. Hai fatto una scelta, e pure saggia, visto che non c’è niente di più sbagliato che stare con una persona che non amiamo — e alla lunga hai dato l’opportunità a lui di rifarsi una vita ed eventualmente trovare qualcuno che lo ami. È tempo che anche tu ti conceda la tua opportunità, smettere di flagellarti per una decisione saggia, e voltare pagina: se ti sei fatta nuovi amici e cambiato università, puoi dare spazio alla te stessa che vuoi essere, non a quella che è stata colpevolizzata dagli ”amici” (da chi poi? da gente che non c’entrava nulla con voi?).

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