Ma oggi lavori? – chiede mia madre su whatsapp
Perché non dovrei?
Perché domani è Ferragosto.>
Ah, la beata ingenuità del genitore insegnante e dei suoi tempi estivi dilatati!
Alla Clinica non esiste il Ferragosto – le dico, già che non esistono nemmeno Natali, Pasque o domeniche. Se ti tocca, puoi essere presente in qualsiasi dei 365 giorni dell’anno.
Quando ero piccola il Ferragosto voleva dire che le vacanze stavano per finire e la scuola avrebbe riaperto in un men che non si dica. Da quando lavoro il Ferragosto è una data perno su cui ruotano le ferie degli altri, lo spartiacque fra chi prende le prime due settimane di agosto e chi invece le ultime due. Il Ferragosto è il giorno della malinconia per i primi e dei sorrisi per i secondi. Poi ci sono anche quelli delle due settimane centrali, che a Ferragosto si sentono a metà cammino e si crogiolano fra il bicchiere mezzo pieno e l’altra metà vuota.
Durante la mia vita da impiegata a Milano, facevo parte della categoria prima metà di agosto. Perché c’era il mio compleanno di mezzo e si ritornava sull’Isola con la nave Tirrenia. La prima parte della vacanza era una delle mie preferite, la fila delle macchine pronte a imbarcarsi al porto di Genova, il tramonto mentre la Janas si allontanava dalla costa ligure, la notte sui divanetti insieme ad altri emigrati di ritorno e vacanzieri, l’arrivo all’alba e l’attraversata on the road da Porto Torres fino al Campidano.
il porto di Genova prima della partenzaRicordo la sensazione di incredulità la prima volta che ebbi delle ferie ufficiali, dopo un anno di lavoro nell’ufficio milanese in cui analizzavo dati e che mi faceva piangere la sera. Avevo lavorato così tanto, all’attivo un numero indefinito di straordinari non pagati, che quando finalmente arrivò il giorno di caricare le valigie in macchina e partire verso il porto di Genova mi sentivo in colpa. In colpa per avere delle ferie, per essere in procinto di prendermi un periodo di riposo.
Non ho nostalgia di quei tempi, di quello stress da vita d’ufficio. Ma sì ho nostalgia di quell’inizio di vacanza, della sensazione di allontanarmi lentamente dalla terraferma per avvicinarmi ora dopo ora all’Isola e di vederla spuntare all’alba, quando gli ufficiali della Tirrenia ci svegliavano alle 5 del mattino per avvisarci che era ora di prepararci perché saremo arrivati a breve. Sentivo sciogliersi lo stress degli ultimi mesi e il corpo che chiedeva solo spiaggia, sole e pranzi in famiglia, da cui poi uscivo satura alla fine delle due settimane.
Insomma, guardo le vostre pagine Facebook piene di calette dalle acque cristalline, aperitivi in spiaggia al tramonto e inni alla vita che sembra manifestarsi nella sua pienezza solo durante le due settimane di ferie. Ero una di voi, fino a quando non ho detto basta anche a quello.
❣
A proposito di viaggi verso la Sardegna:
Traghetto per la Sardegna: riuscire a dormire in passaggio ponte
Tornare a sorpresa in Sardegna: sensazioni di un viaggio in treno
Magari tornerai ad esserlo, chi lo sa, la vita è lunga e ci riserva continue sorprese. I tuoi ricordi sono anche i miei: mia mamma è nata nell’Isola, io ho la pavoncella tatuata sul collo, i ricordi più belli della mia infanzia sono i viaggi sulla Tirrenia, i marinai che ci bussavano mille volte alla cabina per farcela liberare, io e mia sorella pazze di gioia che ci affacciavamo al finestrino guardando la terra illuminata dal rosa dell’alba che si avvicinava. Volevamo correre subito al bar per fare colazione col cornetto alla ciliegia confezionato (ho dieci anni più di te, è solo dopo sono arrivati quelli freschi 😉 ) e il latte col cacao.
Ho continuato a viaggiare con la Tirrenia fino a 3 anni fa, finché i traghetti non hanno alzato il prezzo dell’80% e non è stato più possibile prenderli. Ho fatto in tempo a far vivere le mie emozioni al mio piccolino fino ai suoi 5 anni e ancora mi chiede quando riprendiamo la nave. Adesso andiamo in aereo e sull’Isola ci muoviamo in bici. Va bene lo stesso, ma che struggimento i tuoi ricordi… Grazie! ❤️
Che bello, grazie per averlo condiviso! Sono ricordi molto simili allora 🙂 tu li hai vissuti da bambina, che probabilmente è ancora più bello. Ormai viaggiare con Tirrenia sembra essere carissimo, un vero peccato, la magia della nave che si avvicina all’Isola non è comparabile con il seppur bello atterraggio dall’alto, secondo me.
Che coincidenza, sto scrivendo un post sul ferragosto anche io 🙂 A me le vacanze estive in Italia sono sempre state sulle balle, specie quando andavo a scuola. Troppo lunghe e inoltre odiavo quella sensazione di immobilita’.
Io non tornerei mai ai ritmi non ritmi della mia vita italiana. Sono solo 5 anni che sono via ma mi sembra una vita fa…
Sottoscrivo, non tornerei a quei ritmi nemmeno io.
io mi annoiavo, rimanevo la maggior parte del tempo a casa e non vedevo l’ora di tornare a scuola.
Ma qualche po’ di ferie a un certo punto sì, o no?!
Buf, col viaggio di giugno mi sono fatta le ferie estive…ma il fatto che siano state due settimane in un Paese immerso nell’inverno hanno inciso molto sul non essermi sentita totalmente in vacanza.
a me manca la grimaldi lines che prendevo da barcellona per andare in sardegna. anche il viaggio era una vacanza….ora tutto in aereo 🙂
ciao Giu buona estate!
stavo pensando di prenderla Pa’, solo per il gusto di rifare l’esperienza…poi tornare indietro il giorno dopo 😀
buone vacanze isolane a voi!
ahahaha ma dura 12 ore!!!
[…] già raccontato di quanto il viaggio con il traghetto Tirrenia sia simbolico per me e rappresenti una porzione di vita passata. Lo strano destino mi ha rimesso di […]