Prime sensazioni post-trasloco

post-trasloco a genova

È stata una faticaccia. Svuotare la mia scatola di fiammiferi, eliminare quello che non valeva la pena portarmi dietro, regalare regalare regalare. Durante i traslochi vado alla ricerca di persone a cui regalare capi d’abbigliamento e oggetti. Le mie amiche hanno beneficiato di qualche vestito, prodotti di cura per il corpo, utensili da cucina, un porta vini, porta oggetti da parete, olio d’oliva del paesello in Sardegna, spezie e malloreddus. In più ho conosciuto Marian, impegnata in un’iniziativa solidale a favore dei rifugiati nei campi di Idomeni, in Grecia: a lei ho regalato due bustoni formato Ikea riempiti di lenzuola in pile, pigiami e pantaloni invernali.

E dopo vari viaggi al trastero piano piano la mia scatola è tornata al suo stato originale, quello in cui l’avevo conosciuta nel gennaio 2013. La mattina della partenza ho aspettato l’amica svizzera che mi ha gentilmente accompagnato all’aeroporto caricando sulle spalle uno dei due backpack, e ci siamo salutate di fronte a un panino al formaggio e un bicchiere di vermut bianco, per non dimenticare le nostre tradizioni.

Il viaggio di attraversamento mediterraneo è passato rapido, con tanto di colonna sonora malinconica nella mia testa. Sono melodrammatica in queste situazioni, lo riconosco, ma avevo trattenuto per così tanto tempo la tristezza della partenza, incastrata fra uno scatolone e l’altro, che il pianto mentre sorvolavo la Barceloneta è stato catartico.

Non è durato tanto, per fortuna, ero troppo stanca anche per piagnucolare a lungo. Un’ora e mezza più tardi sono atterrata dall’altra parte del Mediterraneo, di nuovo, ma stavolta per stabilirmi per un lasso di tempo più lungo del solito: il Guerriero mi aspettava nell’aeroporto di quella che sarà la nostra nuova città per qualche mese – Genova.

Un incrocio fortuito di scelte consapevoli, lungaggini burocratiche e istinto, ci ha portato in questa città portuale che io amo molto. Fedele al mio proposito “voglio vivere vicino al mare”, per il momento posso ritenermi soddisfatta, visto che questa è la nuova vista dal balcone di casa:

Genova-nuova-casa

Negli ultimi 4 giorni ho vissuto in una specie di bolla post-trasloco, fra pulizie, valigie da disfare (odio infinito), riempimento frigorifero e perlustrazione del quartiere. La prima sera sono andata a dormire con le lacrime agli occhi pensando alla mia scatola di fiammiferi arancione, piccola, colorata e vuota. Questo nuovo appartamento è più grande, e ha decisamente tanti vantaggi in più rispetto a quello della Barceloneta, ma per i primi giorni riuscivo solo a pensare “è troppo bianco”.

Ora mi sto abituando, l’organizzatrice compulsiva che è in me ha preso il sopravvento e si è già procurata un abbonamento mensile per i trasporti, un nuovo numero di telefono e un co-working da cui lavorare.

Il motivo che più di tutti mi ha demoralizzato all’arrivo è stato rendermi conto che dovrò di nuovo viaggiare tanto con i mezzi pubblici: niente più bici o camminate verso il centro. La città non si presta alle due ruote, non solo per le numerose salite del centro storico, ma proprio per la sua struttura e le strade a scorrimento veloce poco amichevoli nei confronti dei ciclisti. Dal nuovo appartamento al centro poi avrei da pedalare più o meno un’ora, durante la quale fare il pieno di fumi di scappamento. E nel quartiere in cui siamo a venuti a vivere, nemmeno l’ombra di una biblioteca che offra un servizio di linea internet sufficiente per permettermi di lavorare fuori casa: da qui la scelta del co-working, che ho inaugurato questo pomeriggio.

post-trasloco a genova

Inizio una nuova avventura, con tanti piccoli cambi ma soprattutto quello più grande: fino a pochissimo tempo fa tornare in Italia non era nei miei piani, e la sola idea mi gettava nell’ansia. E invece eccomi qui, a scrivere da una sala bianca, in un palazzo di fronte al Porto Antico.

Ancora una volta la vita mi dimostra che schermirsi dietro una “mai” è il modo migliore per far accadere le cose. E lei se la ride.

25 risposte a “Prime sensazioni post-trasloco”

  1. A Genova non ci sono mai stata ma mi ispira, con quel suo fascino grezzo da citta’ portuale. Sai gia’ quanto ti fermerai e dove sara’ la prossima tappa? Intanto ti auguro buona permanenza 🙂

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Esattamente Marta, fascino grezzo da città portuale, la descrive molto bene. E siccome è più o meno da lì che vengo (Cagliari è della stessa pasta…), Genova mi ha sempre ispirato. Non so ancora quanto mi fermerò, idealmente qualche mese…ma per il momento non riesco a fare altri programmi sul prossimo quando e dove. 🙂

  2. Ecco finalmente che sappiamo la nuova destinazione.
    Non conosco bene Genova, ci sono stato una volta sola e non l’ho visitata bene. Per cui conto di scoprirla tramite i tuoi racconti.
    E in bocca al lupissimo per la nuova avventura!

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Beh e se passi di qui fammi sapere! 🙂
      Crepi il lupo!

  3. Anche io sono curiosa di conoscerla attraverso i tuoi racconti. Poi con un’ora di treno arrivi in quello che per me è il posto più bello d’Italia: le Cinque Terre!!

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Vero, non vedo l’ora di prendere il treno! 🙂
      Come sta andando a Barcellona?

      1. La odio sempre di più, ma resisto 🙂

        1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

          che peccato…
          ma se la odi tanto puoi sempre andar via, nessuno ti obbliga a rimanere 😉

  4. Già 🙂 mai dire mai! Dai, sarà una splendida avventura!

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Grazie! 🙂

  5. Benvenuta nella mia città!

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Grazie!! 🙂

  6. Dai!!! Che bello Giulia! Siamo vicine allora…io Torino. Ci organizziamo se puoi/vuoi. Io penso sempre che conoscere persone così in gamba come te sia un vero miracolo di questi tempi. Naturalmente mi riferisco anche agli altri tuoi interlocutori di questo blog dei quali leggo i commenti. Sappi che ci sono 🙂 Genova la conosco poco ma mi piace per le sue atmosfere nostalgiche…capisco perchè De Andrè (che adoro) ne sia stato fortemente ispirato. Ottima scelta!

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Grazie Linda, sei sempre lindísima – come direbbero in Sud America 😀
      Probabilmente sarò a Torino nel fine settimana del 21/22 maggio, se segui la pagina Facebook di Trent’Anni e Qualcosa potrebbero esserci più dettagli in merito più avanti! 😉

      1. Benissimo! Ti seguirò di sicuro

  7. Manco per qualche tempo ed ecco qui che non scrivi più da Barcellona ma da Genova! Ora devo rimettermi in pari! Intanto un abbraccio enorme e spero vada tutto per il meglio 🙂

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Grazie Susanna! 🙂 Un abbraccio anche a te!

  8. Buon ritorno in Italia Giulia!!

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Grazie!! Tu sei pronta?

      1. Ancora no :'( Altri due mesi in italia (dai miei) per sistemare diverse cose. Poi parto 🙂

        1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

          Stringi i denti! 🙂

  9. ingegnerina dice: Rispondi

    Quando si dice mai e poi le cose accadono… Anche io forse torno in Italia!

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Che bella notizia!!! 🙂

  10. Americanah e il perché non mi abituo al ritorno in Italia dice: Rispondi

    […] A breve parlerò dei temi chiave del libro sul blog di Viaggio da Sola Perché, quindi lascio a quella sede gli approfondimenti sul tema del viaggio e dell’espatrio di Ifemelu, la protagonista della storia. Era da tanto che non mi appassionavo così tanto a dei personaggi e alle loro vicissitudini: sarà perché, anche se in un contesto totalmente diverso e lontano dal mio, io e Ifemelu abbiamo molti punti in comune. Prima di tutto l’essere emigrate da sole e l’aver deciso di tornare. […]

  11. #Music4Friday - sbadigli da un co-working assolato • Trent'Anni e Qualcosa dice: Rispondi

    […] arrivata a Genova già da una settimana, che si è incastrata nello spazio tempo e sembra non avere radici proprie. […]

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