Perché mi piace cercare lavoro

Una delle cose che ho sempre saputo fare meglio è cercare lavoro online.
Mi piace spulciare le piattaforme di lavoro online, investigare, leggere job descriptions, adattare lettere di presentazione e curriculum vitae.
Si, quelle cose per le quali la maggior parte delle persone della mia età si scoraggia dopo la prima ora.
Mi piace farlo per me ma anche per gli altri, ascolto le loro ambizioni e poi penso a che tipo di lavori potrebbero candidarsi.
Do molto valore all’adrenalina del momento in cui trovo l’annuncio lavorativo che mi calza a pennello, la fine della ricerca, la preparazione della candidatura e del colloquio di lavoro. 

Anni fa, durante il mio soggiorno francese, mi ero resa conto di quanto i miei amici fossero ferrati nel cercare lavoro. Io ero appena uscita dall’università, con un sacco di informazioni e teorie socioeconomiche per la testa ma zero idee su come metterle in pratica e guadagnarmi da vivere.

Un giorno il mio coinquilino alsaziano mi mise in mano un manuale e mi disse “inizia da qui”.

Era la guida 2006 sulle aziende che offrono lavoro in Francia. Una marea di nomi e descrizioni e consigli pratici su come creare la candidatura ideale.
Da quel giorno ho iniziato ad appassionarmi, ho fatto i miei primi colloqui di lavoro in Francia, cosa che mi ha poi notevolmente aiutato a cercare lavoro in Italia.

Abbattuta la barriera linguistica, non avevo paura di affrontare un colloquio di lavoro nella mia lingua madre. Con gli anni mi sono potuta permettere il privilegio di scegliere e cambiare lavoro molte volte, forse anche troppe.
Il mio profilo LinkedIn è una lista di esperienze lavorative che sfiorano al massimo i 2 anni di anzianità.
Ora nella mia vita a Barcellona ho sorpassato finalmente la barriera lavorativa dei 2 anni, che però mi sembrano volati, anche se ne sento gli effetti sulla cervicale.

Ogni tanto, quando ho i miei momenti di down e mi faccio prendere dalla smania di cambiare le cose, inizio a dare un’occhiata al panorama lavorativo e agli annunci di lavoro.
Mi immagino mentre faccio qualcosa di nuovo, mai provato. Aggiorno il curriculum aggiungendo dettagli. Bevo liste di job titles su LinkedIn vedendo quelli più appetibili nella mia zona.
Non ho ancora capito se queste attività alla fine fungono più da sedativi o da motivo di frustrazione.
Certo è che quando inizio a chiedermi “cosa vorrei cambiare nella mia vita lavorativa?“, vuol dire che le scosse telluriche non tarderanno ad arrivare.

Ah, naturalmente il momento adatto per fare tutto questo è, solitamente, la domenica pomeriggio.

—❣—

Quello che poi è successo nel futuro, lo racconto qui:

Di come ho trovato un lavoro da remoto e cambiato la mia routine: pro e contro di una nuova vita

4 risposte a “Perché mi piace cercare lavoro”

  1. Mi ritrovo perfettamente nella tua descrizione, anche io faccio le tue stesse cose. Magari potremmo aprire una società che aiuti le persone a cercare lavoro, che dici?

    1. giuliacalli dice: Rispondi

      Ma sai quante volte ci ho pensato? Però non tanto un’agenzia per il lavoro, quanto proprio un servizio coaching per migliorare le candidature degli altri 🙂

      1. Concordo: tempo fa discutevo con alcuni miei compagni di università e mi sono reso conto che quelle che per me erano le basi della ricerca, per loro erano cose mai viste/sentite!
        In effetti non è facile, anche perchè noi italiani non siamo per natura orientati al cambiamento (se vogliamo, ritorniamo al discorso dell’ansia che affronti in un tuo recente post), di conseguenza, finchè la nostra vita procede secondo standard (bassi) ben definiti, non ci muoviamo. Della serie “E tutto va bene”, senza che nulla cambi!

        1. giuliacalli dice: Rispondi

          È esattamente così, ho passato anni con colleghi che facevano lo stesso lavoro da anni e anni, ogni giorno una lamentela e una frustrazione…però continuano a stare lì. Lo stesso succede anche qua, e sai che ti dico, sembrano essere proprio le colleghe italiane quelle più tendenti a mantenere il posto nonostante non siano più contente. A conferma che anche superando i confini italici, la natura non mente.

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