Due anni fa, Quinto al Mare e sospiri

vista dalla casa a quinto al mare

Poco più di due anni fa tornavo in Italia per andare a vivere a Quinto al Mare, a Genova.
Poco più di due anni fa, dopo un trasloco quasi improvviso e una decisione presa senza pensarci troppo, avevo lasciato Barcellona, inscatolando tutta la mia vita barcellonese e riattraversando il Mediterraneo con un unico grande zaino in spalla.
Da sola, ma per poco, stavolta: il Guerriero era già lì ad aspettarmi.

Vedrai che bello l’appartamento in cui andremo a vivere. Ti farà passare la nostalgia di Barcellona.

mi diceva, per consolarmi. Nonostante fossi convinta della motivazione per cui stavo riattraversando il Mediterraneo, una parte di me non voleva credere di star mettendo un punto a un’avventura che fino a poco tempo prima non aveva una data di scadenza. Lasciare Barcellona, non ci avevo mai pensato.
Per il primo mese sospiravo a ogni piè sospinto e scrivevo post come questo (che ha data esattamente di due anni fa).

Poi mi sono arresa alla bellezza.

Ho vissuto per sei mesi a Quinto al Mare, al confine con Nervi, uno degli ultimi quartieri genovesi della riviera di Levante.
E ok la mia scatola di fiammiferi in Barceloneta, ok la vista del mare e dell’hotel Vela, ma qui, qui aveva ragione il Guerriero.
Non vivevo più in una scatola di fiammiferi, ogni mattina aprivo la finestra e vedevo il mare, TUTTO, fino alle coste francesi.

Quella vista meravigliosa, l’amaca in mezzo al salotto, le stradine che dalla collina scendevano verso il mare, il cappuccino del bar dove andavo più volte a settimana, la trattoria Piero 21, il gelato di Gaggero: mi hanno aiutato a sentirmi di nuovo a casa, come mai mi era successo in Italia (Sardegna a parte) pur trovandomi in un posto in cui non avevo mai vissuto prima.

amaca in salotto a quinto al mare

Quinto al Mare è stato il posto che mi ha fatta sentire bentornata in Italia.

L’appartamento in cui vivevamo era nella parte alta di Quinto, circondata da un bosco.
Quando scendeva la sera, si avvicinavano i cinghiali che grufolavano intorno alla casa.
Per scendere verso il mare prendevamo la scorciatoia dentro il bosco, attraversando un ponte di legno su un fiumiciattolo e poi il sottopassaggio di Corso Europa.
Uscendo dal bosco e iniziava Corso Europa, subito, a sorpresa e rumorosa.

Il sottopassaggio era uno stretto cunicolo di cemento che, se superato velocemente per non sopperire all’odore di orina di cane, ti teletrasportava in una dimensione parallela chiamata via Antica Romana di Quinto.
C’era il pizzaiolo che faceva anche la farinata, il cinema a una sala della parrocchia di San Pietro, la bottega del pane e dei viveri di prima necessità che profumava di prosciutto e focaccia, i giardini in cui fiorivano i glicini, le piante di nespole che sporgevano dai muri in cemento, le scalette in pietra da cui iniziavi a sentire il rumore delle onde.

tramonto a quinto al mare

Vivere a Quinto al Mare voleva dire andare poche volte in centro a Genova (soprattutto per due come noi, sprovvisti di auto e nauseati dal lungo tragitto del bus urbano), e molto più spesso scendere in spiaggia a fine giornata e mangiare la pizza direttamente dal cartone, seduti sui ciottoli. Una giacca leggera sulle spalle, il rumore delle stoviglie di cena nelle case a ridosso del mare. Il fondo delle barche ormeggiate che raschia contro il bagnasciuga.

Le onde a Quinto al Mare rumoreggiano dolcemente, e quando indietreggiano portandosi inevitabilmente dietro qualche ciottolo sembra che vogliano raccontarti i segreti dei fondali. Io ero tutta orecchi, e iniziavo a chiedermi come avessi fatto, fino a quel momento, a vivere lontana da un posto così.

Eravamo innamorati di Quinto. E quando dopo sei mesi abbiamo dovuto cambiare per spostarci verso il centro, lo abbiamo fatto sospirando più forte di quando siamo arrivati.

Il centro storico di Genova ci ha coccolato per un altro anno, dopo quei primi sei mesi di fronte al mare.
Sono già passati due anni, ma quando ripenso a quel giugno 2016 ancora sento chiaramente quel suono di ciottoli che indietreggiano e gli occhi mi si riempiono di Mediterraneo.

—❣—

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2 risposte a “Due anni fa, Quinto al Mare e sospiri”

  1. Forse avremmo tutti bisogno di un periodo a Quinto al Mare! Riconcilia con il mondo.

    1. Davvero, sì! 🙂

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