Ero appena arrivata da sola a Buenos Aires, era ottobre e il cielo non prometteva niente di buono, forse avrebbe piovuto o forse era la cappa di inquinamento che sovrastava l’Avenida Rivadavia a tappare l’aria.
Fatto sta che non mi sentivo esattamente a mio agio in questa città nuova, enorme e caotica. Camminavo in esplorazione solitaria, direzione Congreso, quando fra le pareti grigie d’improvviso uno scoppio di colori mi cattura lo sguardo.
Visto da vicino era un ammasso di geometrie e linee ondulate parallele, però facendo due passi indietro l’immagine completa si rivelava in tutta la sua bellezza.
Ogni tanto riguardo questa foto e ricordo la sensazione di quando ho scoperto che dietro quelle linee e sfumature c’era un sorriso.
Credo sia questa una delle immagini simbolo delle mie peregrinazioni bonarensi e del viaggio solitario in Argentina: scoprire l’immagine completa facendo due passi indietro, andare oltre l’ammasso di geometrie apparentemente senza senso e godere del contesto.
Applicare questo insegnamento alla vita di tutti i giorni è stato poi il passo seguente.
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È davvero un bel consiglio di vita, grazie di averlo condiviso.
grazie a te per averlo commentato 🙂
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