In preda a un jet-lag che mi fa addormentare alle dieci della sera e svegliare alle sei del mattino, ho ripreso la mia vita a Barcellona. Sono scesa dall’aereo giovedì scorso dopo 30 ore di viaggio e andando direttamente in Clinica per un pomeriggio di lavoro. Una pazzia, maybe, ma mi è servito per riprendere subito il ritmo, rientrare nel mio mondo con entrambi i piedi e addormentarmi tranquilla la sera. È stata dura eh, ma avevo bisogno di recuperarmi presto per poter godere subito del rientro all’estate.
Sul taxi dall’aeroporto verso casa, giovedì pomeriggio, guardavo Barcellona avvicinarsi e il mio unico pensiero era “Finalmente a casa! Estate! Sole!“. Intanto riordinavo i pensieri sull’Australia che mi sembrava di aver vissuto per settimane, inframmezzate da un vita su un aereo in cui le uniche attività per troppe ore sono state mangiare, guardare film, cercare di dormire e farmi venire il torcicollo. Emirates wins, comunque.
Due settimane a Melbourne e dintorni effettivamente sono pochine, ma posso dirmi soddisfatta di quanto ho imparato durante questo viaggio. Mi sono fatta una cultura in canzoni pop e tv australiana, animali esotici, società aborigena e vita dell’immigrante italiano in Australia: ecco qualche consiglio per chi sta organizzando un viaggio nella regione di Victoria.
Il mio quartiere preferito di Melbourne
Sono incerta fra due zone della città.
La prima è Fitzroy, il quartiere ideale per un giro fra i negozi vintage di Brunswick Street, i mercatini hipster come il Rose Street Market e la street art dei migliori artisti locali che sbuca sorprendentemente voltando l’angolo.
Il secondo quartiere che sceglierei è Brighton Beach, super posh ma di fronte all’oceano e sede di uno dei paesaggi più classici di Melbourne, la spiaggia delle Brighton Bathing Boxes. Ci si arriva in mezz’ora, prendendo da Flinders Station il treno per la Sandringham Lane, fermata Middle Brighton.
Arrivare ai casotti non è facile, per il semplice fatto che ci sono pochi attraversamenti pedonali lungo la trafficata Esplanade, quindi attenzione!
Questo rimane nei i ricordi come il quartiere in cui io e mio padre ci siamo persi quando ormai il sole era calato e una coppia di anziani australiani ci ha guidato accompagnandoci alla stazione: la signora aveva studiato italiano all’Università per Stranieri di Perugia negli anni ’60 e aveva fatto la baby sitter a Roma, per cui il marito voleva a tutti i costi che ci parlasse in italiano, senza grande successo.
Per conoscere più da vicino la cultura aborigena:
Di luoghi ce ne sarebbero tanti, e probabilmente bisognerebbe realizzare un turismo mirato per entrare profondamente nel tema. Io ho apprezzato molto la bellissima mostra First Peoples, esposizione permanente del Melbourne Museum.
Il fatto è che l’Australia come la conosciamo oggi nasce grazie alla sottrazione delle terre aborigene, e il primo atto di appropriazione della terra fu una vera e propria truffa ai danni delle popolazioni autoctone che solo da qualche anno il governo australiano sta cercando di compensare. Come? Affiggendo una placca commemorativa in qualsiasi luogo pubblico, dagli ospedali alle scuole, alle strade, giusto per ricordare alla gente che sta passando in quella che fu la terra degli Wominjeka, primi abitanti della regione di Victoria. Prima li derubano e ghettizzano e dopo un centinaio di anni mettono una placca per chiedere scusa, va beh.
Per fare un buon tour di Melbourne a basso prezzo:
Affidatevi al Melbourne Free Walking Tour, formula che si sta diffondendo in molte città del mondo e che ebbi modo di conoscere a Buenos Aires.
Si cerca il punto di ritrovo per la partenza, a Melbourne è la National Library, e l’ora del giorno in cui si vuole partecipare (un tour parte la mattina e uno al pomeriggio). Le guide sono del posto, molto ben informate, e vi porteranno in giro per la città per circa tre-quattro ora raccontandovi fra le altre cose i segreti di Melbourne, della sua scena street art, dei locali di Chinatown in cui vale la pena mangiare e dei teatri in cui si nascondono fantasmi. Il prezzo del tour lo decidete voi alla fine, offrendo una mancia libera alla guida, se vorrete (ma scommetto che lo farete!).
Per mangiare e fare shopping a prezzi contenuti:
Provate gli stand gastronomici del Queen Victoria Market, bellissimo da girare, fotografare, odorare e assaggiare.
Aperto la mattina in tutta la sua magnificenza, il mercoledì sera offre un’apertura speciale con tantissimi chioschetti di street food, cibo da tutto il mondo, musica dal vivo e qualche bancarella per lo shopping.
E per lo shopping pre-partenza e l’acquisto dei classici souvenirs australiani, ci sono metri e metri di bancarelle pronti a soddisfare qualsiasi gusto, anche i più discutibili (vedi alla voce zampe di koala o pelliccia di canguro).
E per un ritorno alla natura, qualche numero sulla mia esperienza
Con la premessa che non sono stata particolarmente fortunata negli avvistamenti della fauna locale.
Numero di canguri incrociati:
Qualche decina. Ma tutti insieme, felicemente pascolanti e attirati dalle mie noccioline al Phillip Island Wildlife Park.
Numero di koala avvistati:
Numero di aggressioni subite da parte di animali selvatici
Una, grazie all’emu pazzo che voleva rubarmi le noccioline.
Scorci oceanici di cui mi sono innamorata
Uno su tutti, Aireys Inlet, di cui ho già parlato nel post sulla Great Ocean Road.
Ma non riesco a dimenticare nemmeno l’emozione di Phillip Island e lo stare seduti in balia di un vento gelido ad aspettare i micro pinguini che tornano a casa da una giornata di pesca oceanica.
Vietato scattare foto, quindi purtroppo non ho testimonianza fotografiche della magnifica esperienza, a parte questa foto dell’oceano davanti a noi, direzione Polo Sud, prima che ci ordinassero di spegnere i cellulari.
Per maggiori info sopra i pinguini e la Penguins Parade, vi consiglio di visitare il sito del parco cliccando nella foto qui sotto, tratta dal loro sito web:
Caratteristica dominante della natura australiana
Il cielo.
Ho provato a spiegarlo a mio padre e sono quasi riuscita a convincerlo, ma il cielo che ho visto qui è il più grande in assoluto.
Ci sono momenti in cui sembra che ti avvolga totalmente, e le nuvole aiutano creando giochi di prospettiva incredibili. E questo non solo in mezzo alla natura, ma anche in città.
Unico punto da tenere in considerazione quando uscite a cielo aperto, attenti al sole!
Anche se non lo vedete, lui sta lì, dietro il buco dell’ozono più ampio del pianeta, quindi proteggetevi o vi ritroverete con il naso bruciato a fine giornata, anche se ha piovuto (non voglio immaginare cosa sia l’estate).
—☆—
Per altre info sulle tappe del viaggio, leggi anche:
5 cose da ricordare prima di venire a Melbourne
Paesaggi Australiani – appunti da un motel
I 12 apostoli, canguri, koala e altre cose che NON ho visto della Great Ocean Road
A volte vorrei che fosse anche la mia…ma purtroppo con il mio turno di lavoro pomeridiano che inizia alle 13 e finisce alle 21 è impossibile. Ci voleva il jet lag a rendermi più regolare 😉
Beh ma la notte è viva a Barcellona, soprattutto se puoi dormire la mattina dopo!!
Infatti questi orari sono sostenibilissimi in una città come Barcellona, pensa farli in una città nordica dove alle 7 di sera tutti chiudono i battenti!
Deve essere stata una bella esperienza!!! Mi sono sciolta alle foto di canguri e koala!
Si sono molto teneri da vedere…i canguri fanno un po’ impressione eh, sono belli grandi!
Aggiungo una cosa per quanto riguarda il cielo: io ho sempre l’impressione (forse per “colpa” delle nuvole) che il cielo di Melbourne sia BASSO…è vero che ti avvolge, ma quando è nuvoloso si ha quasi un senso di oppressione e non di apertura. Però si, è bellissimo e ogni giorno regala colori diversi….ho il cellulare pieno di foto del cielo di melbourne a ogni ora della giornata! <3
Si sono arrivata anche io alla conclusione che più che il cielo a essere particolare, sono le nuvole che si addensano in modo diverso e creano una sensazione di immensa apertura o di oppressione…come nella foto di Brighton Beach che ho messo su. Lo trovavo comunque bellissimo! 🙂
bè, le zampe di koala e la pelliccia di canguro sono davvero da censurare!
Concordo sulla tua descrizione del cielo, perchè è la stessa che abbiamo avuto noi. Anche sul discorso del sole, avendo provato sulla nostra pelle (in particolare mia moglie) l’esperienza di un’ustione con tanto di maglietta addosso!
Mi sto rendendo conto, però, leggendo i tuoi post, di quanto poco mi ricordi di Melbourne. In effetti, non mi aveva colpito così tanto, sono tifoso di Sydney!
Bei racconti, comunque, brava Giulia!
La prossima volta andrà a Sidney, ora ci tengo a fare il confronto! Grazie Stefano 🙂
A questo punto partirei subito!!!