La domenica pomeriggio anche a Belgrado la gente viene a passeggiare al parco.
Kalemegdan Park.
Tre ragazze sui 17 anni cantano la loro spensieratezza sedute su un muro della fortezza.
Due bambine biondissime posano mostrando le gengive all’obiettivo del cellulare materno. Dietro di loro il sole tramonta sul fiume Sava e sull‘Ada Ciganlija, l’isolotto verdissimo che i belgradesi definiscono la loro spiaggia cittadina.
La punta dorata e verde della Cattedrale ortodossa di San Michele Arcangelo spunta tra gli alberi alla mia sinistra.
La musica che si alza dagli altoparlanti degli spavlovi è stata una costante che non si è spenta mai durante questo soggiorno serbo. I locali notturni galleggianti che in realtà notturni non sono.
Hanno suonato senza sosta da lunedì, con un’unica interruzione giovedì notte.
Questa mattina alle 9:30, mentre salivo le scalette verso la strada acciottolata dietro casa, da uno splav esplodeva ancora la musica elettronica e l’eco degli instancabili che ballavano in pista galleggiava sull’aria silenziosa della Karađorđeva.
Mentre scrivo seduta a questa panchina sulla terrazza del parco, mi arrivano da qualche ansa nascosta del fiume Sava le note di balli da salone, potrebbe essere una polka.
Immagino le coppie che ballano con eleganza, un bicchierino di rakija appoggiato sul tavolino, mentre il tramonto chiude questa domenica su Belgrado.
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La fotografia di una domenica a Belgrado. Sembrano quasi i primi frame di un film
Sarebbe un film molto affascinante, come questa città! 🙂