La prima piccola rivoluzione del 2017 si è manifestata nella prima settimana di gennaio, su un Flixbus che da Zurigo mi portava a Genova. Dopo 10 anni di attività, ho deciso di chiudere sia il mio account Facebook che quello Whatsapp. Era una decisione che avevo in testa da qualche tempo ormai, ma non mi ero ancora decisa. Sapevo di volerlo fare, ma per pigrizia trovavo diverse scuse per rimandare. Eppure ogni volta che aprivo la mia homepage Facebook sentivo quel malessere che mi ricordava di darmi una mossa. Solo la calma post-natalizia è riuscita a coinvolgermi nell’umore giusto per farlo.
Come ho deciso di chiudere il mio account Facebook
Ero sul Flixbus, rilassata all’idea di avere davanti circa 4 ore di viaggio prima della sosta a Milano. Stavo leggendo le ultime notizie sul mio feed Twitter, quando ho visto questo articolo: Get your loved ones off Facebook [Tieni i tuoi cari lontani da Facebook, ndr].
È un articolo la cui versione originale risale a gennaio 2015, scritto in occasione di una delle più grandi modifiche fatte da Facebook alle condizioni di privacy per i suoi utilizzatori (l’ultima di una lunga serie).
È un articolo che si legge in circa 20 minuti, ma che riassume molto bene il modo in cui Facebook utilizza i nostri dati: se vi prendete la briga di leggerlo, sono sicura che – come me – scoprirete delle cose interessanti su quanta parte della nostra vita stiamo dando in pasto ai robot di Mark Zuckerberg.
Non essere pigra, mi sono detta – prenditi ‘sti venti minuti di tempo, già che su questo bus non c’è molto altro da fare.
Molte delle informazioni che ho trovato in questo articolo le avevo già lette in altri articoli. Ma ho potuto mettere insieme diversi pezzi della storia di cui ero all’oscuro.
Quello che Facebook fa con i nostri dati e che non mi piace per niente
La parte più impressionante di questo articolo è stata leggere una dietro l’altra le azioni messe in atto da Facebook, spesso senza che noi utenti ne siamo coscienti. Queste quelle che mi hanno impensierita di più:
- Facebook usa i nostri like in maniera arbitraria e non autorizzata, per raccomandare prodotti su cui non abbiamo mai cliccato, ma che compariranno comunque nelle bacheche dei nostri amici.
Avevo avuto i primi dubbi più di un anno fa: mi ero accorta che molti dei contenuti sponsorizzati che apparivano nella mia bacheca includevano i like di alcuni miei amici. Niente di male, ma la cosa mi puzzava perché si trattava di persone che erano solitamente molto caute nel mettere like nei post altrui. E ancora di mi stupiva che avessero messo un like a multinazionali o prodotti poco diffusi in Italia. C’erano delle incoerenze che mi puzzavano, e avevo iniziato a chiedermi cosa vedessero di me i miei contatti, a mia insaputa. Non c’è modo di controllarlo, ne di sapere quando Facebook decide di usare i nostri like senza permesso. - Anche quando non siamo dentro Facebook, i nostri dati di navigazione sul web vengono raccolti e utilizzati da Facebook per migliorare i loro algoritmi e conoscerci meglio. Ogni volta che una pagina contiene un tasto Facebook, le parole chiave della pagina che stiamo leggendo vengono associate a noi e magicamente i contenuti che vedremo nella nostra bacheca Facebook si adatteranno a quanto leggiamo quando navighiamo il web.
Ve ne siete già accorti, no? Non vi siete mai chiesti come fa Facebook a sapere che volete andare in vacanza in Grecia, o che state pensando a comprare un paio di stivali nuovi? O peggio, come si permette Facebook di consigliarvi la vitrificazione di ovuli, solo perché siete donne sui trenta e casualmente single? Anche in questo caso, non ci sono opzioni della privacy che vi consentono di disabilitare questo tracciamento del vostro comportamento online. - Facebook può usare il riconoscimento facciale (lo stesso con cui riconosce gli amici che non sono ancora taggati nelle vostre foto) per raccogliere dati circa il luogo in cui vi trovavate in una certa data. Farlo è un gioco da ragazzi, voi gli date la foto, e lui ci aggrega i dati GPS, data, ora, automaticamente contenuti nel file immagine.
- Usando Facebook, facciamo inconsciamente la spia sulle vite degli altri, anche di chi non è su Facebook o ha deciso di esserci con un account fake (es. con nome e cognome modificati, come facevo io). Se ad esempio avete fatto una sincronizzazione dei contatti con Facebook, cioè la funzione “Trova Amici” che vi permette di vedere chi – delle persone che conoscete – ha già un account, avete praticamente dato in pasto al robot tutta la vostra rubrica telefonica/email.
Il nostro beniamino social, quindi, ora sa chi sono i vostri contatti, vi dirà chi di loro è già registrato, ma si terrà ben strette le altre informazioni. È così che vengono creati i “profili-ombra“, cioè un database con tutti i dati che voi personalmente non avete mai inserito in Facebook, ma che lui conosce comunque, come il vostro numero di telefono o magari il vostro indirizzo di casa.
Fa lo stesso anche con i dati dei vostri amici/conoscenti che sono nelle vostre rubriche ma che non hanno mai aperto un profilo Facebook.
Esempio vicino, mia madre che riceve un’email da parte di Facebook, senza che nessuno l’abbia invitata a registrarsi: è Facebook che la vuole e la informa che già diverse persone che lei conosce personalmente hanno un account, perché lei ancora no?! - Ciò che scrivete su Whatsapp viene archiviato anche da Facebook. Si, ad agosto 2016 WhatsApp ci ha avvisato che voleva usare “le informazioni del vostro account WhatsApp per migliorare le pubblicità e la funzionalità dei prodotti del vostro Facebook”. Abbiamo seguito le istruzioni per bloccare questa comunicazione trasversale fra le due applicazioni, e ci siamo tranquillizzati sul fatto che Facebook non pubblicherà le informazioni che diamo tramite WhatsApp. Ok, non le pubblica, ma mica ci ha garantito che non le archivierà.
Quindi torniamo al punto precedente, gli algoritmi di Facebook sono contenti anche se non pubblicano: per loro è sufficiente archiviare e fare la gioia di terze parti che poi compreranno quei dati e ci faranno un bel gruzzoletto sopra.
Ma io non ho niente da nascondere, perché dovrei preoccuparmi di dare i miei dati a Facebook?

Photo: William Iven
Questa sembra essere l’obiezione più diffusa che ci auto-ripetiamo quando leggiamo questo tipo di informazioni; l’ho fatto anche io, diverse volte.
Il motivo per cui, secondo me, dovremmo rifiutare di condividere la nostra vita su Facebook, sapendo oltretutto che non si tratta di sola anagrafica ma anche di dettagli privati, immagini, letture e via dicendo, è che perdiamo il controllo dei nostri dati.
Facebook ci conosce meglio di nostra madre, meglio del nostro partner.
Sa dove viviamo, chi sono i nostri amici, quelli attuali ma anche quelli che risalgono ai tempi dell’asilo. Sa cosa mangiamo, dove andiamo in vacanza, sa quando cambiamo lavoro, quando ci tagliamo i capelli. Sa che libro stiamo leggendo, sa se stiamo frequentando un ragazzo nuovo prima che lo sappia il nostro giro di amici più stretto, sa se abbiamo intenzione di sposarci o se stiamo pensando ad avere un figlio. Sa se siamo malati e se siamo solo degli ipocondriaci. Sa se vogliamo dimagrire, sa con buona probabilità cosa voteremo alle prossime elezioni, sa se abbiamo tradito o se siamo stati traditi.
Non so, vi sembra poco?
Io direi che tutti, nessuno escluso, abbiamo qualcosa da nascondere a Facebook: e questo qualcosa si chiama semplicemente privacy.
Senza ricorrere ai massimi sistemi, pensate a quello che fate, immaginate, leggete, nella vostra vita quotidiana e che cercate poi sul web.
Ok, ora pensate a quante di queste cose condividereste tranquillamente con il vostro compagno o con i vostri migliori amici o con la vostra famiglia.
Magari il 70-80%, se vi va bene?
E che dire di quel 20-30% che vorreste tenervi per voi, perché si tratta appunto di pensieri intimi o fantasie o progetti che per il momento non siete pronti a condividere con l’esterno?
Indovinato, Facebook lo sa già, e non si farà scrupoli a venderlo al migliore offerente.
(Conoscete già il caso di scuola della tessera fedeltà del supermercato e dell’adolescente la cui gravidanza viene scoperta dalla famiglia prima che lei avesse modo di confessarlo, no?).
E poi c’è la questione del sovraccarico di informazioni e dello spegnimento del cervello mentre il pollice scorre sull’homepage
A tutta questa filippica incentrata sulla privacy, aggiungo poi una motivazione sentimentale, di pancia.
Ve lo confesso: erano mesi che aprire la bacheca Facebook mi creava un malessere da sovraccarico di informazioni.
Che fossero la guerra e le vittime in Siria, i gattini che rotolano su un pavimento in parquet, le foto di viaggi, di colazioni, le discussioni politiche, le riflessioni profonde e le frivolezze.
Era tutto lì, a portata di pollice e di curiosità morbosa.
Diverse volte durante la giornata, sentivo il bisogno di entrare su Facebook.
Avevo bisogno di staccare il cervello e scorrere l’homepage senza un motivo preciso, solo per il gusto di farlo.
Eppure la mia vita può continuare tranquillamente anche senza sapere che la mia ex compagna di liceo che non vedo da circa quindici anni, ha un nuovo compagno; o che amici di amici sono andati in viaggio di nozze in Papua Nuova Guinea; o che un tizio con cui non parlo da secoli ha tendenze razziste.
La maggior parte delle cose che leggevo sulla mia homepage Facebook aveva un impatto quasi nullo nella mia vita.
Però era un placebo per i momenti di noia. Era anche un placebo per quelle relazioni che si stirano stancamente da un anno all’altro senza reale interesse: avete presente, immagino.
Gente che è nella lista dei vostri amici Facebook perché “così rimaniamo in contatto” ma con cui avete poco o niente in comune, però fa brutto eliminare.
Gente con cui ricordate di essere stati amici ma che non si fa sentire mai ma proprio mai, e voi ancora meno con loro.
Gente. Parole. Rumore di fondo.
Per anni ho cercato di educare Facebook, chiedendogli di nascondere gli aggiornamenti sulle persone che non mi interessano veramente, o i cui pensieri mi offendono.
Ho sempre rifuggito il pensiero che valga la pena usare Facebook per rimanere in contatto solo con chi la pensa come me. Per me sarebbe equivalso a chiudermi in una bolla di pensiero: la stessa che, per esempio, pare aver fregato quella gran parte di statunitensi che credeva che Trump non avrebbe mai vinto le elezioni (a questo proposito, consiglio l’articolo: How We Broke Democracy, [Come abbiamo rotto la democrazia, ndr]).
Eppure Facebook non sembrava collaborativo: finivo sempre per vedere le stesse cose, lo stesso tipo di argomenti, ogni volta che aprivo l’applicazione. Per non parlare del fatto che, fra i quasi 500 amici che avevo in lista, continuavo sempre a vedere la stessa cinquantina di persone.
Ma dove stavano tutte le altre 450?!
Anche questo è uno dei trucchetti di Facebook che vale la pena tenere a mente, ma di cui non voglio parlare qui (questo post sta diventando già troppo lungo).
È così che Facebook ha iniziato ad annoiarmi, e a darmi questa sensazione di bolla informativa (sì, la stessa che avevo voluto evitare) e malessere. Allo stesso tempo, una parte recondita del mio cervello aveva bisogno della dose di Facebook ogni tot ore, una specie di iniezione di endorfine.
Una dipendenza che non mi piaceva per niente.
Inizialmente ho disattivato Facebook dal cellulare, per evitare l’effetto-automa con il pollice che scorre sullo schermo alla ricerca di qualcosa che valga la pena leggere.
Questo mi ha permesso di non aprire Facebook come prima attività della giornata (ancora prima di alzarmi dal letto), e pian piano mi sono accorta che l’impulso ad aprire la mia bacheca durante il giorno si attenuava.
Fino ad arrivare al viaggio in bus di cui sopra, e alla consapevolezza che ero pronta a lasciare definitivamente il mio mondo Facebook.
[Ammetto che ha avuto una certa influenza anche una puntata di Black Mirror, intitolata Nosedive e che vi consiglio di vedere. Guardatela, pensate a come usiamo i social media ora e quanto siamo lontani-eppure-così-vicini alla storia di Nosedive.]
E poi ho eliminato anche la pagina Facebook di Trent’Anni e Qualcosa
Avendo deciso di annullare i miei due account (quello di Giulia Calli, che è lo pseudonimo che uso per il blog, e il mio account “vero”), ho dovuto propendere anche per chiudere la pagina Facebook del blog.
In realtà, anche qui c’è stata una motivazione di pancia. Avrei potuto mantenere un account finto, senza amici, solo per mantenere in piedi la pagina.
Ma il punto è che anche la pagina Facebook di Trent’Anni e Qualcosa iniziava a crearmi malessere: assomigliava sempre più a un’alternativa al blog, un sostituto più immediato in cui scrivere.
Molto più facile pubblicare una foto sulla pagina Facebook con un commento, che non prendermi un’ora per scriverci un post qui su WordPress.
Molto più gratificante vedere i like aumentare sotto a un post Facebook, che fioccano più numerosi dei commenti a un post qui sul blog.
Semplicemente perché non solo per me, ma per tutti, usare il pollice per mettere un like da smartphone è molto più rapido che entrare in una pagina web, leggere un contenuto lungo e decidere di interagire.
Mi sono quindi resa conto che scrivevo per due pubblici diversi, quello più reattivo di Facebook e quello più riflessivo qui sul blog. Un doppio dispendio di energie che non mi piaceva più.
Chiudere la pagina Facebook del blog mi penalizzerà nella diffusione del mio contenuto?
Probabilmente sì. Niente come Facebook aiuta a diffondere i propri contenuti online.
Il vantaggio, però, è che non devo più preoccuparmi anche della pagina Facebook, e posso dedicarmi solo ed esclusivamente al blog.
Chi arriverà qui e deciderà di fermarsi, lo farà perché veramente interessato a quello che scrivo, e non perché ho scelto un’immagine accattivante per catturare l’attenzione del pollice-automa che scorre una bacheca Facebook.
Naïf? Forse. Ma se uno dei miei obiettivi è quello di recuperare più tempo libero per me stessa e per le cose che mi fanno stare bene, liberarmi anche dei fardelli social è quasi un obbligo.
C’è solo stato un piccolo compromesso da mantenere.
Per motivi lavorativi che eludono da questo blog, non avere uno straccio di account Facebook non è possibile.
Ne ho dovuto aprire un altro, completamente falso e con un’email nuova di zecca (non Gmail).
Un nome inventato, una data di nascita falsa, nessuna foto, solo pochi contatti che mi servono per continuare delle collaborazioni che non voglio tagliare.
Praticamente sono diventata un troll.
Però ci tengo fuori la mia vita reale, non accedo dal cellulare, e mi disconnetto ogni volta che ho finito di lavorarci sopra.
Lo so, non è sufficiente per combattere la spia di Facebook, la fuga di dati personali non è evitabile, ma almeno ne ho maggiore controllo.
—♥︎—
E ora tocca a voi!
Qual è la vostra relazione con Facebook?
Avete mai pensato di chiudere il vostro account storico?
Oppure non lo fareste mai, a prescindere da tutto?
—♥︎—
Leggi il resoconto che ho scritto un anno dopo aver fatto questa scelta:
Un anno senza Facebook e WhatsApp, o racconto di come si vive senza social network
Hai detto in modo cristallino quello che io penso da tempo.
Ho eliminato molti contatti da Facebook con cui non avevo più rapporti da tempo, ho eliminato ogni foto privata e attivato il controllo dei contenuti condivisi sul mio profilo. Non ho praticamente postato niente su Facebook negli ultimi tre anni. Lo stesso fa il mio fidanzato, e credo (credo) che Facebook non lo sappia che conviviamo da anni. Sono stata tentata più volte di chiudere il profilo e anch’io come te, ho eliminato l’accesso dal cellulare.
Mi sa che prima o poi passerò alla fase attuativa, come hai fatto tu, ma ci sono persone con cui non ho alcun contatto al di fuori di Facebook, e non li posso “educare” a scrivermi sulla mail, perché sono fatti così. Togliermi da Facebook equivale ad eliminare del tutto quelle persone dalla mia vita, e non sono sicura di volerlo fare.
Ci penserò su, grazie per questo post così articolato e ben spiegato!
Uhm, sul punto rimanere in contatto con gli altri, anche io ho avuto momenti di tentennamento per questo. So che ci sono persone pigre, che non hanno la minima intenzione di provare a comunicare in modo alternativo, ora che sono abituate ad avere tutto sotto Facebook e Whatsapp.
In queste prime settimane senza questi due colossi, è interessante vedere chi si prende la briga di comunicare in altro modo invece che tagliarmi fuori dalla loro vita; perché di modi alternativi per comunicare ne abbiamo a bizzeffe: email, chat di Gmail, Telegram, Skype, sms e chiamate…sono le mie alternative, ma sicuramente ce ne sono anche altre 🙂
Sì, è vero, e questo è quello che penso anch’io. Le persone che non voglio perdere sono quelle conosciute in Turchia, non hanno la mia mail (sono iscritta a Facebook con una mail che non esiste neanche più) e ho cambiato così tanti numeri di telefono da allora che anche se ce l’avessero non sarebbero più in grado di contattarmi. Inoltre avevo notato (con spavento, ma tant’è) che in Turchia Facebook era l’unico modo per comunicare sul web. Nessuno mandava mail, né usava Whatsapp. Solo ed esclusivamente Facebook. Tanto che, se dovevo comunicare qualcosa agli studenti, dovevo scriverlo su Facebook perché la mail non sapevano neanche trovarla. Questo intendo quando dico che nessun altro modo sarebbe in grado di aiutarmi a mantenere il contatto con loro. Ma immagino che quando anche questo rapporto si sarà diluito nelle pieghe del tempo, allora non avrò più remore a chiudere baracca e burattini! 🙂
Hai ragione. Io – come tanti – tengo Facebook per rimanere in contatto con persone che altrimenti avrei perso da tempo. La mia unica debolezza sono le fotografie, non tanto di persone, ma di luoghi… mi piace fotografare e ne carico spesso su Facebook. Ho pensato spesso a chiudere l’account, ma in un modo o nell’altro rimando sempre. Però l’ho tolto dal cellulare, ed è già un gran bel cambiamento.
È vero, toglierlo dal cellulare è un gran cambiamento. Io non ho mai avuto l’app Facebook, ma comunque avevo l’accesso istantaneo da browser. Fare il log-out definitivo e cambiare la password mettendone una impossibile da ricordare a memoria sono stati un gran bel deterrente 🙂
Facebook sul mio smartphone è stata eliminata quasi subito, prima di tutto per un aspetto “tecnico”: rimanendo aperta in background, mi esauriva in pochi giorni i Gb disponibili. E poi, c’era il problema del pollice anche per me.
Sto facendo un’attenta valutazione anche io. Credo che sia più un discorso di autoconvincimento. Sostanzialmente non uso più Facebook da tempo, condivido soltanto i post del blog. Però hai ragione tu, alla fine la pagina Facebook diventa un altro sforzo che non posso permettermi in realtà.
Probabilmente manterrò ancora Twitter, per il resto mi sto sempre più de-socializzando.
Io sto prendendo piede su Twitter, il mio account “vero” e che uso per rimanere in contatto con persone che conosco per lavoro mi dà molti spunti interessanti 🙂 può avere più potenziale di Facebook, a seconda degli argomenti che si trattano.
Io sto prendendo piede su Twitter, il mio account “vero” e che uso per rimanere in contatto con persone che conosco per lavoro mi dà molti spunti interessanti 🙂 può avere più potenziale di Facebook, a seconda degli argomenti che si trattano.
Ho un account Fb da fine 2007: il mio primissimo account è stato sostituito da uno nuovo di zecca nel Dicembre 2008 dopo circa 4 mesi di silenzio social (anche se, nove anni fa, i social non erano certo come adesso).
Mi è utile per tantissimi motivi Fb e il gioco vale la candela: condivido quello che voglio condividere, mi accerto di uscire da Fb quando sto per spegnere il pc e, sebbene sia consapevole del fatto che non basta x avere una privacy protetta al 100%, i pro sono maggiori dei contro.
La pagina Fb del blog mi serve essenzialmente per condividere post del blog o, saltuariamente, se mi serve qualcosa (ad esempio quando mi serviva aiuto per cercare qualcuno in grado di farmi la grafica del blog o qualcuno in grado di risolvere un problema con l’html) e oggettivamente il 90% delle visite ai miei post vengono da lì, chiudere la pagina sarebbe un suicidio per il blog.
A me invece è successo un po’ il contrario, da quando ho chiuso la pagina Facebook sto avendo molte più visite sul blog. Non so se sia perché sto lavorando anche molto sul “dietro le quinte”, o se sia un effetto traino della chiusura annunciata sulla pagina. In ogni caso, come ho spiegato nel post, per me la pagina Facebook del blog stava diventando un placebo che mi allontanava dalla scrittura sul blog. E soprattutto mi teneva un po’ schiava dei like e dei numeri di “reach”, senza avere poi lo stesso riscontro sul blog.
Credo che l’utilizzo dei social abbia un’utilità variabile a seconda degli argomenti che si trattano e del tipo di pubblico che ci si è costruiti con il tempo 🙂
Per quanto riguarda il Facebook “a uso privato”, ognuno valuta i pro e i contro dell’usarlo o meno; secondo me basta rendersi conto di quando l’uso diventa “forzato” e dà pochi benefici, come è successo a me 🙂
Anche io sono stata spesso tentata di chiudere il mio profilo e credo di non averlo fatto per pigrizia, soprattutto. Pero’ l’ho disinstallato dal cellulare anche io, perche’ mi rendevo conto della perdita di tempo che rappresentava lo scorrere sulla bacheca senza senso. E’ interessante come anche tu abbia parlato del senso di fastidio che provavi nell’accedere a Facebook perche’ e’ esattamente quello che provo anche io, motivo per cui posto pochissimo e mi ci collego davvero di rado. Non capiro’ mai quelle persone che ci passano la loro vita o che condividono qualsiasi informazione.
Quello che c’e’ scritto nell’articolo che hai condiviso e’ agghiacciante, davvero. Forse quella sara’ la spinta necessaria a chiudere il mio account definitivamente.
Non sapevo come esprimerlo esattamente, ma “malessere” è l’unica parola che mi è sembrata calzante. E non è che apparentemente ci fosse un unico motivo, non `che la mia homepage fosse popolata di post orribili o fastidiosi, al contrario. Però ogni volta che la aprivo mi sembrava di sentire solo tanto chiasso! 🙂
io non ce la faccio. ammetto. vorrei ma non posso…
Non ti forzare allora, anche io sono stata nel “vorrei ma non posso” per tanto tempo! 🙂
Ciao, condivido pienamente quello che hai scritto.
Purtroppo sono ancora molto dipendente da fb, lo trovo una perdita di tempo e potrei utilizzare quel tempo per attività più importanti.
Mi piacerebbe “disintossicarmi” e spero, come primo passo di riuscire a disinstallarlo dal cellulare.
Provalo Antonella, disinstallarlo dal cellulare fa tanto! 🙂 …e poi si può sempre tornare indietro, se proprio non ti va di lasciarlo!
Gran bel post, cara la mia Giulia Calli! Hai dato forma agli stessi pensieri che faccio ormai da molti anni. Anche io pubblico sempre meno e cerco di dare meno informazioni personali possibili, non pubblicare foto in cui mi si vede chiaramente e quant’altro, ma so che non è mai abbastanza.
Fai bene a concentrarti solo sul tuo blog, che seguo sempre e che mi fa pensare molto, anche senza social. E’ più difficile, è vero, ma chi ci capita sicuramente viene con un interesse meno svogliato, come me ora (che sono due giorni che penso: non vedo l’ora di avere un po’ di tempo per leggermi l’ultimo post su TAeQ!
Brava, continua così, scavando a fondo nelle cose 🙂
A presto! Ps. Ora ho Telegram anche io, scrivimi se hai ancora il mio numero salvato!
Ele
Ele, grazie per il tuo messaggio (era finito in spam per qualche strano motivo, l’ho appena ripescato) <3
Ti ho scritto su Telegram infatti, però prima che partissi, magari lo hai riattivato ora, ci riprovo! A presto 🙂
Ieri ho condiviso questo tuo articolo sul mio profilo Facebook (ah, ironia della sorte) e non ti dico che putiferio che ho scatenato tra persone che ne difendevano a spada tratta l’utilizzo. Proprio per questo, mi sono convinta a disattivare il profilo definitivamente. E concordo con la sensazione di chiasso o di cose postate “tanto per”. Grazie, ma non fa per me.
eheh ora sono curiosa di sapere quali sono stati i commenti però! 🙂
Uno dei commenti ero io, lo uso tanto, x lavoro e per la mia vita, è immediato, comodo, ci ho conosciuto tante persone, sono l’opposto di tutti voi, pubblico tantissimo perché la mia finalità è quella di arrivare a quanta più gente possibile … E gli algoritmi non ci capiscono davvero niente di me, mi continuano a consigliare di comprare prosciutti (sono vegana), viagra, mi indirizzano verso gruppi di scambisti e pagine di banche … Haha
I segreti di Facebook sono insondabili…e i suoi consigli pure 🙂
Questo non toglie che sia una macchina da guerra nell’estrapolare i nostri dati e riutilizzarli senza il nostro consenso. Per me, fatti due conti, non aveva più senso dargli in pasto così tante informazioni personali su di me 😉
Cara, che saggia decisione la tua! Finalmente qualcuno che riflette sulla necessità di tenersi ben stretta una parte della propria vita. È così importante essere dei responsabili custodi di una sfera così intima e personale dei propri pensieri! Se solo la gente lo capisse! Il malessere di cui parli è anche il mio è sono del parere che qualsiasi tipo di condizionamento vada assolutamente evitato quando ci crea un certo fastidio. Hai fatto bene a renderci noti molti aspetti di Facebook che io personalmente ignoravo. Anche per me finirà presto questa parentesi social che mi ha dato ben poco in termini di confronto, se non altro perchè la maggior parte dei contenuti che ho avuto modo di leggervi appartengono ad esistenze fittizie. Ho solo un dubbio: si riesce a cancellare definitivamente tutto ciò che c’è nel proprio profilo disattivando? So che non è così semplice procedere all’eliminazione di un account Facebook. Tu come ti sei regolata?
Ciao Linda 🙂
Si bisogna fare attenzione alla distinzione fra disattivare l’account Facebook ed eliminarlo definitivamente.
La disattivazione è temporanea, è come una sospensione, puoi ritornare online quando vuoi.
L’eliminazione del profilo `invece è permanente, Facebook ti da 14 giorni per pensarci: se durante quei 14 giorni non ti connetti più al tuo account, alla fine verrà eliminato.
Quindi disattivare non cancella il contenuto del tuo profilo, lo rende solo inaccessibile (ma non a Facebook, che ovviamente archivia tutto).
Teoricamente con l’eliminazione dell’account, il contenuto della tua Facebook-vita verrà eliminato, ma c’è chi consiglia di eliminare manualmente tutto prima di chiedere la chiusura dell’account. Io ho fatto così infatti, e ho seguito queste istruzioni: http://mashable.com/2014/07/02/how-delete-facebook/#f6VS0.b3uOqP
Alcune cose, in ogni caso non saranno cancellabili: tutto quello che i tuoi amici hanno postato su di te, foto, commenti con il tuo nome, check-out etc. non si può eliminare, a meno che non lo facciano i tuoi amici dietro tua richiesta…
Ciao, ho aperto il tuo blog proprio dopo aver cercato la tua pagina su facebook e non averla trovata. Ho letto per intero il tuo post e come darti torto? Anche io mi sento frustrata a vedere tutto il tempo che spreco con quel dito su quella maledetta app. Mi sento sopraffatta da tutto, che siano le notizie di cronaca, i post sgrammaticati e pieni di errori che la gente condivide, le foto di persone che onestamente più che amici…mi stanno profondamente sul culo. Sono arrivata anche io al punto di malessere, legato alla totale dipendenza. Come mi mangio le unghie uso facebook in continuazione. So che quello che propone è tutta una grande balla, ma mi fa sentire male. Comincio a paragonare la mia vita a quella degli altri…e nel confronto perdo quasi sempre. Anche se poi cosa puoi sapere della vita degli altri con una foto o un post? Che facebook poi usi come gli pare e piace i nostri dati non è una novità… Infatti dove lavoravo facevamo social media analytics e guarda caso quasi nessuno usava facebook più di tanto, tutti badavano bene a cosa pubblicavano.
Non so cosa mi blocca dallo staccarmi da questo mondo malato, penso che sto sprecando una parte della mia vita in questo e questo mi crea ansia. Spero di uscirne presto! Intanto ho aperto un blog, perché penso che sia un modo più pulito e costruttivo per condividere.
Ecco, passare all’azione! Brava brava per aver aperto il blog, sono sicura che ne avrai delle belle da raccontare!
(e coincidenza hai scelto lo stesso tema che Trent’Anni e Qualcosa ha avuto per il suo primo anno e mezzo di vita 😉 )
Se senti tutta questa negatività intorno alla tua Facebook-vita, mi sa che non ti rimane prenderti una pausa anche da lì e “stare a riposo”. E ogni volta che ti viene voglia di aprire la bacheca, apri il blog!
Oh Giulia, che tasto dolente tocchi. Ho Facebook dal 2006, quando era solo un modo per rimanere in contatto coi miei ex-coinquilini, e quindi col mio nome e cognome perché ai tempi non avevo idea di nulla. Poi, dopo il 2009 quando è esploso, ho cominciato a non sentirmici più affatto bene, per le varie ragioni che hai descritto così bene. Mi sono disconnessa per un anno circa, e la cosa mi procurò un mare di conversazioni imbarazzate tra quelli dei miei contatti che vedevo tutti i giorni. Assurdo no? Inoltre un mio amico di sempre, che di me aveva telefono, mail e indirizzo fisico mi scrisse un sms lamentoso: “e ora come faremo a rimanere in contatto?” Assurdo, no? Sono poi ritornata ma dal cellulare mi sono sempre imposta di non averlo, e questo, di nuovo, mi crea qualche problema con chi frequento giornalmente e che in qualche modo pensa che “lo ignori” non essendo così veloce col tasto mi piace. Per inciso, non mi piace quasi mai niente, perché trovo che o ti piace tutto o nulla, è un casino. Insomma, ho un account che di fatto ignoro, ho verso di esso sentimenti soprattutto negativi, eppure non mi decido ad eliminarlo. Chissà, magari è la volta buona!
Assurdo, infatti, che le persone che si sentono più “minacciate” dalla chiusura di Facebook siano anche quelle più vicine – che hanno 25mila modi alternativi di mettersi in contatto con noi. Proprio la varietà di profili/account/recapiti che ognuno di noi ormai ha, mi ha fatto fare questa scelta in maniera abbastanza serena. So dove rintracciare le persone con cui mi interessa rimanere in contatto. Le altre, quelle altre 400 di cui Facebook comunque non mi mostra l’attività, non credo che mi mancheranno. Non per cattiveria, ma se devono rimanere solo dei nomi in una lista…tanto vale. Arya, se ignori Facebook e lo usi poco sei già decisamente fuori dal tunnel 😀
Ciao Giulia, io ho fatto un po’ il contrario, ma condivido la tua decisione pienamente. Ho chiuso facebook circa 5 anni fa e a dicembre 2016 l’ho aperto di nuovo per via del trasferimento a Valencia. L’ho reputato utile per restare in contatto con gli amici e i parenti e proprio per questo, la cerchia degli amici sul social è pari a quella nella vita reale. Tuttavia mi sono ben presto resa conto che non mi serve a niente perché con tutti mi sento solo su whatsapp!
Per quanto riguarda facebook + blog/lavoro beh sono sopravvissuta fino ad oggi e continuo a farlo senza FB. Non tratto mai argomenti virali e avere i pulsantini di condivisione per gli argomenti che tratto io è più che sufficiente. Non collego facebook al lavoro, diventa sennò una vera schiavitù.
Ah vedi, interessante 🙂
Si alla fine per sentirsi con le persone, WhatsApp è più che sufficiente.
Infatti forse il fatto che abbia chiuso anche WhatsApp mi ha un po’ penalizzato da questo punto di vista, ma vedremo come procede 🙂
Per quanto riguarda il lavoro online, sei la prova che Facebook non è fondamentale per guadagnare visibilità su quello che si scrive. Ed è vero, avere anche Facebook come canale di comunicazione lavorativa può diventare una vera schiavitù!
Ormai é piú un anno che ho chiuso il mio account e la tentazione di ricollergarmi non mi ha mai neppure sfiorato. Un racconto lucido sulla questione delle informazioni lo ha fatto Oliver Stone nel suo film “Snowden”. Un bel film su uno degli eroi dei nostri tempi. Grazie Giulia per il bell’articolo, molto interessante e dettagliato 🙂
Ciao Nadara, ho quel film nella lista dei “da vedere”, grazie per avermelo ricordato! 🙂
Molto interessante! Io la pagina fb del blog non ce l’ho, ma uso moltissimo il mio profilo per riversarci i contenuti del blog. Sono curiosa di sapere se hai avuto modifiche nel traffico sul blog senza fb o se è solo un falso mito!
Se sia un falso mito non lo so, ma ti confesso: poco tempo dopo la chiusura di Facebook ho avuto quasi un raddoppiamento delle visite giornaliere sul blog. Ci sono rimasta di stucco anche io! So che non è legato solamente al fatto di aver chiuso la pagina Facebook, ma a una concomitanza di fattori. Senza Facebook, mi sono ad esempio concentrata molto di più sul blog, ho pulito articoli vecchi, lavorato con calma sulle parole chiave…piccoli accorgimenti a cui non riuscivo a dedicare il tempo prima. E poi secondo me, la mia pagina Facebook distraeva i potenziali lettori: molte persone come dico nella seconda parte del post, leggono le introduzioni al post Facebook, mettono il like a quello ma poi sono moooolte meno le persone che cliccano sul blog e si prendono la briga di leggere l’articolo per intero. Quindi nel mio caso specifico, che non sono una blogger di professione e quindi non avevo tempo per curare la mia presenza social e il blog alla stessa maniera, la scelta ha ripagato.
[…] [Nel caso vi foste dimenticati del momento in cui mi sono desocializzata: Perché ho deciso di chiudere il mio account Facebook] […]
Oddio, ho letto tutto ciò che avrei voluto leggere in questo post. Prima di tutto, ti ringrazio per aver condiviso questi pensieri e le tue considerazioni. Mi è capitato più volte di discutere con diverse persone sul fatto di chiudere l’account di facebook. Ho iniziato a smettere di postare a gennaio, poi ho cambiato il nome, poi ho cancellato tutte le foto e i tag, seguito dai check in, i video, i like alle pagine e qualsiasi altra interazione avessi avuto. Poi ho iniziato giorno per giorno a cancellare manualmente tutti i post che ho fatto dal 2008 ad oggi, tramite la funzione “on this day”. Ma sto ancora giustificando il suo uso. Mi sono trasferita all’estero da più di un anno e uso le pagine di facebook per sapere novità, informazioni, capire la burocrazia del Paese dove vivo ora. e questo mi tiene ancora legata a quel social, ma il tuo suggerimento di chiudere comunque il mio account e di aprirne uno fake e fare il troll (adorabile 🙂 ) sia la soluzione alle mie esigenze.
Una cosa su tutte mi ha spaventato. Un giorno sono adata diretta sul sito dell’Ikea per vedere i divani. “Vedere”, non comprare. Volevo solo sapere che divani aveva l’Ikea. Non ho neanche usato Google. Dopo 5 minuti mi sono collegata a Facebook e nella colonna di destra c’era già una pubblicità sui divani, non Ikea ma di un loro concorrente. Non ho mai avuto pubblicità sui divani. Facebook ti entra fin troppo nella tua vita e noi glielo stiamo permettendo. L’Ad Block non è stato sufficiente. C’è bisogno di un’azione ulteriore. Cancellare definitivamente il mio account.
Ma poi c’è anche whatsapp, che purtroppo uso per lavoro. e instagram che in effetti non ha senso che esista. Twitter l’ho già cancellato. G+ non l’ho mai usato anche se avendo un account gmail è automaticamente attivo e funzionante. Anche Google purtroppo sa troppe cose di noi…Sarebbe forse più corretto usare qualche concorrente di whatsapp, tipo Telegram, per chattare.
Ho visto quella puntata di Black Mirror. Ho visto anche Snowden. Lavoro nel digital per big company da 10 anni e so cosa c’è alle spalle di un sito web. E sono sempre più schifata dalla ciò che il Web sta diventando.
Sogno di tanto in tanto di poter vivere in alta montagna a curar pochi animali, vivere di aria pulita e del silenzio delle cime. C’è troppo “rumore” intorno a noi.
Grazie ancora per questo post. Mi hai convinta a fare uno step in più.
ps: c’è un piccolo problema con la casella dei commenti, se il commento è molto lungo, la casella non crea una barra di navigazione verticale per vedere i campi email, nome e sito (ho dovuto usare il tab per spostarmi).
Ciao Valentina, grazie per il tuo commento!
Ormai sono 7 mesi che vivo senza il mio vecchio account Facebook e devo dire che non ne sento la mancanza.
Il mio account “troll” che uso per lavoro non ha la stessa funzione, e non avendo contatti di cui mi interessa curiosare le vite, ho perso proprio l’abitudine a usarlo. Per rimanere informata in maniera veloce sto usando molto Twitter, anche se il rischio di cadere nello stesso meccanismo di “rumore” esiste anche li. Ma trovo Twitter più impersonale e meno morboso, quindi è un buon compromesso per non sentirmi troppo distante dal movimento digitale, che comunque per motivi professionali mi serve seguire.
Telegram è un’ottima alternativa a WhatsApp! Io ormai uso solo quello, e ha convinto anche molte persone che conosco che non pensavano di poter vivere senza WA 😀
Quindi ecco, prova a fare quel passo in più e dimmi cosa si prova 🙂
Grazie per la segnalazione sul modulo dei commenti, è un problema che vedi da mobile o anche dal pc?
Guarda, si sta bene! il passo in più è stato cancellare l’applicazione dal telefono. ma al lavoro non ho tempo di guardarlo e la sera non apro il pc – leggasi: non entro più! e ti dirò.. si sta bene. a fatica a volte, perchè bisogna cancellare un tarlo che è stato alimentato per troppo tempo. quindi si ha più tempo libero (incredibile) e posso leggere di nuovo i libri (come sto già facendo) cosa che avevo accantonato da parecchio tempo. Devo solo cancellare l’account e lo farò nel weekend.
il problema dei commenti era (solo) su pc (windows 7, chrome), su mobile ho solo letto l’articolo.
Sto per girare il tuo articolo ad alcune mie amiche ^_^
Buona giornata!
Grande Vale! Vero che ci si sente liberate?! Sono d’accordo che sia un tarlo difficile da zittire, ma decisamente si guadagna in tempo libero 😀
Ho risolto il problema con i commenti, era colpa di un plugin che creava conflitto!
Grazie per la condivisione 🙂
Hai scritto un bel pensiero. Vorrei dire qualcosa ma non sono capace di farlo perchè sono sgrammaticato. Provo a esporre in modo elementare appunto perchè non sono un fenomeno e spero tu riesca a leggere fra le righe la mia frustrazione derivata dai social ( al troll di turno che vuole offedermi per la virgola sbagliata sappi che hai incontrato il soggetto sbagliato…verrai semplicemente ignorato ). Già nel 2015 ho disattivato tutti i social in preda a una profonda crisi personale a causa di insuccessi lavorativi e una famiglia distrutta a causa della malattia.
Mentre vedevo, e tutt’ora vedo negli altri, un mondo si successi personali e grandi avventure da raccontare agli amici, osservavo i grandi fenomeni precoci di 16 anni capaci di grandi prodezze da actioncam che diventano persino testimonial di grandi marchi mentre io a 35 anni cerco ancora di capire cosa fare. Mentre tutti parlano con i loro Vlog senza aver paura delle ripercussioni di dire castronerie io invece stavo in silenzio senza aver nulla da dire e da condividere.
1 milione di visualizzazioni per aver fatto vedere dell’olio motore che prende fuoco o un cazzo di gatto che viene recuperato da un tubo ? Mentre il mio documentario sui rischi della droga o sui progetti di inclusione sociale solo 500 visualizzazioni ?
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono stati i fenomeni social che hanno trasformato in successo i propri punti di debolezza alcuni esempi estremi per capirci potrebbero essere ” Sono una testimonial di questa crema perchè sono un cesso in faccia e guadagno un pacco di soldi con la mia bruttezza” oppure ” mi hanno dato questa macchina fotografica da provare perchè non sono capace di fare una fotografia e devo dimostrare che persino gli i ritardati possono diventare come Steve Mc Curry ). Insomma tutti bravi a fare qualcosa, tutto e subito senza apparente sacrificio ma una sana “botta di culo” .
Comincia dunque a montare la frustrazione sulle mie incapacità nel sapere “socializzare” virtualmente, i social network stavano diventando lo specchio delle mie incompetenze e nella mia scarsa capacità di eccellere in alcuni campi. Ma non solo, quando quelle rare volte avevo qualcosa da dire anche se giusta o sbagliata trovavo di fronte un interlocutore disinteressato o pronto a escluderti se non eri conforme al suo pensiero ( magari perchè hai messo un Like su la pagina di un film politicamente scorretto ) o se ciò che non avevi da dire non era “sofisticato” allora non eri interessante.
I social mettono in mostra il peggio delle persone, le fa schierare, le rende cattive e intolleranti e si concretizza il detto per cui “Le amicizie si scelgono”.
Staccarmi dai social network mi ha aiutato a vivere con più semplicità, con lentezza e con un po di sana ignoranza che non fa rosicare. Mentre il mio interlocutore twitta e fa re-post mentre mi gusto la cena al ristorante e il ristoratore mi chiede di pubblicare una foto del piatto.
Politica e pubblicità di prodotti ecco cosa sono i social network oggi, contenitori di pensiero per profilare le persone in cui spararvi un etichetta.
Ciao a tutti, io l’ho fatto da circa tre giorni , ma devo ammettere che non è una passeggiata . lì ci sono tante cose che non riesco a reperire , tipo forum ed incontri , tutti scrivono volenti o nolenti , perciò anche io sono arrivata al compromesso “troll” vediamo se funziona . Sono arrivata a sconnettermi da lì principalmente perchè ho avuto una lite con un famigliare che dice di essere sempre presente , quando invece non chiama quasi mai , perchè “metto tanti mi piace ai tuoi link , è un modo per farti sentire che ci sono” . Non posso credere che questa sia la realtà , non posso credere che un “ti voglio bene” possa essere rimpiazzato da un like . questo mi ha fatto molto riflettere sulla pochezza che stiamo costruendo con le nostre stesse mani e me ne sono voluta tagliare fuori .blackmirror docet 🙂
Non nascondo di aver impiegato ben due anni prima di fare questo passo e ora non ho più FB da oltre un anno (profilo annientato) dopo cinque anni di permanenza (mi sono iscritto molto tardi).
È una delle decisioni migliori che abbia mai preso.
Tuttavia ho come l’impressione che le ripercussioni dei cosiddetti social ormai si ripercuotono abbondantemente nella vita reale con rapporti umani ormai deteriorati e una qualità della rete ormai ampiamente, scusate il termine, “sputtanata”.
Saluti
Paolo
Può essere, Paolo. Anche io dopo aver eliminato il mio storico profilo Facebook ho notato la difficoltà di rimanere in contatto con certe persone. Ma ammetto che non contavo tanto su di loro, comunque 🙂 Le persone che meritano di restare nella mia vita “reale” continuano a essere presenti, anche senza Facebook di mezzo 😉
L’ho fatto! Erano mesi che rimandavo…per un periodo avevo smesso di accedere da cellulare ma ultimamente avevo ricominciato. E anche io sentivo quella sensazione di cui parli tu, fare una cosa in maniera meccanica senza un reale motivo. E non mi piaceva. Sono arrivata anche ad avere dei problemi fisici al pollice! Quindi ora, dopo aver letto questo tuo bellissimo articolo, l’ho fatto. Per ora ho solo cancellato l’app dal telefono, ma penso che la cosa sarà molto utile comunque. Ho solo qualche dubbio per il discorso lavorativo e per il mio blog: non so se cancellare la pagina sia una buona idea. Magari valuterò la possibilità di fare come hai fatto tu, creare un account finto giusto per mantenere i contatti di lavoro e gestire la pagina del mio sito…
P.S. ho appena scoperto il tuo sito e mi sembra di aver trovato la mia gemella segreta 🙂
Ciao Beatrice, grazie, mi fa veramente piacere il tuo commento! 🙂
Se hai una pagina Facebook per lavoro, purtroppo non se ne può prescindere, mi sa…
Io lavoro per conto terzi su Facebook, e il mio blog non aveva poi tanta necessità di avere la sua pagina Facebook – mi distraeva troppo da questo spazio, che è quello che conta 🙂
Quindi sì, l’idea di creare un account diverso, dove solo hai contatti che ti servono per lavoro o per mantenere in piedi la pagina Facebook è una buona idea. Sul piano personale, vedrai che eliminare la bacheca infinita con il rumore incessante dei pensieri altrui sarà un toccasana!
edit: ho appena visto la tua foto del “Chi Siamo” nel tuo blog e, che impressione, vista così di profilo sembra pure che ci assomigliamo! 😀
34 anni sposata con problemi di sterilità e relativi risvolti depressivi…. Ho tolto FB dal cellulare per non vedere più una bacheca colma di fiocchi rosa e azzurri, foto di manine e piedini, insulse dediche che “ogni mamma può capire” … Una liberazione!
Erika, hai fatto bene. Oltretutto Facebook funziona in modo da captare i temi più ricorrenti che consultiamo su Internet ogni giorno e riversarli in qualche modo sulle nostre bacheche. Può diventare una tortura, e io credo che non valga pena avere uno strumento così sadico.
Ho lavorato in una clinica di PMA per 3 anni, assistendo donne italiane che problemi di fertilità. Capisco il dolore, un abbraccio!
Sono contento che ci sia qualcuno che la pensi come me su questo tema anche se dal vivo non ne conosco nessuno interessato a salvaguardare la propria privacy. Uno dei molteplici motivi per cui mi ero cancellato da Fb è perché mi son reso conto che visto che ciò che pubblicano gli altri a me non me ne può fregar di meno, allora questo accade sicuramente con quello che pubblico io, che alla fine Fb è uno spazio in cui sono tutti soli, ma che nessuno se ne rende davvero conto. E’ una mia sensazione poi correggetemi se sbaglio.
Ciao Mauro, sono d’accordo sul fatto che FB contribuisce a creare una specie di rete di solitudine, se la utilizziamo come unico specchio della realtà che viviamo noi e i nostri conoscenti. Per quello andrebbe usata con raziocinio e parsimonia, secondo me. A me personalmente, stava iniziando a creare angoscia il fatto che la gente avesse così tanto da dire, spiegare, elargire opinioni spesso in modo aggressivo…e poi magari dal vivo non avesse niente da condividere. Lasciare la mia rete virtuale su FB ha voluto dire allontanarmi dal marasma di opinioni non richieste, per me è stato un toccasana.
Eccomi, ho eliminato il mio account circa 5 anni fa! L’ho sostituito con un account fasullo, con nome e cognome inventati e senza amicizie. Lo uso solo per seguire le pagine dove posso leggere le notizie magari di cronaca e cose del genere,o essere aggiornata su degli eventi che si svolgono nella mia città o, in modo da averle a portata di mano quando magari voglio aggiornarmi, ma praticamente non ci entro mai! Lo trovo utile solo per quello, per tutto il resto non mi pento assolutamente di aver cancellato l’account con le amicizie. Mi stava stretto. Tutti dovevano dimostrare qualcosa per forza agli altri. Se si andava in vacanza, subito a postare le foto, se si usciva per un caffè anche solo per sbaglio, subito a postare mille foto. Una cosa che mi ha spinto a cancellarlo è stato anche il continuo leggere lamentele, gente che ormai non si diceva più le cose in faccia ma usava fb per lanciare frecciatine…una completa mancanza di dialogo. Il mio umore era condizionato anche dai post e dagli stati, perché continuando a entrarci per inerzia alla fine ero diventata dipendente anche io dal “dito che scorre sullo schermo” e leggendo tutte queste cose mi infastidivo da sola.
Inoltre sono del parere che con le persone, se si vuole davvero, un modo per continuare a tenersi in contatto lo si trova anche senza chiedere un amicizia su Facebook. E trovo che sia molto più bello, perché significa che si vuole veramente farlo..troppo facile cliccare su “aggiungi agli amici”, anche solo per fare bella figura.
L’unico social che ancora utilizzavo fino a pochi mesi era Instagram,visto che mi piace fare foto, ma ho deciso di chiudere anche quell accoun, perché ormai anche quello è diventato come Facebook… Si sta mille volte meglio così, anche perché la prossima volta che rivedrò qualcuno che non vedo da tempo potrò chiedergli come sta, senza averlo già visto altrove! 😀
Ti faccio i miei complimenti per il Bellissimo articolo! Sono capitata qua per caso, e inizierò a seguire il tuo blog d’ora in poi 🙂
Abbiamo un’esperienza molto simile allora, anche io provavo il tuo stesso fastidio, per le stesse ragioni 😉
Io ormai a livello social uso esplicitamente solo Twitter; come ho specificato nel post, Facebook devo usarlo per lavoro, ma lo faccio con account fake e con una rete di contatti che si conta sulle dita di una mano (anche se credo che FB abbia già capito benissimo chi sono, purtroppo).
Ciao, Giulia.
Ho letto questo articolo in cui spieghi da dove è derivata la tua decisione di disicriverti da facebook e lo ho trovato davvero interessante; ho letto anche i commenti e li ho trovati ancora più interessanti dell’articolo stesso.
Personalmente mi ero iscritto a facebook, mi pare, nel 2009, ma poi nel 2010, in seguito ad una delusione amorosa, avevo deciso di rimuovermi; nel 2013 sono stato indotto da nuove amicizie a riiscrivermi su facebook, ma ho deciso di rimuovermi per la seconda volta circa un mese fa.
Sono arrivato a questa decisione per via di diversi motivi:
1) ogni volta che mi collegavo al mio profilo facebook, mi sembrava di venire bombardato di informazioni che non erano di mia utilità, mi sembrava di sentire tanto chiasso, di vedere tanto disordine e la cosa mi urtava particolarmente;
2) mi sembrava a volte che i miei amici mi prestassero più attenzione, quando scrivevo o mettevo qualche foto su facebook, rispetto a quando li incontravo dal vivo;
3) mi sembrava di essere spiato costantemente, quando cercavo qualcosa di mio interesse su web;
4) volevo avere più tempo libero per una persona speciale, cioè per me.
Ammetto che nella decisione finale ha avuto una grande importanza anche l’esiguo numero di amici al mio fianco in questo momento della mia vita ed il fatto che oramai praticamente nessuno mi scriveva su facebook (ti prego, non pensarmi come un depresso cronico!); d’altronde ho anche pensato che il non usare più uno strumento come facebook indurrà chi è davvero interessato a me a sani e costruttivi incontri dal vivo, come avveniva negli anni ’80 del secolo scorso.
Credo che la mia riservatezza non sarà mai tutelata del tutto, ma ora mi sento un poco più padrone della mia vita.
Ho letto questo articolo, DOPO che avevo deciso di disiscrivermi da facebook e DOPO che avevo compiuto questa azione; per cui sono arrivato in maniera indipendente alla stessa soluzione.
Credo che condividerò questo articolo con più persone possibili, anche se il mio gruppo di amicizie, come scritto sopra, è piuttosto ristretto.
Un grande grazie di cuore e buon lavoro
Grazie Marco 🙂
Mi sa che siamo davvero in tanti ad arrivare alla stessa conclusione. Io non ho nostalgia del mio storico account Facebook, ma certamente essere sparita da lì ha avuto un impatto sulla mia rete sociale. Magari scriverò un post su come è andato questo anno senza il mio account Facebook!
Ho letto con grande interesse l’articolo, e ci tengo subito a dirti che ho conosciuto il blog ora e indipendentemente da Facebook. Mi ritrovo molto in quello che hai scritto, io come te ho cancellato il mio account il giorno di capodanno, per le stesse ragioni per cui lo hai fatto tu.
Mi fa piacere che siamo sulla stessa linea d’onda Rosa 😉 In questi giorni sto scrivendo il resoconto di questo primo anno senza il mio account Facebook e senza WhatsApp, spero di riuscire a pubblicarlo a breve!
[…] 👉 Avevo spiegato il perché della scelta qui. […]
[…] racconto come è iniziata: Perché ho deciso di chiudere il mio account Facebook e qui il resoconto del mio anno quasi a-social: Un anno senza Facebook e WhatsApp, o racconto di […]
Buongiorno a te e ad altri che capiteranno su questo articolo.
Ebbene si.
Interagire su un blog che tratta argomenti d’interesse e’ molto differente da un commento o da un “mi piace”, nel mondo blu.
Che dire?
Due anni fa,
avevo un account facebook molto figo, utilizzando termini terra terra.
1.Foto interessanti, perche’mi piace fotografare con la reflex e dare emozioni e sentire emozioni in generale.
2. Quando ancora esisteva la sezione “note”, scrivevo anche pensieri e mini racconti. Mi appagava ma non era benpensato e quasi sempre per una questione egotica, di costruzione identitaria, di feedback e anche giudizio che gli altri potevano avere su di me.
3. Foto fatte dagli altri che impacchettano la tua vita. Magari anche realistiche, ma che non colmeranno mai invece le problematiche, le fatiche, le gioie del sudore nel mondo vero. Vederle li le passa alla dogana del check “virtuale-reale/reale-virtuale”, dove prendo di senso solo se collegate una all’altr.
4. Ultimo ma non meno importante: la privacy e gli stalker.
Tramite facebook si scopre molto di un soggetto e in poco tempo e soprattutto il viralismo e’magari utile a livello pubblicitario ma futile da un punto di vista di qualita’. Cio’che necessita’di un ascolto e un’attenzione maggiore, spesso, perde colpi ed e’ informazione superficiale giuste per rimanere sul pezzo.
Cosa e’successo poi?
Amicizie, eventi, momenti di vita in cui magari si ha meno da fare che in altri e cosi la popolarita’mediatica cresceva, non tanto per una mia interazione quasi mai quotidiana, ma per chi pompava la mia immagine con sue foto e citazioni o commenti.
Iniziavo a stressarmi, a sentirmi ruoli, etichette e responsabilita’addosso che non desideravo, in franchezza.
Che facevano parte del mio passato,
ricordandomi nostalgicamente momenti ormai conclusi, da metabolizzare con i tempi della natura e non rivivere sempre, ogni volta che si accede.
E cosi,
a un certo punto mi sono detta:
Bene.
Cosa voglio fare con questo disagio?
Con questa non linearita’tra la mia azione e cio’in cui credo e che non reputo vero e intenso come invece amo?
Che ne e’della leggerezza psicologica, dello scoprire le persone dal vivo e non con la sicurezza siano adatte ai nostri standard guardandole online appena ci forniscono il loro nome?
E’ facile essere risucchiati,
soprattutto se si ha una sensibilita’alta e un’empatia altrettanto.
Mettiamoci la curiosita’, e via.
Sostanza: lo eliminai un mese.
Poi ne feci uno nuovo, ma tempo 3 mesi, e di nuovo 450 amici ( sempre meglio di 1450 come prima!) pero’ e’una macchina che si puobenelizzare anche bene, ma fa leva su troppe debolezze umane che dal vivo non vengono stimolate cosi tanto e si possono gestire a situazione e non a tampinamento di input.
Penso eliminero’anche questo, tornando all’amata slow life, anche se inizialmente il senso di sconnessione e solitudine e’alto per chi come me e’abituato a facilitarsi le ricerche agli eventi tramite questo mezzo.
Pace.
Altro giro altra corsa.
Il gioco varra’ la candela?
L’inportante e’essere se stessi.
Grazie per la spontaneita’ e il bell’articolo in tempi con i tempi che viviamo tutti quanti.
Grazie a te per l’interessante commento, Giorgia! La slow life è sempre una buona opzione, e ti garantisco che si fa il callo a non avere centinaia di amici facebook. Come scrivo nell’articolo, io ora ne ho dovuto aprire uno solo per lavoro, che funge bene per la ricerca di eventi quando necessario, ma non ho aggiunto amici a parte i 10 contatti con cui collaboro. Si può fare!
ciao over30!
sono entrato in Fb una vita fa e già una volta ho provato a disattivare il mio account, poi ho trovato 3000 scuse per rientrare (“in fondo non sto dentro per tanto…peccato non poter tenere i contatti con amici e parenti…e bla bla bla)…
Poi sono rientrato e dopo un anno circa sono sopravvenute nuove riflessioni, questa volta più profonde che mi hanno spinto ad approfondire il fenomeno.
Giusto un anno fa decisi di pubblicare in Italia un libro che in giro per il mondo è conosciuto come “Man disconnected” o “Man interrupted”, da noi intitolato “Maschi in difficoltà”. Devo ammettere che trascorrere tanto tempo sul quel libro, tradotto parola per parola, mese dopo mese, ha lasciato in me profonde sensazioni di malessere. Allora “Man in the mirror” come diceva Michael Jackson, mi sono guardato allo specchio e mi sono chiesto se e quanto del tempo trascorso sui social era davvero necessario, e mi sono reso conto di quanto tempo prezioso avevo perso e continuavo a perdere. In realtà non è stato tutto tempo perso, perché solo partendo dalle proprie esperienze si può empatizzare con chi continua a trovare scuse per non abbandonare quegli oggetti tanto utili quanto portatori di dipendenze. Adesso, dopo 20 giorni di disintossicazione ho fatto una ricerca sul web e ho scoperto di non essere il solo, anzi che tanta gente come me ha vissuto e vive sensazioni simili e un po’ come l’anonima alcolisti noto che è necessario fare comunità e scambiare informazioni su un vissuto che necessita condivisione. Il motivo per cui sono qui adesso è semplicemente per suggerire ad altri uomini (o donne) di guardarsi veramente allo specchio per chiedersi quanto di quel tempo trascorso dietro ad un monitor davvero necessita di essere vissuto in quel modo e non in un modo più proficuo…anche perché potresti rendertene conto troppo tardi, dopo aver trascurato troppe persone, aver parso tanto tempo utile che non ritornerà. Io per il momento Vi dico solo che vale la pena almeno provare a riappropriarsi della propria vita “analogica” poiché se siamo ciò che siamo lo dobbiamo ai tanti anni vissuti a guardare la gente negli occhi, a soffrire e gioire sentendo le nostre più profonde vibrazioni che nessun cellulare potrà mai comunicarci, ma questo i giovani “millenial” non lo sanno, poiché la vita digitale sempre connessa è l’unica che conoscono e dalla quale forse non usciranno mai… il mondo sempre più connesso esternamente sta perdendo ciò che finora gli ha permesso di sviluppare contenuti dai quali attingere per creare connessioni, se ancora qualcuno ricorda il sapore della profondità delle relazioni, dei dolori e delle gioie vissute e che forse mai vivranno i nativi del 2000 si impegni a comunicare loro ciò che è stato, l’alternativa è un rimpallo di informazioni che non formano ma che rimbalzano da una parte all’altra del web sotto gli occhi interessati del Grande fratello, quello ipotizzato nell’ormai dimenticato best seller “1984”…
un saluto a tutti…
venite a trovarmi su:
http://www.disconnessi.altervista.org/index.html
notte di note, note di notte a tutti…
S.C.
Grazie per il tuo commento Salvatore, conosco il lavoro di Zimbardo ma non questo libro che citi, lo cercherò 🙂
Ciao, ho trovato questo post davvero molto interessante e lo condivido in pieno (in effetti mi chiedevo anch’io perché mostrano di tutti gli “amici” che abbiamo si fb pochissimi)…e per molto tempo come molti trovavo mille scuse (da come faccio a mettermi in contatto con tizio…fino a non posso togliermi da fb perché sulla pagina universitaria trovo sicuramente gli appunti e le info che mi servono)…ma la verità è davvero mi interessavano i fatti degli altri e avere quei pochi momenti di gloria grazie ai tanti like. Alla fine anch’io mi sono decisa almeno in parte perché per il momento ho solo disattivato all’account, ma ormai sono mesi che non mi collego e non sto sentendo la necessità di farlo. Perciò grazie perché dopo aver letto questo post sono ancora più convinta a non tornarci e a concentrarmi su poche amicizie ma vere e ad occupare il mio tempo libero in modo più costruttivo.
Saluti.
Ciao Maria T., sono contenta che il mio post ti abbia dato una spinta in più per rafforzare la tua scelta! 🙂
Riprendere in mano in maniera costruttiva il tempo libero è forse uno dei vantaggi più grandi del lasciare Facebook!
Buona domenica!
Ho letto questo commento per caso. Ho le stesse tue sensazioni, che hai descritto così bene. Un anno fà avevo cancellato fb e andava meglio, meno ansietta latente, più tempo. Poi sono tornato in quanto essendo un musicista mi pareva di perdere informazioni su concerti, jam session, di perdere visibilità, ma anche questo era fittizio. Si può benissimo sapere di concerti e jam session su altri siti. Oggi ho chiuso il mio account, questa volta per sempre. Adesso però si cancella del tutto dopo 30 giorni non 14 come un anno fà, sono dei furbetti sanno bene che crea dipendenza psicologica. Grazie ancora del tuo post, vorrei scrivere tante impressioni, ma tu le hai riassunte molto bene. La mia sensazione quando lo lasciai allora e la sensazione di oggi è di maggior libertà !
Un caro saluto e grazie.
Marco
Ciao Marco, grazie per il tuo messaggio!
Sì, Facebook crea decisamente dipendenza, sembra che tutte le informazioni importanti debbano girare intorno a lui…il che è vero finché le persone stesse si affidano solo a questo strumento per annunciare eventi e appuntamenti. Io direi, stringiamo i denti, e cerchiamo altri spazi di condivisione, perché ci sono 🙂
Un saluto a te!
Ciao Giulia! Sto divorando il tuo blog, ammetto che era da tanto che non trovavo dei contenuti così interessanti e sto già diventando “addicted” 🙂 Io tanti anni fa chiusi il mio account storico di Facebook, ma poi dopo meno di 1 anno ne riaprii un altro perché non riuscivo a starne lontana. Purtroppo i social network creano dipendenza ed allo stesso tempo ti allontanano sempre di più dal mondo reale, dandoti l’illusione di essere circondata da tanti “amici”. In realtà sei sola, chinata su un cellulare e, spesso e volentieri, incapace di mantenere una conversazione dal vivo per più di 10 minuti senza riprendere in mano il cellulare. Ultimamente la gente ti presta sempre meno attenzione quando parli. Mi è capitato di parlare con persone che con un occhio guardavano me e con l’altro il telefono e ammetto che questa cosa mi da veramente fastidio. Mi auguro che poco a poco tutti ci stancheremo dei social, per fortuna di Facebook vedo che tutti ci siamo stufati e già è un passo in avanti! 🙂 Saluti, Valentina
Ciao Valentina, scusa ho appena riesumato questo tuo commento che era finito in una cartella nascosta. Grazie, sono contenta che il mio blog ti stia piacendo! 🙂
(e odio le stesse cose che nomini tu, anche se è verissimo che ci siamo tutti dentro fino al collo!)
Quest’anno farò un viaggio con la mia compagna . Non mi prendete per pazzo ma pensavo la prima storia Instagram da pubblicare, una sorta di godimento per far vedere dove andavo a amici , pseudo amici e followers . ho pensato durante una notte a lavoro che questa era una cosa davvero senza senso per me , non faceva parte di me . Risultato ho cancellato Instagram e tolto il profilo . Non ho pensato neanche di fare una storia per dire tipo che mi sto cancellando . Mi sono cancellato e basta . I primi giorni sono stati come una crisi di astinenza , poi si è affievolito e ora faccio altro , tra cui leggere questo blog 😉
Ciao,
sai cosa mi trattiene? Il fatto che ci sia anche la mia compagna e che, immancabilmente venga “disturbata” da altri maschi. Fino a prova contraria lei non dà corda, ma la semplice possibilità che CHIUNQUE possa contattarla, come se la porta di casa fosse sempre aperta h24, beh è una cosa che mi irrita molto. Da qui nasce un assurda e stupida esigenza di controllo.
Per il resto mi ritrovo nelle tue parole. Di cancellarmi da questo social ci ho pensato già. Ho pensato che sia più utile Twitter e più sicuro Telegram.
ps: perché hai specificato “non gmail”?
Ciao Marco, uhm, mi viene spontanea una domanda: e cosa succede nella vita offline? Cioè, nella vita di tutti i giorni, dove le persone si avvicinano, parlano, flirtano: ti irrita anche quello? Ammetto che l’espressione “esigenza di controllo” quando rivolta a un’altra persona mi spaventa un po’.
Aberrante
La sensazione di buttare via il tempo sui social interessandosi del nulla la condivido in pieno.
La violazione della privacy … sono molte le aziende ormai che ci controllano completamente … Google per esempio è ancora più invasiva …
E’ un compromesso già accettato per comodità. E ne accetteremo altri.
(anche qui i biscottini sono stati già salvati sul mio pc … non so mica esattamente cosa registrano di me, so solo – per via della normativa – che ci sono)
Però invece il ridursi a pollici cliccanti mi dispiace molto …
Troverò il coraggio anche io ! Ormai mi infastidisco ogni volta che accedo
Sono sempre più vicino alle posizioni che hai riassunto e raccontato molto lucidamente. Ancora non so staccarmi da quella noia latente che ci cerca ad aprire un numero di notifiche per “chiacchierare” virtualmente coi pensieri che gli altri hanno lasciato (o sulle azioni che sono state carpite).
Ci sto lavorando, con calma.
Con calma, giusto, ma iniziare a separarsene è già una gran cosa 🙂
Salve a tutti . Premetto : sono un ragazzo del 1989 che oggi ha deciso di eliminare il proprio account facebook creato nel 2009 . Il mio post non sarà una scia di nostalgia o rimpianti ma un consiglio a tutti i ragazzi\e . Non gettate la vostra vita privata e i vostri punti deboli \insicuerezze ai quattro venti . Non pensate che un like equivale a un ti voglio bene , ti considero , sei una bellissima persona .Non pensate che uno sguardo negli occi , una parola detta all’orecchio , un sentimento espresso equivalga un post , una foto , un like o una condivisione . Nemmeno lontanamente. Di quei contatti ben pochi potranno tornare nella vostra vita e nel circolo del quotidiano per un semplice motivo : il lavoro, la famiglia , le relazioni , gli amici vanno e vengono . Sapere cosa fanno , con chi si sposano , dove mangiano serve solo a guardare un Grande Fratello dietro uno schermo . Non parliamo poi delle persone cinquantenni che oramai hanno sostituito i ragazzi . Loro purtroppo hanno riempito il social di notizie fake , post e amici tossici che non permettono di guardare le notizie oltre il proprio orticello . Alla fiera della banalità e dei selfie alla insicurezza e ricerca di consensi . Se tornassi indietro mi sarei cancellato molto prima . Dimenticate di usare un social per quello per cui è stato realmente inventato: un invito a cena, una chiacchierata in piazza, un invito al cinema , un caffè al bar più vicino . Nada e nada . In fin dei conti servirebbe relazionarsi e impegnarsi in una conversazione , in un certo senso uscire dalla propria zona di comfort e instaurare “rapporti concreti” . In tutto questo sono ad un punto importante della mia vita .Vita amorosa quasi zero , carriera lavorativa da reinventare , dubbi e domande sul futuro . Troppo chiasso attorno servirebbe solo a non prendere decisioni importanti . Con questo vi saluto e invito a chi passa da questo articolo di prendere in considerazione l’idea di chiudere definitivamente con facebook .
saluti , Davide 🙂
A forza di leggere materiale a riguardo, sono incappata nel tuo articolo. (Ti do del tu)
E’ scritto molto bene… una bella storia, finita come meglio poteva finire. Io ho 24 anni e sono da 10 su Facebook… se dovessi riassumere la mia esperienza: 10 ANNI PERSI SU FACEBOOK. Ho perso e continuo a perdere tempo su questa piattaforma, ma ormai da tempo ho iniziato a provvedere, a studiarmi dei libri sul minimalismo digitale, i lati oscuri di questo social network, l’economia dell’attenzione che accomuna tutti i social network. Anche io, come persone che hanno precedentemente commentato, sto rimandando ormai da mesi, per vari motivi. Sono sincera, per ora non vorrei cancellarmi, ma soltanto disattivarmi, che è già un gran passo in avanti. Zukemberg campa grazie a me :D. Spero di farlo ora che sta arrivando il Natale, sto cercando di vedere le ultime cose e chiudere tutto quantomeno prima delle feste ufficiali. Negli ultimi mesi ho letto e approfondito questi libri: “IL LATO OSCURO DI FACEBOOK”; “DIECI RAGIONI PER CANCELLARE SUBITO I TUOI ACCOUNT SOCIAL; “CHE COSA SOGNANO GLI ALGORITMI” E “BIG DATA”. Quest’ultimo per l’università. Ho deciso di fare una tesi su LA MANIPOLAZIONE ATTRAVERSO I SOCIAL NETWORK. E’ stata una necessità. L’idea è partita da questi libri, e dal fatto che ho studiato il comportamentismo, nato dagli studi sui topi e i piccioni. Ho trovato delle analogie, perché i manipolatori applicano le stesse regole sulle loro piattaforme. Funzionano come le Slot machine…. spolliciamento passivo, idea di gratificazione pur non vincendo un bel nulla, e nessun riferimento di orario. Proprio come nei casinò.
Un abbraccio e complimenti ancora per la tua testimonianza.
Grazie a te per il commento e i consigli libreschi! 🙂
Ciao Alice, hai messo un articolo interessantissimo!!
Come te, nel 2014 (per una serie di motivazioni che hai elencato anche tu) decisi di disattivare il mio account Facebook.
Pochi giorni fa in una mia vecchia e-mail (Che apro 2-3 volte all’anno ) leggo un messaggio di benvenuto da parte di Facebook senza che io facessi nulla.
Ebbene sì senza autorizzazione Facebook aveva riattivato il mio account.
La mia foto e le mie informazioni personali erano online da due mesi
A mia insaputa.
Ero tremendamente arrabbiata e allo stesso tempo un Po spaventata.
Scossa da questa notizia ho cambiato password e cancellato definitivamente il mio account.
Non ti nego che faccio fatica a fidarmi perché da testimonianze ho scoperto che alcuni account sono stati riattivati nonostante la cancellazione definitiva.
Spero che con il passare del tempo i nostri dati possano essere cancellati.
Grazie mille.
Sei stata un interessante scoperta.
Buona fortuna
Sara
Ciao Sara, che cosa strana, non ne avevo mai sentito parlare!
Grazie mille per aver condiviso la tua esperienza 🙂
Nel 2018 avevo cancellato il mio profilo facebook..dopo un tot di mesi l’ho riaperto..mi ritrovo oggi nel 2020 a cancellarlo di nuovo..è come se facessi un pieno di troppe informazioni..e quindi faccio il botto..per non parlare di quello che alle volte si legge nei profili altrui..i social non social alla fine.(.xchè molti amici manco ti chiedono come stai ormai)oggi è il 1 giorno senza facebook..l’altra volta ho fatto quasi un anno senza..a sto giro spero sia definitivo in quanto è una bella perdita di tempo.. hanno creato talmente tanto bene questi socialnetwork da farci stare sempre più tempo..drogati dai mi piace..dall’approvazione degli altri..sempre su un palcoscenico..dove siam tutti bravi..belli..giusti..che nel reale manco per niente delle volte..w.sapp purtroppo me lo devo tenere per chat di classe e sport di mio figlio..anche se anche li delle volte uno è sempre sempre reperibile..allucinante…però devo ammettere che nel periodo quarantena le videochiamate con qualche amica..sorella ecc ecc son state davvero un toccasana..quindi pollice su x la messaggistica ma pollige giù per i social no social..un abbraccio e bellissimo articolo.
Ciao!
Ti ringrazio per aver scritto questo post e aver così condiviso il tuo punto di vista e la tua scelta. Ciò che hai scritto, le considerazioni che hai affrontato è come se le avessi scritte io, riflessioni e sensazioni che da tempo sono dentro di me ma che fatico a mettere in parole. Ho un account facebook che ho aperto nel 2012, devo essere sincera sotto l’insistenza di amici che avevo vicini, io ero praticamente l’unica a non averlo in quel momento. Ho fatto un pò di resistenza ma alla fine ho ceduto e quando l’ho fatto me ne sono appassionata. Mi sembrava una sorta di diario, un luogo in cui finalmente potevo esprimermi attraverso pensieri, creatività ed emozioni. Ma ben presto ho capito che non era proprio così. Nel 2017, a seguito di una crisi interiore forte, non sono più riuscita ad accedere serenamente, si è presentato quel malessere di fondo che sentivo da tempo quando accedevo, in un modo molto più pesante e ho iniziato a chiedermi cosa stesse succedendo. Ero sopraffatta. Fomo. Confronto. Dipendenza. Paura di scrivere. Paura di leggere. Sempre più rabbia. Sempre più fraintendimenti. E poi pubblicità e immagini, e parole, e ancora pubblicità, e cose che non volevo vedere, ricordi che facevano male e non ce l’ho fatta più. Da allora non accedo più se non qualche volta per leggere qualcosa su un gruppo in cui mi ero iscritta. Sono sempre più tentata di cancellare definitivamente l’account, ma come molte persone che hanno commentato (grazie per aver condiviso le vostre storie e sensazioni, mi fanno sentire meno sola) c’è qualcosa che mi trattiene. Non so se sia qualche meccanismo che mi lega all’abitudine di sapere che anche se non apro Facebook comunque ci sono, se cambio idea sono sempre li. Non so se è l’idea che cancellando l’account mi sentirei “fuori dal mondo” e quando ho questo pensiero mi spavento perchè non è una bella cosa da pensare . Non lo so, magari ci sto arrivando.. Penso spesso a eliminare anche whatsapp, visti gli ultimi sviluppi sulla privacy non proprio piacevoli, ma anche perchè ormai noto tutti gli stratagemmi molto sottili con cui anche questo account di messaggistica tenta di manipolare, una sensazione soffocante. Soprattutto volevo dirti ancora grazie per aver condiviso questo post e anche quello che hai scritto un anno dopo. Mi fanno sentire meno sola, mi fanno sentire che qualcun’altro come me si è posto domande, ad un certo punto ha visto che quel mondo non era più sano, ha sentito la sopraffazione. Intorno a me ancora non ho tante persone che mi capiscano in questo, ed è difficile condividere questi pensieri. Davvero bell’articolo!
Ciao! Ho scoperto il tuo blog da poco, e mi ha fatto piacere trovare le tue riflessioni sul tuo rapporto con Facebook. Credo di essere arrivata anche io al limite, forse questo è il momento giusto per cancellarmi da Facebook. Devo dire che non è facile fare il passo concretamente, ci sto un pò girando attorno: scarico qualche foto che voglio tenere, rileggo qualche conversazione in chat, mi preparo al distacco, ecco. Sembra quasi di separarsi da una piccola parte di sé, e non solo perché dentro un profilo ci sono le tracce di anni di vita trascorsi, anche per qualche altro motivo che ora non mi spiego del tutto.
Grazie mille comunque, non sono una frequentatrice di blog, ma credo che curioserò nel tuo
Buone e belle cose 🙂
Sono capitato sul tuo blog e su questo articolo molto spesso nell’ultimo anno, come se dentro di me già sapessi le risposte che cerco ultimamente nelle esperienze altrui. Ho disattivato, o meglio, eliminato facebook da diversi mesi e probabilmente il prossimo passo sarà Instagram – e così via credo anche whatsapp. Tutto quello che hai scritto lo percepisco, tantissimo, l’ho confrontato con le mie sensazioni e mi trovo a non avere altro da aggiungere!
Quindi volevo in sostanza solamente farti i complimenti e ringraziarti perché, magari inconsapevolmente, mi hai aiutato ad aprire gli occhi e scoprire cosa cercavo!