Non sono perfetta – io, Pollyanna e Rob Brezsny

non sono perfetta - io e pollyanna

Giovedì, giorno dell’oroscopo di Rob Brezsny, come da tradizione (ne avevo già parlato qualche post fa).
Quello di oggi recita:

Nel cinquecento gli europei esplorarono il Sudamerica alla ricerca della mitica Eldorado. La tradizione buddista parla dello Shambhala, un regno magico in cui vivono solo esseri illuminati. Nelle leggende dell’antica Grecia, l’Iperborea era un paradiso assolato dove la vita media era di mille anni e tutti erano felici. Questo è un buon momento per fantasticare sulla tua versione di un mondo utopico, Leone. Prima di tutto perché la tua fantasia è in fase di espansione. Poi perché sognare in grande sarà positivo per la tua salute fisica e mentale. E c’è un altro motivo: immaginando il più bello dei mondi possibili, mobiliterai il tuo idealismo e aumenterai la tua capacità di realizzare la miglior vita possibile nei prossimi mesi.

Rob, parliamone. Tu lo sai da anni, da quando nella notte dei tempi iniziai a leggerti dalle pagine dell’Internazionale (era il 2007? o il 2008?), che sono una sognatrice. Non so quanto sognare in grande sia stato salutare per il mio stato fisico e mentale; c’è chi direbbe che non lo è stato affatto, già che come conseguenza dei miei sogni gli ultimi anni sono stati – diciamo così – movimentati. Ma ho comunque sognato in grande, è vero.

Il fatto è che sono d’accordo con te, non riesco a smettere di essere una Pollyanna-inside e di immaginare in continuazione il più bello dei mondi possibili. Però ti dico anche che non sempre ho bisogno di pensare a una situazione migliore. La maggior parte delle volte sento che va bene anche così. Che non ho voglia di aspirare al meglio possibile, e che tutto sommato ho imparato molto di più da questi ultimi anni di imperfettitudine che da quelli in cui tutto andava “come doveva”.

Pochi giorni dopo essere approdata a Barcellona, trent’anni appena compiuti e una tempesta sentimentale che mi aveva soffiato via dall’altra parte del Mediterraneo, ero entrata in una libreria. Avevo bisogno di un posto calmo, silenzioso, dove potermi catapultare in altri mondi senza pensare al mio che si era incasinato all’inverosimile.
Nello scaffale dei libri per l’infanzia avevo trovato un libro illustrato di Jimmy Liao, “Non soy Perfecta” (credo non esista la versione italiana).

Parlava di una bambina che si scontra con le prime sfide della sua vita, gli amici, la scuola, il rapporto con i genitori e la frustrazione di doverli accontentare, cercando di essere perfetta. Cosa che finisce per annoiarla molto presto e a cui lei preferisce fare semplicemente quello che le piace e le viene bene. Pazienza se gli altri non ne sono sempre contenti.

Rivelazione, me lo porto a casa. C’era bisogno di un libro illustrato per capire che dovevo rilassarmi un attimo? – direte voi.
Sí, c’era bisogno. Ero talmente confusa in quel periodo che era necessario ripartire dalle basi, descrivere quello che stava succedendo nel modo più semplice possibile e impiegare anche una buona dose di idealismo per uscire dal buco nero.

Rob Brezsny, tu lo sai che il mio idealismo è sempre all’opera e Pollyanna sarebbe orgogliosa di me. Ogni tanto mi do qualche mazzata sui piedi, ho ancora delle cadute di autostima che non ti racconto, ma poi mi dico “e quindi?”.

E quindi per cosa mi piango addosso, se il cammino che ho preso l’ho scelto io, consapevolmente, e finora ne ho ricavato più soddisfazioni che pentimenti?

Ti ricordi, caro Rob, quando 6 o 7 anni fa mi dicevi che dovevo smettere di sognare e agire, prendere in mano la mia vita e concretizzare le mie idee?
Non l’ho fatto, in quel momento: non ne avevo il coraggio, non mi sentivo in grado e non ero nemmeno incoraggiata a farlo. Preferivo sbuffare e aspettare la rivelazione.
Che poi quando è arrivata mi ha tramortito e fatto desiderare di essere messa sotto da una macchina piuttosto che affrontarla.
Ma ehi, pare che sia sopravvissuta.
Quindi ecco Rob, ti volevo dire che ti ringrazio per il consiglio ma non ti preoccupare: i prossimi mesi sono già un’incognita per me, e non ho la minima intenzione di costruirci sopra dei castelli di carta pensando a quanto potrebbero essere fantastici.

Mi tengo le costanti che posso controllare al momento.
Genova, il Guerriero, una vista sul mare, gli affetti vicini e lontani e una connessione internet stabile.
A posto.

Una risposta a “Non sono perfetta – io, Pollyanna e Rob Brezsny”

  1. Sono d’accordo. Ogni tanto arrivano quelle fasi della vita in cui non è necessario per forza spingersi oltre, sempre e comunque. Ci si può anche godere ciò che si è raggiunto, se questo fa parte di un qualcosa che ci dà soddisfazione e serenità.

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