Da quando ho aperto il blog, mi è capitato di scrivere diverse volte di come ho vissuto il mio divorzio.
Ma mi ha colpito soprattutto il fatto di ricevere molti messaggi di donne che stanno vivendo lo stesso momento difficile. Una delle frasi più ricorrenti che ho letto in questi messaggi è “mi sento molto sola, sono l’unica del mio gruppo di amiche che sta divorziando“.
Se conoscete una trentenne e qualcosa che ha deciso di divorziare e di raccontarsi con voi, sappiate che avete di fronte una donna che sta affrontando un ostacolo non da poco.
Abbiate rispetto della sua sofferenza e di quello che vorrà confidarvi.
Si perché decidere di divorziare è un passo difficilissimo, e molte volte lo si fa nell’incomprensione più totale da parte di chi ci circonda.
Essere parte passiva della decisione fa molto male. Essere parte attiva, beh, che ci crediate o meno, fa male lo stesso.
Se la vostra amica ha deciso di farvi questa confessione, è probabile che abbia già raccolto abbastanza pro e contro alla sua decisione. O magari no, e vi sta chiedendo un consiglio.
Siete in una posizione delicata, cercate di non essere invadenti o di voler avere la verità in tasca.
Ascoltate, semplicemente.
E soprattutto, continuate a leggere:
Le frasi da non dire a un’amica che decide di divorziare.
A prescindere da cosa pensiate della confessione che la vostra amica vi farà, ci sono delle frasi che una donna che si sta separando non dovrebbe mai sentirsi rivolgere. Essendoci passata personalmente e avendo avuto modo di parlare con diverse altre donne che stanno vivendo lo stesso momento, vi posso garantire che certe parole non si dimenticano.
Ecco una collezione delle peggiori:
1. Stringi i denti, cerca di non pensarci, vedrai che è solo una fase.
Sentirsi sminuite in un momento così delicato, è veramente l’ultima cosa di cui si ha bisogno. Già ci pensa la nostra mente paranoica a sminuire per giorni e giorni (e giorni) le ragioni per cui una storia non può andare avanti. Dare poca importanza alle ragioni che portano a una separazione, che riusciate a immedesimarvi o meno nella vostra amica, è come assumere che si tratti di un capriccio. Ma non siamo più delle bambine, e voi non siete le mamme che devono ristabilire l’ordine.
2. Non è possibile, siete una coppia perfetta!
Impossibile, impossibile, ma intanto è successo. Diceva una mia ex compagna del liceo quella quindicina di anni fa. E mica aveva tutti i torti. Le coppie perfette non esistono. I matrimoni perfetti non esistono. Per cui anche le coppie più affiatate possono rompersi, non datelo per scontato. Ma soprattutto: voi non siete lì, nella quotidianità di quella coppia, per cui – per quanto siate sicuri di non aver mai visto un momento di attrito fra quei due – non potete davvero sapere quanto erano imperfetti insieme.
3. Ma non hai paura di rimanere sola?
Questo è il momento “terapia d’urto” che proprio dovete evitare. Certo che la vostra amica ha paura di rimanere sola: ha paura di rimanere sola di fronte agli amici, o alla famiglia, o ai colleghi o con i suoi pensieri. La fase della separazione è uno dei momenti della vita in cui ci si sente più soli in assoluto e con mille paure che non abbiamo bisogno di sentirci ricordare. Per cui tenetele per voi, invece che usarle come spauracchio sperando in un ravvedimento.
4. Allora bevici su e andiamo a divertirci, visto che torni single!
Ok, va bene che non dovete usare le paure come spauracchio, ma anche l’incitazione al divertimento forzato, magari no. Se aspettate che ve lo chieda lei, in caso ne senta il bisogno, è decisamente meglio. Divorziare è un momento di lutto, una vita di coppia che va in pezzi e che lascia un vuoto enorme, anche quando la rottura è stata una scelta attiva. Date alla vostra amica il tempo di riprendersi con calma, in base alle sue necessità.
5. Ma se lo hai deciso tu, perché piangi?
Il grande cliché secondo cui chi lascia, deve prendersi tutte tutte le responsabilità e non ha nemmeno il diritto di mostrare la propria tristezza. Peccato che la fine di una relazione non sia quasi mai un bianco e nero fra cui scegliere. La sofferenza esiste per entrambe le parti coinvolte, e nessuno ha diritto di decidere che uno debba soffrire più dell’altro. Ancora una volta, se non siete parte della coppia, limitatevi ad ascoltare e a essere presenti, non fate domande indiscrete.
6. Io te l’avevo detto
Quindi volete un applauso per la vostra preveggenza? Magari lo avevate capito che quella coppia non aveva futuro, ma c’è bisogno di ricordare proprio ora alla vostra amica che ha fatto un errore? Pensate che molto probabilmente si starà già martellando i neuroni da sola, ripassando tutti i momenti sliding doors in cui le cose sarebbero potute andare diversamente.
7. Ma non pensi al male che stai facendo a lui?
Generalmente le domande che iniziano con “ma”, sono quelle sbagliate. Stesso discorso di cui sopra.
8. E ai bambini non ci pensi?
Molto gettonata, sia quando i bambini esistono già, sia quando la separazione avviene prima della nascita dei figli.
Se i bambini esistono già, la scelta di separarsi è molto ma molto più dura: e se la persona che avete di fronte ha deciso di farlo, evidentemente ha le sue ragioni. E sì, sicuramente la prima cosa a cui ha pensato sono i suoi figli, e ha una paura tremenda di farli soffrire.
Se invece i bambini non ci sono ancora, questa domanda è un po’ come la numero 3, uno spauracchio del tipo “ma non hai paura di non incontrare più nessuno che vorrà fare un figlio con te?“.
La fiera dell’ottimismo, insomma.
9. Io purtroppo non posso stare dalla tua parte
Se anche voi avete il coraggio di rivolgere una frase così a un’amica che si sta separando, ovviamente c’è un disequilibrio nella vostra amicizia. Lei decide di confidarsi con voi, e voi le dite “grazie, ma non ti appoggio“. Oh, meglio saperlo, per carità. Ma pensate che tutto questo vi riguardi personalmente? Pensate che sia veramente necessario schierarsi come se si trattasse di un referendum abrogativo? Pensate di essere al di sopra di una situazione simile e che la vostra amicizia offerta a una parte e non all’altra potrà in qualche modo cambiare le sorti del mondo? Il dubbio aleggerà su questo post, ma se c’è una cosa certa è che il quadro delle amicizie dopo una separazione cambia notevolmente.
10. Sono sconvolta, ma ti sono vicina
Bugia, o almeno, suonerà come tale. Se siete sconvolte di fronte alla scelta che la vostra amica sta facendo, è di nuovo il caso di tenervelo per voi. Lei è sicuramente più sconvolta di voi, e in preda a un subbuglio di emozioni che non potete immaginare, se non ci siete passate personalmente. Per cui qualsiasi frase che si centri su come vi sentite voi, è completamente fuori luogo. Mantenete invece la seconda parte frase: manifestare la vostra incondizionata vicinanza è la cosa più utile in questo momento.
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Quali sono le frasi più inopportune che vi siete sentiti dire in un momento difficile?
O quale quella più inopportuna che vi è scappata?
Me lo raccontate nei commenti?
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Photo: Jamie Taylor
E’ vero, spesso si è inopportuni davanti ad un momento delicato. Spesso si cade nella banalità, nel luogo comune… tuttavia mi chiedo spesso quale sia invece una risposta sensata davanti a una conversazione delicata, che si parli di divorzi o altre cose ugualmente importanti. Purtroppo sia che dimostri comprensione, sia che cerchi di sminuire, distrarre, consolare.. in qualche modo non è mai abbastanza e spesso sbagli. E’ una parte difficile anche quella dell’amica sulla cui spalla si piange e tutti credo che ci siamo trovati da entrambe le parti, almeno una volta!
Un abbraccio!!!
Non è facile Claudia, affrontare discussioni personali con un’amica senza cadere nella banalità non è per niente facile. Secondo me, non dobbiamo forzarci, ascoltare e cercare di dare un consiglio senza troppa improvvisazione, se non sappiamo esattamente cosa dire 🙂
Ahahah, li ho avuti quasi tutti, senza manco essere sposata 😀 Non tutti da amici, però, molti da parenti anziani che ho giustificato in parte per via del gap generazionale. Peraltro col tempo ho riflettuto che la maggior parte della gente, quando viene messa a parte di qualsiasi brutta notizia, pensa per prima cosa a stabilire se anche a loro potrebbe mai capitare. Di solito quello che dicono è intriso di questo, che si riverbera sia nei giudizi che nei consigli inopportuni.
Ottima considerazione Arya! Non ci avevo mai pensato, lo sai?
Molte frasi che mi in questo contesto mi sono suonate come giudicanti o inopportune erano effettivamente una strategia difensiva della persona con cui stavo parlando. Beh, questo punto di vista aiuta senz’altro a prendere in maniera diversa questi giudizi…grazie!
Io mi rendo conto di essere una che riflette pure troppo su come si sta sentendo l’altra persona e spesso per paura di sbagliare approccio, passo a chiedere altri dettagli, a farla sfogare insomma, prima di sentenziare qualcosa.
Però con il tempo mi sono resa conto che il tipo di approccio davanti ad una confessione in un momento così delicato cambia in base al tipo di rapporto che si ha di base con quella persona.
Un’amica molto stretta mi confessò, anni fa, un tradimento. Io non dissi niente. Ma bastò che ci guardassimo intensamente un attimo perché scoppiasse a piangere e rispondesse a tutte le domande che implicitamente le stavo facendo con quello sguardo.
Però qui stiamo parlando di un rapporto strettissimo, con un’altra persona magari avrei minimizzato o detto cose insensate, chissà.
Un altro caso: anni fa una collega ci disse durante una riunione che stava per divorziare.
Io in quel caso non ho veramente saputo cosa dire. Per vari motivi: la mia conoscenza, per quanto più ravvicinata che con altri colleghi (capitava di vedersi fuori dal lavoro) non era una vera e propria amicizia; era una persona che aveva un continuo bisogno di sentirsi al centro dell’attenzione. Essendo io il suo “capo”, rimasi in silenzio, l’abbracciai, e lasciai che fossero le altre a chiedere dettagli. Poi in privato la chiamai e le mandai messaggi. Ma mi rimase la sensazione (non solo per la personalità, ma anche per le motivazioni che dava) che avesse “sparato la bomba” per testare la nostra reazione e per attirare l’attenzione. Mi diedi della cinica da sola.
Per molto tempo ho pensato che il fatto di dirlo a tutti l’avesse poi spinta a fare un passo di cui in cuor suo non era del tutto convinta. Nel giro di un mese concluse le pratiche (nel Paese dove abitavo bastavano pochi giorni per passare dallo stato di sposata a quello di divorziata, senza passare per una lunga dolorosa separazione) e divorziò.
Ora sono tornati assieme.
In quel caso, secondo te, qualcuno non avrebbe dovuto scuoterla e trattarla con meno delicatezza? Di certo non io – magari un’amica più stretta-, ma non sarebbe servito?
A volte ho l’impressione che ci siamo abituati a trattare le persone con i guanti in ogni frangente e che temiamo lo scontro, ma credo che in certi casi se uno viene a dirti qualcosa del genere oltre al conforto e allo sfogo voglia anche un altro punto di vista, o mi sbaglio?
Un abbraccio e concordo con Arya, anche io mi sono sentita fare le stesse osservazioni, senza passare dal divorzio! 😉
Si Virginia, certamente la reazione cambia in base alla relazione che abbiamo con la persona che abbiamo di fronte.
Quando chiedi, a proposito della tua collega, “qualcuno non avrebbe dovuto scuoterla e trattarla con meno delicatezza?”, ti dico che una sua amica stretta avrebbe potuto farlo. Non voi, colleghi con cui non c’era una grande intimità. Ognuno di noi decide di condividere con gli altri certi eventi di vita in una maniera o nell’altra: c’è chi preferisce farlo solo con persone iper-selezionate, e chi preferisce farlo in modo plateale. Spesso chi sceglie questa strada lo fa per attirare l’attenzione, magari perché in quel momento no ha persone più strette con cui condividere quello che vive.
E poi ” credo che in certi casi se uno viene a dirti qualcosa del genere oltre al conforto e allo sfogo voglia anche un altro punto di vista, o mi sbaglio?”: non ti sbagli, infatti se non avessimo bisogno di sentire un’opinione altrui non approcceremmo il discorso come “una confessione”. Sarebbe semplicemente un “ho preso questa decisione, punto”. Dare un altro punto di vista è fondamentale, trasformare il punto di vista in un giudizio è il rischio da evitare. I punti che ho elencato qui sono dei giudizi, non dei punti di vista, mirano in due posizioni opposte: o a prendere la cosa con leggerezza o a far sentire colpevoli. L’episodio che racconti della tua amica che confida il tradimento è quello che intendo: non servono parole in eccesso, a volte anche semplicemente uno sguardo che dice “sono qui per ascoltarti” ha molto più valore 🙂
Un abbraccio a te!
Ottimi consigli. Quando è successo a mia cognata gliene hanno dette di ogni, peggiorando la situazione (aveva deciso lei, ma si è cmq ripresa dopo un bel pò)
Eh, la capisco, anche quando si prende la decisione non è per niente facile…e anche a me ne hanno dette di ogni, questo decalogo è solo un veloce riepilogo 😉
Non ho mai affrontato un divorzio ma, poco prima di conoscere mio marito, ho chiuso bruscamente una lunga relazione di oltre 7 anni. Quando ho deciso di mollare quella persona mi sono sentita dire più e più volte ciascuna di queste affermazioni (tranne quella dei bimbi): tutti ci davano ormai per sposati e ricordo i pareri inopportuni, gli amici che improvvisamente da nostri si sono rivelati ‘miei’ e ‘suoi’, le supponenze, persino gli scherni e l’aria di vittoria di chi ‘te l’avevo detto’. Ed eravamo solo fidanzati.
Cosa dire quindi in questi casi? Credo che le parole più belle sia le più semplici. Per me, quelle della mia migliore amica: ‘dai, raccontami’.
Baci Giulia! 🙂
“Dai, raccontami!” è la migliore, proprio così Cris 🙂
un abbraccio!
Una frase da non dire e’ anche “Oh, Tizia, che bello, ho Saputo che ti sei sposata con Caio sei mesi fa” “Stiamo gia’ divorziando”
Storia triste ma successa davvero…
Azz… eh 6 mesi sono belli corti, in questo caso la gaffe è quasi inevitabile, dai.