Io e la mia peggior nemica ci conosciamo da molti anni, è cresciuta praticamente con me. Ci sono dei periodi in cui non la vedo per niente, il che non è male. Ma purtroppo non sta via per molto. Oltretutto mi aspetta sempre al varco. Quante volte ho pensato di allontanarmi da lei, ho organizzato trasferte, weekend in viaggio, vita riempita in valigia, pensando di scoraggiarla e farle capire che deve lasciarmi in pace.
Mentre sto cercando di dare il meglio in un’attività importante mi chiama e mi distrae. Mentre cerco la concentrazione, il suo pensiero mi fa deviare e devo riiniziare tutto daccapo, se ci riesco. È una tipa che a volte si arrabbia moltissimo, fa delle scenate da drama queen di quelle che ti fanno abbassare lo sguardo e pensare io non la conosco. Tipo quando si arrabbia al telefono. O quella volta che le avevano cancellato per sbaglio le foto dalla macchina fotografica. O quando pensa di essere sul punto di perdere il controllo ed entra nel panico.
Eh, le piace organizzarsi.
Non che ci sia nulla di male in questo – solo che quando le cose non vanno come devono, le viene l’ansia.
Anche perché le cose non sempre possono andare come si desidera, soprattutto se si cerca di mantenere in ordine 25 pensieri alla volta.
L’ansia poi le gioca brutti scherzi.
Tipo quando le buca la mucosa gastrica e la lascia piegata in due su un divano. In questi momenti, anche se siamo nemiche, mi dispiace molto che soffra così. Con questa storia dell’ansia comunque è un non finire. Uno non lo direbbe, magari, vedendo come va e viene da un posto all’altro e si butta nelle esperienze, nei cambi, nelle nuove situazioni con relativa scioltezza.
Però ad esempio le sale l’ansia in circostanze normalmente felici, e poi ci tiene a farmelo sapere: tipo un minuto dopo aver comprato un biglietto aereo.
Invece che gioire del prossimo viaggio, inizia a pensare di aver sbagliato nella scelta delle date o che per una qualche circostanza cosmica avrà qualche problema con l’aereo o le coincidenze, e tutta l’organizzazione del viaggio salterà.
Si immagina scenari apocalittici e dorme male: so comunque che si sforza molto di razionalizzare le sue paure, anche se il nodo allo stomaco non si scioglie lo stesso.
A volte può essere molto rumorosa, però quando entra in modalità monaco tibetano qualsiasi suono la disturba.
Si lamenta un sacco, e così deconcentra pure me. Nonostante passi molte ore al giorno seduta, è la sua testa quella che non si ferma mai. A volte le chiedo ma quand’è che riesci a non pensare a niente? A rilassarti e basta? Mi dice che non è possibile e che non capisce come riesca a farlo io.
Cerca di farmi sentire in colpa.
Forse per un retaggio degli anni del catechismo e di quel prete che ci diceva peccato mortale! se mancavamo alla messa della domenica, si sente spesso in colpa e vuole che pure io mi ci senta. Come se aver vissuto insieme queste esperienze ci dovesse in qualche modo rendere uguali.
Lei non è uguale a me, eppure a volte mi identifico completamente con lei.
E alla fine, in fondo in fondo, anche se la considero la mia peggior nemica, le voglio bene e ho imparato a conviverci.
La mia peggior nemica sono io stessa, inutile girarci troppo attorno.
io invece no. non le voglio bene per nulla. ma lei se ne frega. e sta sempre qui. uff!
Sempre sempre? Prova a spaventarla!
Bel post.
Mi ci identifico moltissimo, anzi volevo dire che noi ci identifichiamo (io e la mia nemica) 😉
Che strano, questa tua nemica ha un sacco di tratti in comune con la mia!
Saranno mica tutte amiche fra di loro?! 🙂
non c’è peggior nemico di noi stessi 😉
esattamente 🙂
Bell’articolo, mi identifico molto con quello che hai scritto, varie volte ho pensato che il mio peggio nemico ero proprio me stesso. Effettivamente mi piace proprio come scrivi, anche se leggo quello che pubblichi mentre si scalda il caffè (colpa del fuso orario messicano) poi mi dimentico sempre di commentare, perdon 🙂
Grazie mille 🙂 hehehe la lettura mattutina dei blog è sacrosanta, per la dimenticanza nei commenti figurati, sono contenta che ti piaccia quello che scrivo! 🙂
Ti capisco e credo che bisogna fare molta attenzione alle altre versioni di noi stessi. Non siamo un po’ di tutto ma solo quello che ci fa star bene e ci rende felici. Let’s go for it!!!:-)
Sottoscrivo, dobbiamo avere il coraggio di seguire quello che ci fa stare bene! 🙂
[…] già scritto di come io sia la prima nemica di me stessa. Bene. Sono nemica di me stessa tutte le volte in cui non riesco a darmi un limite e i 5 minuti […]
[…] Ho smesso di assillarmi con l’idea che potrei essere diversa, più alta, più longilinea; che dovrei truccarmi di più per sentirmi più bella; che potrei essere più socievole, estroversa e femminile per attirare gli sguardi; che dovrei avere più vestiti nel guardaroba. Invece mi trucco poco, la piastra per i capelli è abbandonata da qualche parte sopra un armadio, i miei capelli si sono fatti ondulati senza che io ci possa fare niente. Mi guardo allo specchio e vedo i primi, più evidenti, capelli bianchi e la cosa un po’ mi stupisce, ma per il momento non ho intenzione di nasconderli. Questo non vuole dire che mi trascuri: curo il mio aspetto, semplicemente mi piace mantenere uno stile che mi rappresenti veramente, a prescindere dalle mode. Mi preoccupo molto meno di come mi dovrei comportare e dovrei apparire agli occhi degli altri: mi succede ancora, eh, e ogni tanto mi faccio prendere dalla sindrome dell’impostore. Ma c’è una parte di me che si è fatta più solida e prende il sopravvento quando serve. Accetto di dare la mia opinione a un gruppo di persone anche quando può suonare controcorrente, accetto di correre il rischio di sbagliare, accetto di non essere benvoluta da tutti, accetto di avere dei momenti in cui sto antipatica anche a me stessa. […]
[…] non mi viene naturale; ci sono tante cose di me stessa che odio profondamente. Come quando riesco a essere la mia peggior nemica o mi sento una piccola fiammiferaia che si nasconde in un angolo ad accendersi l’unico […]