Mai stata una fan del compiere gli anni, eppure una volta all’anno mi tocca. Per esempio non mi piace rispondere alla domanda “cosa organizzi per il tuo compleanno?”: mi mette in imbarazzo, mi sento obbligata a dover festeggiare, a dover invitare, a riunire gente per farmi gli auguri. Il punto è che da sempre sogno che qualcuno mi organizzi una festa a sorpresa, si occupi di radunare le persone che vorrei vicino, li nasconda tutti dietro al divano sfidando i pochi metri quadrati del mio appartamento-scatola-di-fiammiferi, dia a ognuno una bottiglia di vermuth del Bar Electricitat, e poi che si palesino tutti all’improvviso gridando “SORPRESA”, in un tripudio di sorrisi e alcol della casa. Ya está. Sono una scarica barile, me ne rendo conto.
Se me l’avessero detto, che compiere trent’anni e qualcosa sarebbe stato così poco scontato, non ci avrei creduto. Non è, per dire, la stessa sensazione di quando ho compiuto – che so – 27 anni (che manco me lo ricordo), o 23 – anni che probabilmente ho celebrato con un barbecue nel giardino della casa dei miei. Quest’anno sono 33 e i riferimenti a persone esistenti o fatti realmente accaduti non è per niente casuale.
Una cosa che non mi era mai successa prima, per esempio, è sognare che decido di vitrificare i miei ovuli. Deformazione professionale, sicuramente. Ma è stato comunque un sogno di merda, perché di ovuli ne producevo soltanto 3 e la delusione di essere condannata all’infertilità è stata troppo reale al risveglio. Devo decisamente cambiare lavoro: a trent’anni e qualcosa l’orologio biologico funziona già benissimo per i fatti suoi e non è necessario sollecitarlo ulteriormente.
Sono quindi alla vigilia del compimento degli anni di Cristo, un numero che mi piace molto, sarà per il suono o per la duplicità della cifra. Non voglio considerarlo uno spartiacque, perché a quello ci hanno già pensato i 30 tondi, ma è anche vero che in 3 anni sono successe molte cose e sento di nuovo quell’inquietudine tipica dei miei momenti di cambio.
La lista mentale dei progetti futuri si fa lunga, e a volte ci ritrovo elementi che pensavo di aver abbandonato per sempre dalla mia vita – a conferma del fatto che la combinazione di queste due paroline PER + SEMPRE è una specie di canto di sirena, un’attrazione irresistibile che fa in fretta a ologrammizzarsi. Poi mi ricordo che mi ha già fregato bene una volta, e relativizzo.
Ecco perché la lista dei miei 33 anni contiene 7 propositi che sono stati leit motiv degli ultimi mesi:
- Valutare di abbandonare il mio appartamento scatola-di-fiammiferi e cercarne uno più grande, con una stanza in più per arredarla a mo’ di studio. E magari una terrazza. O un balcone grande. E possibilmente vicino al mare.
- Valutare di cambiare città. Potrebbe succedere, non posso più escluderlo. In questo caso, il punto 1. potrebbe contemplare anche un balcone vista montagna, in caso la città di destinazione non si affacciasse sul Mediterraneo.
- Dire basta al lavoro da dipendente. Lasciatemi provare, lasciate da parte le raccomandazioni sull’insicurezza del lavoro freelance, sulla precarietà del salario, sulla difficoltà di organizzare la propria vita quando si è imprenditori di se stessi. Voglio provare a sbatterci la testa, nonostante tutto.
- Fare un altro grande viaggio. L’ultimo year to date è stato produttivo in questo senso, ho attraversato due oceani e calpestato due enormi continenti. Ora punto a un Paese centrale, vediamo se riesce.
- Tornare sull’Isola più spesso. Inizio a sentire molta nostalgia, a sentirmi di nuovo in pace con la terra e più forte per affrontare quella sensazione adolescenziale che ha sempre caratterizzato i miei ritorni in Sardegna.
- Smettere di correre, di sentirmi in ritardo, di affannarmi a rispondere a tutte le mail in un giorno solo, di camminare a ritmo accelerato. Imparare dal guerriero a tenere il mood rilassato.
- Concedermi più tempo libero. Libero per sedermi a scrivere senza pensare a quando finirò, per leggere sotto un albero, per guardare il cielo come non faccio da anni, per stare seduta a un bar e bere una birra con lentezza, senza pensare a cosa verrà dopo.
Era da tanto che non facevo una lista, mi sembra il giorno perfetto per iniziare a farle di nuovo: questo potrebbe essere il buon proposito numero 8.
❣
Immagine di copertina by Alejandra Lunik
Le liste. Mia croce e delizia. Ne ho una valanga.
A giorni di anni io ne compio 34. Ed è vero. Farne dai 30 in su non è per nulla come farne dai 30 in giù.
A me, però, il compleanno piace. Nonostante me lo sia volutamente rovinato con una ricorrenza che adesso non c’è più (archiviata nel “è andata male”) rimane sempre uno dei più bei momenti dell’anno!
Un carissimo saluto e… Bello bello bello bello bello il tuo blog!
Grazie Nazaria! È vero che a volte, quando la vita prende pieghe inaspettate, i giorni di festa possono diventare anche giorni di pensieri un po’ pesanti. È anche il mio caso 🙂
Purtroppo è una situazione (quasi) inevitabile. Si cerca di evitarla, ma non si può farne a meno. Con il tempo si dice che le cose faranno meno male. Ma la carne a certi ricordi morde sempre.
Sorridiamo. Aggiorniamo la lista (la mia è sempre più lunga): dentifricio per denti super bianchi. Ingoiamo un malumore ed andiamo avanti! Un caro abbraccio
Ho compiuto gli anni di Cristo nel 2000, questo per me era un segnale che poi, come puoi immaginare, si è rivelato una bufala. Ma quand’è poi, il tuo compleanno?
Diventare 33enni nell’anno del millennium bug deve aver avuto il suo fascino, però 🙂 il giorno clou è domani, fra 50 minuti 😀
A me i miei compleanni hanno sempre messo un misto di ansia e rabbia fino ad ora. Ansia per il tempo che passava e che mi allontanava sempre piu’ da quei progetti che non riuscivo a realizzare nonostante l’impegno e rabbia perche’ sapevo di aver preso delle decisioni che mi avevano portato a quel punto e che mi fossi creata la strada in salita da sola. Poi, subito dopo aver compiuto 30 anni, sono successe delle cose che hanno cambiato la mia predisposizione mentale e ho iniziato ad accettare che non sarei mai arrivata dove volevo ma che potevo comunque fare altre cose. Forse la strada che volevo a tutti i costi seguire non faceva per me.
Ti auguro un felice compleanno e di realizzare i desideri della tua lista 🙂
GRazie per il tuo commento e gli auguri, Pasionaria! Vedo che i giri di boa dei 30 con cambiamenti significativi sono stati abbastanza comuni ultimamente 😉
Io sono veramente una bimba, in questo, di solito il mio compleanno mi piace, banalmente, perché è la mia festa. Forse una festa a sorpresa mi piacerebbe, non so però se ne avrò mai una perché, piacendomi festeggiare, e avendo amici sparsi, di solito organizzo con anticipo in almeno quattro città, e poi dopo mi stanco persino io! 😀 In ogni caso, auguri!
Quattro città! Sei una pro dei festeggiamenti compleanneschi, ‘povna, tanto di cappello 😀 Grazie per gli auguri!
Piccola città, amici del nord, mamma ‘povna e Mr. Mifflin. E non conto la scuola. E non c’è più la città rossa!
Tanti auguri per il tuo compleanno, intanto!
A me le liste piacciono tantissimo 🙂
In bocca al lupo!
Anche io sono sempre stata fissata con le liste 😉
GRazie per gli auguri!
Io adoro il compleanno perché è il mio giorno e la mia festa e mi piace farmi coccolare!
😀
Anch’io nata in agosto (un po’ più in là), anch’io 30 e qualcosa (34 coming soon) e anch’io imbarazzata all’idea di riunire gente per farmi gli auguri. Con la scusa che è agosto sono riuscita a evitare fin da piccola i festini perchè tutti i bambini erano in ferie.
Nonostante ciò, nemmeno io disdegnerei una festa a sorpresa.
Vacci a capire, noi leoni. Per il resto, liste tutta la vita e… Auguroni!
Vacci a capire, hai detto bene! Anche per me il fatto che agosto fosse un mese di vacanze mi ha sempre salvato un po’ (per poi desiderare comunque una festa a sorpresa :D)
Io ho compiuto 34 anni il primo luglio, mi succede un po’ come a te in quel giorno ed anche nei giorni precedenti… Peggio da quando sono diventata “expat” quando mi mancano persone importanti in quel giorno e mi sento piu sola che mai. Tanti pensieri pesanti…
Ma dai, tiriamoci su! Auguroni!!!
Grazie Mari! Vero, da “expat” i compleanni hanno un sapore ancora diverso, il rischio di sentirsi soli è dietro l’angolo…per quello bisogna agire in fretta e cercare di non pensarci 🙂
Che dirti amica mia… Nella vita bisogna buttarsi e vivere a pieno, altrimenti a cosa serve vivere? Sei più brava e coraggiosa di me, ma fondamentalmente molto simili… Perché no, congela i tuoi ovuli, potranno tornarti utili, potranno essere donati, potranno darti qualcosa in futuro!
Io a 33 anni nemmeno sapevo che si potesse fare, sapevo solo che non riuscivo a concepire e ci ho messo altri 2 anni per convincermi a chiedere aiuto, anni inutili e pieni di sofferenze che se sommati a tutti gli altri arriviamo a 7…
Più gli anni passano e pure a me piace più far passare il mio compleanno in sordina, con un esame dei pro e dei contro avvenuti nell’ultimo anno e una lista di buoni propositi… Cogli l’attimo!
D’accordissimo sul “buttarsi e viviere appieno”. Allo stesso tempo sono anche molto fatalista e sulla questione “congelazione ovuli” mi blocco molto. Non so se vorrei veramente metterli da parte e sentirmi poi “obbligata” in futuro a usarli. Purtroppo donarli non è possibile, se non lo fai dentro un programma di donazione e secondo le regole stabilite per le donatrici. Mi ritrovo molto nel “cogli l’attimo!” e sto giusto giusto imparando a vivere il presente, senza farmi più intristire dal passato e dalle nostalgie.
buttiamo via il passato e l’asciamocelo alle spalle!!! basta, è finito il tempo per soffrire!
😉 yeah!
[…] su un tema che ricorre abbastanza frequentemente su questo blog: le trentenni e l’orologio biologico. Nei 6 minuti di questo cortometraggio si condensano tutte le domande di una trentenne che si […]