La ricetta del pane frattau, o di come la cucina sarda assomiglia a quella messicana. A volte.

ricetta del pane frattau

E poi ti ho portato un po’ di pane carasau.

Di solito finisce così il rituale dello svuotamento della valigia materna sul tavolo della mia cucina.
Non è questo il momento di dilungarmi nelle fasi precedenti, ma sappiate che il “po’” di pane carasau, di solito si traduce con minimo due o tre scatole. Rimane lì, appoggiato a fianco a tutto il bendidio che riempirà il mio frigo per i prossimi mesi: mezzo bancone del macellaio, qualche kg di formaggio – sia mai che a Genova smettano di produrlo – e una profusione di vaschette di ravioli e culurgiones freschi.

Il pane carasau mi fa sempre un po’ pena, perché viene tirato fuori per ultimo ed è la portata più sfigatella della valigia.
Non è che vada pazza per il pane carasau. Cioè, quando ce l’ho vicino inizio a spezzettarlo e mangiarlo come un automa. Ma lui è stato progettato per questo: riempire i vuoti dell’anima, o quelli fra una portata e l’altra, annullare la noia, saziare lo stomaco pensando di rimanere leggeri. È un non cibo, in pratica.

Se evito di aprire la scatola, può rimanere dimenticato in dispensa per settimane. Almeno fino a quando la disperazione del “ma non abbiamo uno spuntino da sgranocchiare?” farà capolino in un pomeriggio qualunque.

Il trucco per far fuori mezza scatola di pane carasau tutta in una volta senza sentirsi in colpa e senza farlo ammuffire, è utilizzarlo per una delle ricette più classiche e semplici della cucina sarda: il pane frattau.

[sì, ci piace tanto terminare le parole in -au]

Come preparare il pane frattau in 10 mosse

Ve lo dico già: con il pane frattau farete un figurone. La sua somiglianza a una lasagna lo rende un piatto già più o meno conosciuto alla vista. La differenza è che si prepara in meno della metà del tempo, ed è delizioso.

Cosa vi serve per cucinare il pane frattau per due persone:

  • una scatola di pane carasau semplice (cioè non guttiau, quello già salato e condito con olio)
  • un dado vegetale per il brodo (o le verdure fresche, se avete tempo)
  • pomodori pelati o una bottiglia di salsa di pomodoro, per preparare il sugo
  • spicchio d’aglio e mezza cipolla, per il sugo
  • pecorino sardo
  • due uova

ricetta sarda pane frattau

Il procedimento è facile, sono 10 mosse:

  1. Preparare del brodo vegetale
  2. Preparare un sugo di pomodoro veloce (no modalità nonna, io ci metto tipo 15 minuti: soffritto di cipolla, uno spicchio d’aglio, passata di pomodoro e via. Sì, mi viene comunque buono)
  3. Grattugiare una buona quantità di pecorino sardo, a vostro piacimento: io vado per il “più ce n’è, meglio è”
  4. Spezzare i fogli di pane carasau e immergerli brevemente nel brodo caldo, senza inzupparli: devono solo ammorbidirsi un po’
  5. Appoggiare un primo strato di pane carasau bagnato nel piatto
  6. Stenderci sopra una cucchiaiata di sugo
  7. Spolverare (o coprire, sta a voi) con il pecorino sardo
  8. Adagiare un altro strato di pane carasau
  9. Ripetere i punti 6 e 7: si dice che sia meglio non fare più di 3 strati di pane
  10. Preparare due uova in camicia (o fritte) e adagiarle in cima ai tre strati di pane carasau “lasagnato”

Il risultato finale è una specie di lasagna di pane carasau:

ricetta del pane frattau

Mentre ce lo sbaffavamo con gusto, il Guerriero mi fa notare che se al posto del pane carasau avessimo usato tortilla di mais e crema (qualcosa di simile alla nostra panna), staremmo mangiando chilaquiles.

Effettivamente i chilaquiles sono quasi uguali al pane frattau, con qualche aggiustamento in stile messicano: un po’ più piccanti, probabilmente con aggiunta di pezzetti di pollo per la versione carnivora, e molta molta crema.

Chi l’avrebbe mai detto che la cucina sarda potesse assomigliare così tanto a quella messicana?

4 risposte a “La ricetta del pane frattau, o di come la cucina sarda assomiglia a quella messicana. A volte.”

  1. Mi hai fatto venire fame, sembra davvero delizioso!

    1. Provalo! 🙂

  2. Aaaa ma questo noi non lo facciamoo!!!! Domani lo provo:)

    1. Si Eli, è buonerrimo! 😀

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