La lenta lista delle cose da fare

Le cose da fare nella lista di cose da fare a volte mi rimangono appese alla mente e non riescono a scendere verso le mani. Se guardo il calendario, giugno sta finendo e io non me ne sono accorta. Il mese è rimasto stretto fra un volo Alitalia preso di corsa venerdì 3 giugno e un traversata mediterranea con la Tirrenia martedì 14.

Quello che è successo nel mezzo è stato molto familiare, lento, fatto di carezze, parole dette all’orecchio, pomeriggi nella penombra fresca di casa di nonna. Lei stava distesa nel letto e muoveva gli occhi senza sosta, inseguendo immagini che noi non potevamo afferrare. Ogni tanto interrompeva la sua corsa da ferma e chiedeva di uno di noi.

Nonna, sono io – le dicevo all’orecchio destro, quello che funzionava meglio

Si,  sei tu, ti ho riconosciuto dalla voce – rispondeva lei

E così a tutte le persone che passavano a salutarla. Ci faceva anche sorridere, questo suo voler rassicurare tutti che non ci stava dimenticando, che anche la vicina di casa che non vedeva di persona da anni meritava di essere riconosciuta dalla voce. Almeno in memoria dei tempi passati, quando la strada di casa di nonna era viva e noi bambini vi passavamo le estati giocando a campana e scarabocchiando l’asfalto coi gessetti, sotto gli occhi vigili del vicinato.

Nonna è riuscita a radunarci tutti, da ogni capo del mondo. Ha aspettato un volo intercontinentale per due giorni, chiedendo “quando arriva?” ogni dieci minuti. E quando ci ha avuti tutti lì, ha iniziato a correre con gli occhi e a dirigersi verso quel posto di cui ci parlava sempre da bambini. Ci aveva abituato a questa idea: ho passato gran parte della mia infanzia sentendo la fatidica frase di nonna “chissà se ci sarò ancora il prossimo Natale“.
A nonna piaceva essere fatalista, ottimista mai – il suo modo di esorcizzare la paura che le cose andassero male. E infatti si è portata fortuna, di Natali con lei ne ho fatti 33, contro tutti i suoi pronostici.

Il mese di giugno è rimasto stretto in mezzo alla corsa di nonna. E quando lei ha smesso di correre noi siamo tornati alla realtà, stiracchiando i muscoli come se fossimo rimasti fermi seduti intorno al suo letto per 10 giorni di fila, senza mai dormire.

Ora giugno sta finendo, io sono a Genova e molte cose da fare ancora nella mente. Piano piano stanno scendendo verso le mani, ma se ne fregano della sincronia. Scendono prima le cose apparentemente meno utili e urgenti. Passo ore notturne a fotografare la luna piena che si riflette sul mare e a disegnare una nuova interfaccia per il blog.

lista di cose da fare - fotografare la luna piena sul mare

E quando un cliente mi chiama per chiedermi conto di una quotazione che non gli torna avrei voglia di dirgli che non fa niente, che interrompiamo qui, che ho altro a cui pensare. Mi blocco appena in tempo, eh. Che comunque mangiare devo mangiare.

Intanto all’insegna della lentezza di questo mese di giugno, fra due giorni prendo un treno che mi porterà poco oltre il confine italiano, in una tiritera di 12 ore. In aereo ci avrei messo un’oretta. Ma sapete che vi dico? È un periodo in cui ho proprio voglia di stare a guardare la vita dal finestrino, con lentezza.

—❣—

Di quel viaggio in treno:

Riflessioni da un treno che attraversa l’Austria

10 risposte a “La lenta lista delle cose da fare”

  1. Fa bene ogni tanto gustarsi la lentezza… a furia di correre verso l’obiettivo (ma quale? mi dico a volte) ci si dimentica di vivere il presente. Un abbraccio per la nonna. A me le mie mancano tanto.

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Grazie Szandri 🙂
      Quale sia l’obiettivo…boh, ma cerchiamolo con calma 😉

  2. Ogni epoca ha i suoi tormentoni; la nostra sarà quella del “bisogna accontentarsi” e dei “muoviti”.
    Sono due cose che odio, di conseguenza quando qualcuno decide che ciò che ha non basta, e che di andare in quinta non ha voglia, io non posso che dire: “Bravo”!
    Quindi “brava”, rallenta e goditi il panorama fuori dal finestrino. Tutti meritiamo una passeggiata da alternare alla corsa.
    Un abbraccio per la tua nonna.

    Alice

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Come te, odio profondamente il “bisogna accontentarsi”…
      Grazie per il tuo commento, ricambio l’abbraccio 🙂

  3. Mi hai fatto tornare in mente questa canzone:
    https://www.youtube.com/watch?v=53XpvKMcao0
    Che ne pensi?

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Che non la ascoltavo da secoli! Grazie 🙂

  4. Accidenti. Non ho parole. Credo che leggerò questo tuo post ogni volta che sento la necessità di rallentare la mia vita.
    Grazie davvero.

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Grazie mille a te, Stefano 🙂

  5. Ti sei reimpossessata del lento fluire della vita in cui ti riconosci perchè è da questi ritmi che emerge l’indole umana. Sì, la lentezza! La stessa che ci fa riconciliare con l’universo lenendo le nostre ferite o donandoci un gusto così pieno per tutto ciò che viviamo: il gusto pieno della vita (così recitava la pubblicità di un amaro). Hai ragione quando scrivi che contemplare la luna è un affare molto più importante di un bilancio. Credo di aver finalmente capito, guardando me e gli altri, che il malessere di ciascuno di noi insorga proprio perchè ci si allontana dalla natura e dal suo ritmo lento. Lo scrivevano i grandi poeti, lo sperimento io ogni giorno e lo vedo nei miei simili. Io ho deciso di seguire la natura, che mi chiama sempre più insistentemente. Quando lo faccio sono in pace, anche solo guardandola da un finestrino…

    1. trentanniequalcosa dice: Rispondi

      Bravissima Linda, lasciamoci andare a questo lento fluire che ogni tanto fa solo bene 🙂
      Un abbraccio!

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