Reduce da un fine settimana con amici lontani venuti in visita a Barcellona, mi rendo conto di come abbia trascurato il mio lato social. Messaggi non letti su Facebook, WhatsApp risposti con molto ritardo, silenzio nel blog, ignoramento di Twitter. Mi sono goduta una fine settimana lungo in giro per il Gotico, il Borne e Montjuic, alla ricerca della terrazza con più sole, il tratto di spiaggia con più spazio, le tapas più originali.
Quantità di calorie immesse, non calcolabili.
Rimane comunque da notare come la comunicazione fra amici oggi non sia più la stessa.
Gli amici che ti vengono a trovare sono felici di vedere posti nuovi, mangiare bene e sbevacchiare in allegria, ma si percepisce una sensazione di amaro di fondo, una frustrazione indefinita, un “sarebbe tutto perfetto se solo…”.
E tu non puoi porvi rimedio.
Il punto è che i loro smartphone non funzionano all’estero.
Internet è kaput e mantenerlo in roaming vorrebbe dire farsi succhiare il sangue. Il tour per Barcellona quindi si inframmezza di pause ristoratrici non solo per le gole arse dal sole ma anche per gli smartphone senza materia prima.
La prima domanda una volta seduti al bar non è più “che birre avete?” ma “qual è la password del wifi?“.
E se il locale offre la possibilità di una bella cena in terrazza, ma fino alla quale il segnale internet non arriva, allora forse anche il cibo si consuma un po’ più in fretta, e la conversazione si stanca con più facilità perché non comprovabile con la testimonianza googleriana.
Quanti di voi sono passati effettivamente dal before all’after smartphones e si rivedono nell’immagine qui sopra?
Io non mi escludo dalla casistica, sono una accenditrice seriale di schermi smartphone, ho il riflesso automatico del controllo della notifica ma cerco di trattenermi ed evito di farmi i fatti miei sui social se sono al tavolo con altre persone. A meno che non siano terribilmente noiose. Però non resisto alla tentazione di includere Google nelle mie conversazioni con amici, e tutte le domande che rimangono nell’aria le passo a lui, onnisciente amico a cui non devo pagare il conto al bar.
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Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta a Maggio 2015.
Da allora, ho cercato di affrontare la mia vita con lo smartphone in un altro modo, ad esempio lasciando Facebook e WhatsApp.
Qui racconto come è iniziata: Perché ho deciso di chiudere il mio account Facebook
e qui il resoconto del mio anno quasi a-social: Un anno senza Facebook e WhatsApp, o racconto di come si vive senza social network
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Foto di copertina: Maria Scrivan Illustration
Assolutamente così, credo che il 99% delle persone, dotandosi di uno smartphone, abbia subito il cambiamento di cui tu parli. è la malattia dell’iperconnessione…
…da cui sembra difficile guarire se non con un buon periodo di rehab!
Anche io soffro di iperconnessione ma per google map e tutti gli strumenti di ricerca: il controllo di chat social email mi interessa minimamente
Ti togli giá una parte della rogna allora…a me piace un sacco controllare la mail dal telefono! 😉
Confesso!!! Smartphone dipendente!!! Però come te quando si è in comitiva e soprattutto a tavolo cerco di evitare….a meno di persone noiosissime, come dici anche tu!!! 🙂
Con le persone noiose proprio non ce la faccio…anche se mi sento molto maleducata quando mi lascio andare alla tentazione, peró lo smartphone è un’ancora di salvezza in queste situazioni! 😛
quanto è vero tutto questo! ne sono anche io colpevole. Lo smartphone è una gran risorsa in molte situazioni (il gps mi salva regolarmente e aver sempre accesso alla mail fa sì che non mi debba più stampare niente) ma mi rendo conto che non sono più in grado di attendere prima di ottenere una informazione…parte subito google! Pensa che io e mio marito ci siamo conosciuti in un pub irlandese dove ogni settimana si faceva un quiz…pre smartphone era molto divertente, dopo una gran noia perché la squadra che bara e controlla tutte le risposte su google e vince il primo premio la trovi sempre!
Che bella storia Arya, proprio l’emblema dell’amore sbocciato in era pre-smartphone! Ora vedo coetanee e non rimanere sul divano a sfogliare tinder…ci vorrebbero piú serate da quiz per tutti! 🙂
Spersa, gli amici italiani infatti il problema non se lo pongono… l’amica in questione è turca e mi sa che 3 non esiste lí! 😀
Comunque massima solidarietà, io senza cellu muoio.
siamo messe male 🙂
Beh, è vero: anch’io faccio parte della tribù “always & 4ever smartphone”. Quindi, tablet sempre nei paraggi, lo smartphone è ormai il prolungamento della mano.
Se sono in compagnia cerco di evitare ovviamente…sempre, anzi quasi sempre…:-)))
🙂 ci vorrebbe un post a parte infatti per gli altri accessori intelligenti, tablet&affini!